In una fredda ma soleggiata domenica di febbraio, basta poco per scaldare l’animo dei partenopei, che questa volta sognano, ma coniugano perfettamente quel binomio scaramanzia-consapevolezza che nel calcio non guasta mai.
A La Spezia il termometro segna 7 gradi, ma sulle gradinate il clima è più caldo, mestamente infiammato dagli ennesimi cori beceri rivolti all’indirizzo dei partenopei e della città. Una carezza nigeriana zittisce l’odio e insegna: Osimhen colpisce fortuitamente una bambina durante il riscaldamento e si scusa. La coccola, la abbraccia. E chissà che non la abbia anche offerto un passaggio in ascensore, per un momentaneo +16. Sulla vetta del campionato sventola solitaria la bandiera azzurra, simbolo di sacrificio, Unione, appartenenza.
Un primo tempo giocato a buoni livelli non basta a sbloccare il risultato, che resta fermo sullo 0-0. Il Napoli raggiunge gli spogliatoi con la calma di chi sa come scardinare la difesa avversaria, sulle gradinate si continuano ad intonare cori ignobili, a casa c’è chi si concede l’aperitivo o si siede a tavola per l’antipasto.
Calma: la prima chiave del successo partenopeo.
Ripresa: Spalletti manda in campo Politano, chiamato a offrire quel quid in più sulla fascia destra. 60 secondi sono sufficienti a indurre il difensore avversario all’errore: ‘È stata la mano di Reca’. Rigore! Kvara va dal dischetto con la calma del leader inaspettato e sblocca il risultato.
Nonostante il vantaggio, Ii Napoli continua a pressar alto l’avversario: Osimhen è ovunque, pronto a rubar cuori e palloni velenosi. Il potenziale 2-0 è viziato da un fallo su Caldara, ma Victor sente profumo di gol e pochi minuti dopo salta più in alto di tutti, e di testa insacca il pallone del 2-0.
A Sky dimenticano di celebrare il salto a piè pari del nigeriano: duemetriecinquantotto, due centimetri in più del portoghese, di cui certo ricorderete gli elogi e gli studi anatomici in mondovisione.
Consapevolezza: della propria forza e del dispiacere altrui. Peccato!
Il tabellone segna 2-0, la classifica -16, ma Kvara ha fame e apparecchia la tavola a Osimhen per il 3-0. Altruismo, visione di gioco, strapotere tecnico: nel 2001 in Georgia nasceva una stella destinata a brillare a lungo. Spalletti se la coccola, e anche il capocannoniere, che porta sul suo petto il capo del 77 e lo ringrazia.
In serata l’Inter accorcia le distanze e si porta a meno 13 dal Napoli, grazie alla risicata vittoria nel derby più anonimo di sempre. È buio in casa Milan, esattamente come nelle case partenopee, dove ogni tifoso è pronto ad abbandonarsi tra le braccia di… Victor. Serenamente
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