- Dott. Parlati la scalata verso il successo è stata piena di ostacoli. Cosa ha attraversato?
Io non parlerei di successo e di ostacoli, piuttosto di un percorso lavorativo e personale che a volte ti offre delle opportunità di crescita. Bisogna innanzitutto avere la fortuna e poi anche qualche capacità per afferrare l’occasione che ti porti, come nel mio caso, ad avere delle belle soddisfazioni.
- Rifarebbe tutto quello ha fatto?
Come in quella personale, anche nella mia vita lavorativa ogni momento ed ogni passaggio ha rappresentato un mattoncino che è servito a costruire, ciò che sono ora, difetti compresi. Quindi, perché cambiare?
- Sta trasmettendo anche ai suoi figli l’importanza della gavetta?
È giusto che ogni individuo faccia il suo percorso, in maniera autonoma, seguendo quelle che sono le proprie aspirazioni e le proprie capacità calate nel periodo storico in cui vive. Io posso solo raccontare loro la mia piccola storia. Se questo possa essere utile o meno lo lascio decidere a loro
- Era molto legato al suo predecessore Francesco Pinto. Cosa ha imparato da lui?
Quindici anni al fianco di Francesco hanno indubbiamente indirizzato il mio modo di “stare in campo” volendo usare una metafora sportiva. Nel rispetto reciproco dei ruoli (non ricordo di aver mai avuto uno screzio con lui), ho avuto l’opportunità di avere sempre una visione a 360° dell’azienda, gettando uno sguardo e costruendo rapporti anche fuori dallo stretto contesto di competenza
- C’è stato qualcun altro che ritiene essere stato importante per il progredire del suo percorso?
Una delle fondamentali esperienze è stata certamente quella relativa ai 7 anni passati al coordinamento dei servizi giornalistici della Tgr Campania con allora a capo Giuseppe Blasi. Difficile non voler bene a Pino. Continuando la metafora calcistica, direi che Blasi è il prototipo dell’allenatore in campo. Pronto all’occorrenza e senza alcun problema anche a subentrare in qualunque ruolo e sempre pronto ad aiutare il compagno in difficoltà
- Che idea di Rai ha?
Di una grande azienda, che ha saputo gestire il complicato passaggio dal monopolio televisivo al mercato libero, lavorando con continuità sulla duplice strada della massima qualità e del continuo cambiamento di gusti e linguaggi dovuto ai mutamenti sociali e tecnologici
- Come è cambiata la televisione negli anni?
La nascita e lo sviluppo delle piattaforme ha di fatto introdotto un modo diverso di fruizione dei contenuti. All’appuntamento del sabato prima e del giovedì sera poi per veder nei bar “Lascia o Raddoppia” si è parzialmente sostituito il “quando voglio per quanto tempo voglio” anche su tablet o cellulare se sono in movimento. E’ provato però che i programmi di qualità nei contenuti e nella fattura incontrano il godimento del grande pubblico, basti vedere gli ascolti plurimilionari dei programmi di Alberto Angela che il centro realizza in giro per il mondo in 4K
- Secondo lei, quale è stato il miglior programma che avete realizzato?
Non so se sia il migliore ma, un programma che senz’atro ha rivoluzionato il modo di rappresentarsi in televisione è stato “Senza Rete”. Contrariamente a quanto avveniva nelle altre trasmissioni televisive dell'epoca, infatti, i cantanti si esibivano completamente dal vivo con l'accompagnamento di una grande orchestra anch’essa dal vivo, quindi, senza quel playback che fino ad allora rappresentava la "rete" di sicurezza contro gli imprevisti del mestiere
- Qual è il programma a cui è legato di più?
Sono due i programmi ai quali sono particolarmente affezionato, avendoli seguiti dalla nascita fino alla messa in onda. “Guarda Stupisci” del 2018 di e con Renzo Arbore, in cui veniva presentato in una ricostruita aula universitaria il grande repertorio della canzone umoristica napoletana alle nuove generazioni con l’umorismo e la scanzonatezza delle trasmissioni arboriane e “Salemme, il bello della diretta” del 2019 tre commedie di Vincenzo Salemme trasmesse in diretta televisiva, che hanno offerto la possibilità ai telespettatori di sedersi in prima fila e di godersi la magia dell’interpretazione dal vivo sul piccolo schermo, proprio nell’ultimo Natale prima della pandemia. Due bellissime esperienze che rifarei molto volentieri
- Progetti per il futuro? Sogni nel cassetto?
Continuare ad avere un cassetto pieno di sogni e di progetti per il futuro
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