La politica italiana si frantuma sul crinale della guerra
Sul crinale della guerra in Ucraina si frantuma la politica italiana

La parola guerra indica il contrasto e la lotta armata fra Stati, derivante da conflitti ideologici, politici, economici e viene descritta sempre come l'apocalisse: caos, paura, distruzione e morte.
Anche la pandemia da covid è stata associata ad una guerra più blanda, ma ha avuto, dal punto di vista sociale ed economico, gli stessi effetti di una guerra.
L'incertezza limita l'efficienza del comportamento e provoca condizioni di dubbio o indecisione; la concomitanza della pandemia e dell'aggressione russa ai danni dell'Ucraina, le sanzioni e la prospettiva di mancanza di beni necessari, ha accentuato la percezione di tali stati d'animo in gran parte della popolazione mondiale.
Mentre nel resto del mondo e dell'Europa si assiste, dal punto di vista politico e culturale, ad un rafforzamento delle leadership, ovvero ad una posizione di preminenza con funzione di guida, nel nostro paese si guarda, come da prassi, il carosello dei nostri politici.
Indubbiamente l'approssimarsi delle votazioni accentua il tono del torneo e la parata dei cavalieri politici con vari giochi di destrezza, esercizi di eloquenza ed evoluzioni culturali: destra e sinistra con in mezzo i grillini non riescono a trovare la quadra ormai persi in rivoli ideologici e programmi evanescenti avendo perso il legame con la realtà.
Il liberismo berlusconiano sembra desunto così come la sua leadership, la destra meloniana appare stranamente utopica rispetto alle correnti di pensiero occidentali, la lega ha perso il suo smalto di difensore degli interessi della piccola e media impresa e i sogni grillini sono svaniti sotto il peso della concretezza, mentre il Pd stenta a riconoscere la giusta via da seguire ossessionato dal suo passato e dall'ecclettismo delle scelte da fare
Tale situazione, oltre alla diversità di vedute ideologiche e politiche che dividono il paese impoverendo un dialogo costruttivo da un punto di vista sociale ed economico, accentua lo scarso peso di condizionamento circa
il riassetto amministrativo dell'Europa e il ruolo che dovrebbe svolgere sullo scacchiere mondiale.
E' ora che i partiti politici sclerotizzati dagli apparati da loro stessi creati e quindi privi della capacità di adattarsi ai vistosi mutamenti che la pandemia e la guerra in Ucraina hanno determinato, ritrovano unione di intendi, sia pure nella diversità, per risolvere le sfide economiche e sociali che il nuovo riassetto mondiale riproporrà a fine guerra.
Bisogna trovare una nuova via e ricordarsi delle parole pronunciate da Roosevelt: Ovunque nella nazione, uomini e donne, dimenticati dalla filosofia politica del nostro governo, ci guardano in attesa di guida e di opportunità per ricevere una più equa distribuzione della ricchezza nazionale. Io mi impegno a sancire un nuovo patto [new deal] con il popolo americano. Questa è più di una campagna elettorale: è una chiamata alle armi.

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