Campania, trasporto pubblico regionale: vergogna senza limiti

Severino Nappi • 28 gennaio 2023

Campania, trasporto pubblico regionale: vergogna senza limiti

Vergogna: non c’è altra parola per descrivere lo stato drammatico in cui versa il trasporto pubblico in Campania. Diciamolo subito, i trasporti - che rappresentano l’asse portante di ogni economia avanzata - da noi purtroppo si sono trasformati in una tragedia dai tratti farseschi, quelli che fanno capolino dai social di mezza Campania. E il simbolo di questo fallimento su tutta la linea si chiama Eav che, con la gestione caricaturale operata dal suo vertice, si conferma giorno dopo giorno la peggiore azienda di trasporto regionale in Italia.


La rappresentazione plastica dello sfascio totale è amplificata dalla Circumvesuviana, riconfermata da Legambiente per il terzo anno consecutivo “maglia nera” dello Stivale. Una ferrovia che non soltanto è tristemente nota per l’indecente successione di soppressioni delle corse, di perenni e quotidiani ritardi e persino di viaggiatori costretti ormai frequentemente a proseguire la corsa a piedi lungo i binari a causa dell’avaria dei mezzi, ma che si caratterizza per l’assoluta mancanza di sicurezza.


Decidere di prendere un treno della Circum - non ci giriamo tanto intorno - è come partecipare a una lotteria, a questo punto anche pericolosa: non si sa quando e se passerà; non si sa quando e se arriverà a destinazione; non si sa se al termine dell’eventuale corsa sarà messa a repentaglio l’incolumità del passeggero. Gli incidenti sono all’ordine del giorno, comincia a diventare un’abitudine persino quello che, nel sistema ferroviario, è un evento eccezionale, il deragliamento del treno con conseguente fuoriuscita dai binari! Non si contano le inchieste, ministeriali e giudiziali, rispetto ad eventi che possono facilmente trasformarsi in tragedia.


Ed è ancora più sconcertante l’atteggiamento dei vertici societari: Eav, invece di chiedere scusa agli utenti e di ammettere le proprie incontestabili responsabilità, pretende persino di nascondersi dietro improbabili e non specificate avarie. E quando non basta, ricominciano con la litania dei “guai del passato”, dimentichi di essere incollati su quelle poltrone da 8 lunghi e fallimentari anni. Quel che offende l’intelligenza è che questi eventi indecenti hanno invece ragioni precise e note, non soltanto agli enti tecnici ministeriali che hanno acceso un riflettore su questa sciagurata gestione. Le ferrovie regionali sono caratterizzate da una pluriennale e pesante mancanza di manutenzione che, al di là delle scuse e delle fandonie che il presidente di Ente autonomo Volturno continua ancora a raccontare e a diffondere in giro, è la causa principale degli incidenti che si registrano sui mezzi e lungo i binari.

E la situazione non migliora certo per i servizi su gomma. L’amministrazione regionale ha avviato da tempo un’inquietante operazione di concentrazione e acquisizione di linee e servizi strappati alle precedenti gestioni, a volte con metodi disinvolti, per affidarle ad un’altra controllata regionale, Air, che si sta sempre più ingolfando di debiti e di personale amministrativo - mentre mancano gli autisti - senza avere la capacità manageriale di gestire le attività. Dietro l’angolo, si nascondano giochi politici - tutti a sinistra - per consentire ad entità aziendali di altre regioni di acquisire a costo zero il controllo delle nostre imprese.

 

Nel frattempo però qual è già oggi il risultato di questo sfascio, oltre a quello che vivono quotidianamente utenti, pendolari e turisti? Il carrozzone regionale non soltanto ha bruciato da tempo i 600 milioni di euro ricevuti dal Governo nazionale, ma presenta di nuovo vistosi buchi di bilancio per far fronte ai quali nella legge di stabilità approvata nello scorso dicembre sono stati appostati altri 40 milioni di euro. Insomma, un colabrodo nebuloso che la Regione prova a nascondere avallando artifici contabili vari. Ecco perché tremo al pensiero del destino dei 500 milioni di euro di fondi del Pnrr che la Regione ha affidato ad Eav. Più volte ho denunciato come la situazione sia diventata insostenibile, chiedendo le dimissioni della governance dell’azienda regionale dei trasporti. Ma attendo ancora risposta alle varie interrogazioni consiliari rivolte a chi - per la voluta assenza di un assessore al ramo - ha anche formalmente la diretta responsabilità di tutto ciò: Vincenzo De Luca.


L’impressione è che ci si trovi davanti a un muro di gomma eretto per proteggere il cacicco e il suo “cerchio magico”, per consentire a questa manipolo di inconcludenti di continuare, indisturbati e tranquilli, a dare sfoggio di incapacità e di incompetenza, a sprecare fondi, a porre in essere condotte clientelari, a “regalare” al Paese intero le immagini della “marcia” di pendolari e turisti sui binari o sotto la galleria. Del resto, basta leggere la pagina Facebook dell’amministratore unico di Eav - percettore di un cospicuo doppio stipendio perché anche direttore generale “per acclamazione” - per comprendere la distanza siderale tra realtà e rappresentazione.
Io non mi rassegno di fronte a questo sfascio, a volte dai tratti persino arroganti. E - pur consapevole dell’inossidabile faccia di bronzo di costoro - concludo rinnovando la richiesta a Vincenzo De Luca di rimuovere questo sciagurato management. Se non dovesse farlo sarà unicamente la conferma della sua complicità

Capogruppo della Lega nel Consiglio regionale della Campania

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