Dopo 11 anni riparte il progetto del Ponte sullo Stretto? Stesso progetto. Questa volta si va avanti?*
La nostra intenzione è chiara: si va avanti, ripartendo dal progetto del 2012. La maggioranza è compatta nel sostenerlo, perché il Ponte sullo Stretto è un’opera strategica per il nostro Paese come dimostra l’attenzione di Matteo Salvini al Mit. Con l’approvazione del decreto in Consiglio dei Ministri, si riavvia l’iter di progettazione, approvazione e realizzazione dell’infrastruttura, dopo anni di chiacchiere e governi di sinistra che hanno bloccato l’apertura dei cantieri.
Nel testo viene usata la formula “salvo intese”. Cosa vuol dire?*
Una formula normalissima, anche piuttosto ricorrente nella maggior parte dei decreti-legge che vengono approvati dal Consiglio dei Ministri. Nulla che pregiudichi la realizzazione del Ponte, ma un passaggio fondamentale che fa riferimento a eventuali aggiustamenti che il testo del decreto potrebbe richiedere. Ricordiamoci che stiamo parlando di un’infrastruttura senza precedenti al mondo, sotto tanti aspetti. E’ chiaro che il progetto potrebbe essere riadattato all’evoluzione tecnologica e al rinnovamento dei materiali di costruzione.
Sarà il Ponte più lungo al mondo, 3,2 kilometri, quali saranno i benefici e le ricadute economiche?*
Il Ponte è essenziale per il rilancio dell’economia delle regioni del Sud, renderà Sicilia e Calabria sempre più attrattive in chiave turistica, velocizzerà i trasporti di persone e merci, con risparmi non indifferenti in termini di tempo e costi, ridurrà l’inquinamento a vantaggio dell’ambiente e della salute della popolazione. Senza dimenticare, poi, l’impatto positivo sull’occupazione: si parla da 40mila a 100mila nuovi posti di lavoro. La realizzazione del Ponte è anche l’occasione per completare quel corridoio Scandinavo-Mediterraneo che, finalmente, garantirebbe i collegamenti dalla Sicilia al resto d’Italia ed Europa. Crescita, occupazione e competitività passano soprattutto dalla realizzazione di infrastrutture come questa.
Avete pensato all’impatto ambientale che ci sarà?*
Nessun impatto sulle correnti marine. Anzi, la costruzione del Ponte contribuirà a ridurre non solo l’inquinamento in mare prodotto dal transito continuo dei traghetti nello Stretto, ma anche le emissioni atmosferiche legate ai veicoli incolonnati per l’imbarco e lo sbarco.
Berlusconi dice: “Questa volta non ci fermeranno” pensando a quando ci provò lui 20 anni fa. Salvini è entusiasta, mentre il Terzo Polo dice sì al Ponte. Perché stavolta si fa?*
Il ministro Salvini si è speso tantissimo per far sì che questa infrastruttura possa finalmente vedere la luce. Tutto il centrodestra è unito e compatto. Andremo avanti, fino alla fine, con i ‘sì’ che fanno bene al nostro Paese. Dispiace che all’opposizione qualcuno si trinceri dietro a posizioni solo ideologiche. Ma, riprendendo le parole di Berlusconi, questa volta non ci fermeranno.
Quando partono i lavori?*
L’indicazione temporale lanciata dal ministro Salvini sarà rispettata. Contiamo che il progetto esecutivo sia approvato entro il 31 luglio 2024 e poi partire con i lavori.
Quanti anni occorrono per completare i lavori?*
Senza il progetto esecutivo, non azzarderei a fare ipotesi. Ad ogni modo, si pensa che un’opera di tale complessità e grandezza necessiti di circa 6 anni per la sua realizzazione.
Come vi difenderete dalle mafie?*
Il rischio di infiltrazioni esiste per tutte le opere del mondo. Occorre superare ogni pregiudizio di sorta verso il Sud Italia. La realizzazione del Ponte sullo Stretto, nella trasparenza più assoluta, sarà la dimostrazione più lampante del fatto che il Sud può fare impresa, spazzando via l’ombra della criminalità organizzata. C’è una lunga lista di imprese sane, vere eccellenze imprenditoriali riconosciute dalle prefetture che hanno prodotto ottimi risultati, evitando la penetrazione delle mafie negli appalti. Proseguiremo in questa direzione.
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