Uno dei principali messaggi della cultura libertaria è che non bisogna sentirsi vittima della società e non aspettare che la società cambi, ma cominciare da sé stessi. Oggi molti giovani nativi digitali hanno attraversato periodi molto difficili, ma poi hanno trovato la felicità grazie alla meditazione e ad altre tecniche.
Quando si vuol ridurre il potere dello Stato, bisogna rafforzare l’individuo. Non è una buona cosa considerare la libertà solamente come libertà politica.
I teorici libertari discutono spesso di come possa venire conformato il miglior mondo possibile, e di quali siano le strade da percorrere per arrivare a quel mondo perfetto, o quasi: discutono cioè per lo più di situazione ottimale, e quindi first best, indicando semmai strategie di second best, allo scopo di guadagnare qualche passo in avanti nella direzione dell’ideale. Capita però abbastanza spesso che le loro proposte non siano all’ordine del giorno della nostra vita politica pratica, la quale però ci chiede di prendere posizioni che molti autori definiscono di “meno peggio”. In particolare, questo approccio riguarda questioni come l’appartenenza del nostro Paese all’Unione Europea, sul ruolo dello Stato e così via.
Il libertarismo di sinistra (dal francese libertaire), chiamato anche libertarismo egualitario, libertarismo sociale o sinistra libertaria, è un ideale e una filosofia politica, comprendente scuole di pensiero afferenti ad aree egualitariste di sinistra accomunate dal considerare la libertà come valore fondamentale, anteponendo la difesa della stessa ad ogni autorità o legge. Il libertarismo mira cioè ad una forte limitazione o ad una eliminazione del potere dello Stato e di tutti quegli enti che limitano o avversano la giustizia sociale e la libertà individuale e politica, questi ultimi due tra i punti cardine per i quali il libertarismo tende a una loro massimizzazione.
Viene a volte utilizzato come sinonimo di anarchismo, essendo attualmente e fino a documentata prova contraria tutti gli anarchici libertari e non essendoci anarchici non libertari, ma costituendo in realtà un ideale più ampio, concretizzatosi a partire dalla seconda metà del XIX secolo nella tradizione di tutta la sinistra libertaria, anarchica in primo luogo, anche alla luce dei fatti di fine XIX secolo esposti a seguire. In Francia, in seguito alle leggi approvate in emergenza l'11 e il 15 dicembre 1893 e il 28 luglio 1894 (Lois scélérates, ovvero, tra i provvedimenti, divieto di qualsiasi tipo di propaganda anarchica), che saranno abrogate nel 1992, libertario diventò tout court identificativo di anarchico.
Per molti decenni i due termini vennero usati come sinonimi, praticamente intercambiabili, in Francia per le citate norme (Loi du 28 juillet 1894) e, ad esempio, durante la rivoluzione anarchica spagnola del 1936 (la Federazione anarchica iberica aveva la Federación Ibérica de Juventudes Libertarias, come suo movimento giovanile, federazione tuttora esistente), in Italia dai primi del XX secolo, con le diverse pubblicazioni come le milanesi di metà Novecento Il Comunista Libertario e Il Libertario, le organizzazioni del secondo dopoguerra (dal 1944 i Gruppi Libertari dell'Italia Liberata - Alleanza Gruppi Libertari si organizzarono per poi confluire nella FAI, federazione anarchica italiana, parte dell'internazionale anarchica), e innumerevoli altri esempi di utilizzo in tale sinonimia. In senso meno esteso, libertario è un termine che viene utilizzato anche per definire una pletora di atteggiamenti riguardanti singole libere scelte verso aspetti meno universali e più limitati, più correttamente definibili liberi (quindi di volta in volta, singolarmente, su temi economici, morali, sessuali, culturali, eccetera).
I libertari sono un piccolo gruppo e la loro influenza sulla politica, sull’opinione pubblica e sui media – nonostante i numerosi think tank che esistono in tutto il mondo – è limitata. Lo scrittore svedese Per Bylund, professore Associato di Imprenditorialità presso l'Oklahoma State University, lo ha detto chiaramente durante una sua recente conferenza: «Sebbene noi libertari capiamo il mercato meglio dei socialisti, i socialisti sono molto più bravi e hanno più successo nel mercato dell’opinione pubblica». Il messaggio libertario, ha detto, è spesso troppo astratto e non raggiunge le persone. I libertari parlano molto di imprenditorialità, ma falliscono quando si tratta di realizzare le loro idee. «Chi è il cliente? Qual è il prodotto?» – sono domande a cui ogni imprenditore deve rispondere per avere successo. Eppure i libertari si pongono queste domande troppo raramente. Qual è il beneficio per le persone in generale? Come, in termini reali, una maggiore “libertà” può migliorare le loro vite? «Pensate al movimento libertario come a un’azienda che fornisce un prodotto di valore, non come a un’organizzazione no-profit o di beneficenza», ha raccomandato.
Uno dei principali messaggi della cultura libertaria è che non bisogna sentirsi vittima della società e non aspettare che la società cambi, ma cominciare da sé stessi. Oggi molti giovani nativi digitali hanno attraversato periodi molto difficili, ma poi hanno trovato la felicità grazie alla meditazione e ad altre tecniche.
Quando si vuol ridurre il potere dello Stato, bisogna rafforzare l’individuo. Non è una buona cosa considerare la libertà solamente come libertà politica.
di Giovanni Passariello
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