"La migliore prospettiva che a Pomigliano potrebbe presentarsi è, molto probabilmente, la saldatura tra quel poco di positivo che l’amministrazione Del Mastro ha espresso, e il meglio che il suo reciproco in termini di realtá politica riesce a esprimere.
Se è vero, come è vero, che la politica è l’arte del possibile, nel senso che essa può in qualche modo organizzare ciò che dalla realtá ê dato, non è da escludere che a Pomigliano il processo politico in atto in vista delle prossime elezioni amministrative potrebbe auspicarsi un riposizionamento apparentemente ben anomalo.
Solo apparentemente, però. Il senso potrebbe essere questo.
L’esperienza della passata consiliatura si è aperta all’insegna del rinnovamento, del voltiamo pagina. Legittima aspirazione di una cittá, la nostra, dove l’idea della progressione collettiva è sempre stata fortemente radicata. È proprio questa caratteristica, insita nello spirito pomiglianese, ad aver consentito, o indotto, negli ultimi quarant’anni, una lunga serie di realizzazioni che ne hanno affermato il ruolo che tutti le riconoscono. Perché Pomigliano ha tante criticitá, senza dubbio. Tanti problemi da risolvere.
Ma chi vive, chi conosce la cittá, non può non riconoscere che Pomigliano in questi anni ha vissuto una importante trasformazione. Una trasformazione che altrove, qui intorno, non c’è stata. La cui somma è comunque ampiamente positiva.
I pomiglianesi questo lo sanno, lo vedono, lo vivono. E ovviamente non gli basta. L’orgoglio legittimo di ogni cittadino per fortuna qui non è talmente ottuso da esprimersi in un mero campanilismo.
Da qui nacque quel “voltiamo pagina”, slogan della scorsa campagna elettorale, tanto fortunato per chi allora lo cavalcò e vinse, quanto nefasto per gli effetti che ha poi prodotto: la pessima parentesi Del Mastro, la cui unica nota positiva è stata la sua brevitá.
Quel “Voltiamo pagina” però, in fondo, è ancora li sospeso. Perché in politica tante volte gli uomini passano, ma le idee restano. Soprattutto se esprimono qualcosa di realmente sentito.
E allora, tornando al tema iniziale, all’unica capacitá della politica, quella di spostare, riorganizzare, razionalizzare ciò che c’è sul tavolo, la migliore prospettiva che a Pomigliano potrebbe presentarsi è, molto probabilmente, la saldatura tra quel poco di positivo che l’amministrazione Del Mastro ha espresso, e il meglio che il suo reciproco in termini di realtá politica riesce a esprimere.
C'è da aggiungere, inoltre, che Russo deve proprio a quei dervisci impazziti ex Pd, lo scalpo della città. Senza "il tempo del coraggio", grido samurai di Riccio, nulla sarebbe cambiato e avrebbe costretto ad una lenta macerazione nella speranza di un salto in alto del Laboratorio. E chissà se proprio Riccio non si sia andato a consultare con Lello Russo, "padre della patria", prima di vergare sdegnosamente le proprie dimissioni.
Una sorta di reductio ad unum. Il reciproco di un numero è un altro numero che, moltiplicato per esso, da per risultato uno.
La sintesi: Lello Russo ed Eduardo Riccio insieme. L’esatto opposto di Del Mastro che si riunisce a chi si è preso l’onere, e per qualche aspetto il merito, entrambi nient’affatto trascurabili, di capire che era necessario chiudere il capitolo del sindaco papirologo. E questo Russo lo tiene molto in conto, al punto di difendere Riccio davanti a quel mozzateste del segretario metropolitano Marco Sarracino.
Ora, di capitoli se ne deve aprire un altro. Che paradossalmente, per essere del tutto nuovo, potrebbe infine recuperare il meglio, poco o molto che sia, che Pomigliano è in grado di offrire.
In politica i visionari hanno sempre uno strano destino: all’inizio sono additati pazzi, ma poi fanno la storia.
di Francesco Cristiani
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