- On. Lonardo, con questa tempesta finanziaria e sociale era proprio opportuno votare?
Alcuni partiti, per mero calcolo elettorale, hanno voluto staccare la spina al Governo nazionale mentre il Paese è alle prese con una grave crisi energetica ed economica. In Senato ho votato a favore del Governo Draghi ritenendo che questo fosse il momento di ritrovarsi uniti, dalla parte degli italiani. Nel suo severo intervento al Senato, Draghi da tecnico aveva fatto una diagnosi anche spietata della situazione finanziaria e sociale che il Paese attraversa, evidenziando le criticità e indicando le strade da percorrere. Non è stato ascoltato. I partiti hanno pensato che, per ragioni elettoralistiche, non fosse utile attendere la fine naturale della legislatura e hanno mandato tutto all'aria. Hanno aperto le porte alle elezioni anticipate aggravando una crisi già in atto, basti pensare che a rischio è anche la tranche del Pnrr.
- Chi governerà questo Paese cosa si troverà ad affrontare?
Ci aspetta un autunno caldo. Chiunque andrà al governo troverà un disastro. La crisi energetica con il gas che vola a prezzi insostenibili e il conseguente incremento record dei costi delle materie prime peseranno, in modo preoccupante, su tutti i comparti, da quello alimentare a quello agricolo, alberghiero, sulle piccole e medie imprese e sull'occupazione. Si rischia una riduzione del reddito e una consistente contrazione dei consumi. Intere filiere, essenziali per il Paese, come sanità, alimentare, trasporti, rischiano di fermarsi. Questa crisi costerà alle famiglie italiane fino a circa 1000 euro in più all'anno, molte di queste saranno costrette a scegliere se mettere assieme il pranzo con la cena o pagare le bollette. Il compito che attende il prossimo Governo sarà molto molto arduo. La guerra in Ucraina è una catastrofe di enormi proporzioni e sta avendo ripercussioni gravissime sul nostro Paese. Occorreranno misure urgenti di contrasto che potrebbero anche portare a uno scostamento di bilancio: Governo e Parlamento dovranno lavorare insieme per evitare conseguenze choc sull'economia e sul tessuto sociale del nostro Paese.
- La Meloni le sembra in grado di sostenere il compito?
Chiunque guiderà il Paese dovrà fare i conti con un’Italia fortemente provata. Sarà necessario lavorare in sintonia con il Parlamento per far fronte ad una situazione che se prima era preoccupante, oggi è drammatica. Non è una questione di nomi, ma di consapevolezza del compito gravoso che si sarà chiamati a svolgere.
- Lei invece che prospettiva si è data?
In Senato ho lavorato alacremente per rappresentare le istanze del mio territorio e non solo. Un’attività parlamentare intensa, facilmente rintracciabile, che vorrei continuare a portare avanti.
Negli ultimi anni il Parlamento, che, in un sistema parlamentare come il nostro, dovrebbe essere il cuore della decisione politica, è stato progressivamente svuotato di competenze e autorevolezza in modo quasi scientifico. Una tendenza che è stata funzionale alle esigenze delle forze politiche, in particolare a quelle della maggioranza politica del momento, qualunque essa fosse. Ho presentato più di 100 interrogazioni in Senato, non più del 4 per cento ha ricevuto risposta dai ministri competenti. Sono letteralmente cadute nel vuoto. In questo modo il Parlamento diventa irrilevante e la democrazia più debole. Inoltre, questa legge elettorale in combinato disposto con il taglio dei parlamentari produrrà una crisi di rappresentatività soprattutto nei territori più piccoli come il mio. Sono candidata alla Camera dei Deputati nel Collegio Uninominale Benevento-Caserta proprio per dare voce alle aree interne della Campania. Auspico che il nuovo Governo restituisca funzione al Parlamento. Una democrazia o ha un parlamento forte e legittimato a controllare e guidare l'azione dell'esecutivo, o non è tale.
- In un contesto così polarizzato tra destra e sinistra, che senso ha il Centro?
La polarizzazione estrema produrrà un alto tasso di astensionismo. In Italia c'è una porzione di elettorato che non si sente rappresentato né dalla destra né dalla sinistra e che spesso opta per il non voto. Per gli egoismi, le pulsioni incontrollate e i capricci pariolini di alcuni, da anni, non si riesce a costruire un'aggregazione politica al Centro. Noi però continuiamo a essere punto di riferimento per i moderati e a muoverci in un'area centrista. Con la nostra storia possiamo dire di essere gli unici veri eredi della Democrazia cristiana. Noi siamo il Centro, gli altri al massimo centri-ni.
- La legge elettorale rende la situazione opaca: tutti potrebbero tornare utili, compreso lei?
Nel mio collegio per essere eletta è sufficiente che io ottenga un voto in più dei miei avversari. Che sa chi sono? Esponenti politici calati dall’alto, residenti in altre zone del Paese, lontani anni luce dal territorio, che prenderanno i voti e scapperanno il giorno dopo. Io invece ci sono stata, ci sono e ci sarò sempre per i miei elettori a cui chiedo di aprire gli occhi e respingere l’assalto di chi continua a trattare il Sud come terra di conquista. Senza di noi, una porzione di territorio non avrebbe alcuna voce in capitolo. La nostra è una battaglia per la rappresentanza di aree marginalizzate. Ecco perchè quello a Noi di Centro è il vero voto utile.
- Che scenario delinea ex post?
La situazione è fluida e nessuno è in grado né ha la forza di fare previsioni attendibili. Noi condurremo la nostra battaglia fino all'ultimo respiro, per evitare che un'intera area geografica venga falcidiata.
- Le piacerebbe un premier donna?
Nell’interesse degli italiani mi auguro un Presidente del Consiglio capace di risollevare il Paese, donna o uomo che sia. Non è una questione di genere, ma di capacità, ancora di più dinanzi a una crisi drammatica come quella che stiamo attraversando.
- Che consiglio le ha dato suo marito?
Con mio marito, Clemente Mastella, abbiamo sempre condiviso la passione per la politica e l'impegno e l'amore per il nostro territorio. C'è la condivisione di un percorso e di una visione. Ci confrontiamo continuamente, ma ciascuno ha il suo spazio di autonomia. Clemente ha, tra le altre cose, intuito e un grande fiuto per le dinamiche politiche, ma ci scambiamo opinioni più che consigli.
- Perché si è lanciata nell’agone nazionale da sola?
Da sola? Con me, in campo, ci sono decine di sindaci, amministratori, donne e uomini pronti ad affrontare a testa alta una sfida difficile ma avvincente per la difesa del nostro territorio. Questa legge elettorale e il taglio dei parlamentari hanno ridotto gli spazi di rappresentanza, noi vogliamo che le aree interne della Campania continuino ad avere una voce in Parlamento. Altrimenti saremo completamente dimenticati.
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