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Superbonus, dall'aiuto alla truffa del secolo

Giovanni Passariello • 29 marzo 2023

Il Superbonus 110%, la misura introdotta dal governo Conte II, mal sopportata da Mario Draghi e sostanzialmente abolita ora dal governo Meloni, è destinato a diventare un precedente ingombrante nella storia degli interventi pubblici in economia. E anche un dossier difficilissimo da affrontare per limitare i danni e consentire un processo 'ordinato' di ritorno alla normalità.


L’ultima indagine riguardante le truffe sul bonus casa risale a qualche giorno fa: doppio sequestro da oltre 3 miliardi tra Napoli, Avellino e Asti. Crediti d’imposta fittizi, per circa 1,7 miliardi di euro, sono stati sequestrati dalla Guardia di Finanza di Avellino e di Napoli nell’ambito di un’indagine coordinata dalla Procura di Avellino riguardante una maxi truffa messa a segno con i bonus per l’edilizia, tra cui anche “Ecobonus” e “Bonus Facciate”.


Si tratta del sequestro di crediti d’imposta più alto di sempre con perquisizioni nelle province di Napoli, Avellino, Salerno, Milano, Lodi, Torino, Pisa, Modena e Ferrara ed anche ad Asti nei confronti di 21 indagati per il reato di associazione per delinquere finalizzata alla truffa aggravata ai danni dello Stato. Ad innescare l’indagine che la Procura di Avellino ha delegato ai finanzieri del Nucleo di polizia economico-finanziaria di Napoli e del Gruppo di Avellino, è stata un’analisi di rischio del Settore Contrasto Illeciti dell’Agenzia delle Entrate. In duemila casi, è stato accertato, i lavori si sarebbero dovuti realizzare addirittura in comuni inesistenti. I lavori dichiarati per i quali sono state inoltrate richieste di bonus avrebbero avuto un costo di circa 2,8 miliardi di euro.


Il Superbonus 110%, la misura introdotta dal governo Conte II, mal sopportata da Mario Draghi e sostanzialmente abolita ora dal governo Meloni, è destinato a diventare un precedente ingombrante nella storia degli interventi pubblici in economia. E anche un dossier difficilissimo da affrontare per limitare i danni e consentire un processo 'ordinato' di ritorno alla normalità.


La premessa è che qualsiasi bonus, per sua natura, ha un effetto distorsivo sul mercato. Quello prodotto dal Superbonus nei suoi quasi tre anni di vita, è stato introdotto a maggio del 2020, è più evidente per le caratteristiche del provvedimento. Prima fra tutte, quella di assicurare un 'ritorno' superiore, 110%, rispetto anche al valore complessivo dell'operazione. Questo, prima ancora di andare a considerare prezzi gonfiati, dubbie intermediazioni, vere e proprie truffe.

Nelle parole del leader Cinquestelle Giuseppe Conte, prese da un post Facebook del 20 ottobre 2021, c'è riassunta bene la filosofia del provvedimento. "Il Superbonus 110% è una misura che è stata ideata ed è diventata realtà grazie al Movimento 5 Stelle. Questa misura significa crescita, aumento del Pil, ed è un’occasione per le famiglie e le aziende di operare nel rispetto dell’ambiente e della sostenibilità".


Ma di fronte alla propaganda fine a sé stessa la verità è tutt’altra cosa. Le parole di Mario Draghi, estendono l'analisi. "Il problema del Superbonus sono i meccanismi di cessione che sono stati disegnati... senza discrimine e senza discernimento... chi li ha disegnati è colpevole di questa situazione in cui migliaia di imprese stanno aspettando i crediti", ha scandito nell'aula della Camera nel suo ultimo intervento da premier. Ed oggi, il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti dice di "sottoscrivere, dalla prima all'ultima parola".


Questo è l’esempio più tragico di cattiva gestione economica di un governo a maggioranza 5stelle che, a cominciare dal suo leader, si è mostrato privo di ogni specifica cultura di governo, ma anche delle più elementari regole a tutela dell’economia e soprattutto dei cittadini contribuenti. Di fatto, pur di pensare di accrescere il proprio consenso fra gli elettori, in realtà, esattamente come per il reddito di cittadinanza, hanno omesso tutta una serie di norme finalizzate a controllare in via preventiva l’accesso ai bonus proprio per evitare o quanto meno limitare le truffe che si sono rese evidenti ai danni dei cittadini italiani che pagano le tasse.

Quindi, lavori inesistenti, crediti fittizi, guadagno illecito. Ma anche mettendo da parte la dimensione illegale, e focalizzandosi sulle operazioni 'pulite', l'effetto distorsione produce danni sia alla stabilità delle imprese che alla concorrenza nel mercato.


Ovviamente, fermare il Superbonus ora comporta una lunga lista di problemi, così come li ha elencati il neo presidente del Pd, Stefano Bonaccini. "Significa condannare alla chiusura decine di migliaia di imprese, fermare almeno 100mila cantieri, mandare sul lastrico migliaia di famiglie e far perdere il lavoro a 150mila persone occupate nel settore edile e nell'indotto". Ha ragione anche lui, anche se purtroppo, il Pd ancora si associa al Movimento 5stelle, come accadrà alle prossime elezioni amministrative a Pomigliano d’Arco, che danni consistenti ha fatto all’Italia ed alla nostra città, negli ultimi due anni e mezzo. Andare avanti senza correggere drasticamente la distorsione del Superbonus vorrebbe dire accumulare ancora problemi, rendendo pressoché impossibile un ritorno alla normalità.



di Giovanni Passariello


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