- Shocking in my town, direbbe Battiato. 13 consiglieri sfiduciano il sindaco Del Mastro costringendolo alle dimissioni. Prevedeva una fine simile di questa consiliatura?
La crisi era percepibile ma non immaginavo si arrivasse allo scioglimento con la modalità della firma presso un notaio. Questa modalità rappresenta una offesa ai cittadini. Vedere sommati i voti di consiglieri di opposti ( a parole) schieramenti politici senza uno straccio di dibattito in Consiglio Comunale è uno schiaffo alla democrazia.
- Il calo di credibilità era già iniziato prima che la maggioranza se ne accorgesse, la gente notava frizioni e immobilismo. Troppo eterogenei?
Diciamo che la maggioranza al governo cittadino, in questi due anni e mezzo, non ha mai brillato per idee originali o per una visione di città. Una coalizione nata solo per vincere, senza un’anima e senza alcun rapporto con il tessuto sociale, economico e culturale della Città. E scaricare alla fine le responsabilità solo sul Sindaco mi sembra veramente stonato e offensivo dell’intelligenza delle persone
- Il laboratorio è stata un’alchimia forzata?
Non c’è stato alcun laboratorio, una operazione elettorale nata sotto l’egemonia dell’allora “potente” Di Maio. Pomigliano ha avuto un vero laboratorio politico culturale solo negli anni 70 ed è li che si è costruita una città accogliente, solidale e che ha gettato le basi per far diventare Pomigliano un centro di riferimento di tutta la zona vesuviana. Poi per troppi anni la Politica non è stata in grado di alimentare quel laboratorio e siamo allo squallore dei giorni nostri
- “Il tempo del coraggio” sbandierato da Eduardo Riccio con le dimissioni non è piaciuto al suo partito che ha aperto un’istruttoria sull’accaduto. Con lui non c’è tutto il circolo. Ha fatto bene Riccio?
“Il tempo del coraggio” poco si coniuga con la firma di nascosto da un notaio. Sarebbe stato utile avere un dibattito in Città per comprendere i motivi del dissenso, poter giudicare le diverse opzioni politiche presenti, le diverse proposte per la città e invece nulla. I consiglieri di maggioranza che hanno sottoscritto le dimissioni non mi risulta abbiano mai votato in dissenso dal Sindaco
- Comunque sia la maggioranza non ne esce bene davanti agli elettori: che diranno all’elettorato il 14 maggio?
La maggioranza non c’era già dalle elezioni politiche con la scelta dei consiglieri di lasciare i 5 stelle per seguire Di Maio. Penso che non solo la “maggioranza” ma anche gran parte dell’opposizione non ne esce bene. Sempre di più passa l’idea tra i cittadini che lo scioglimento del Consiglio Comunale non sia avvenuto per amore verso la Città ma per difendere propri interessi personali.
- È chiaro che ora bisogna prepararsi per riprendere le redini della città. Da dove deve iniziare la sinistra?
La Sinistra deve prima ritrovarsi ma questo è un problema che, purtroppo, non riguarda solo Pomigliano. E comunque la Sinistra deve riprendere il cammino di ascolto dei bisogni delle persone. Abbiamo due emergenze : le profonde diseguaglianze del post pandemia e il tema dell’ambiente con una città che muore per la qualità dell’aria. Su questi due punti va costruito il Programma
- Ora riparte il risiko delle alleanze. Usciranno fuori i soliti agglomerati senza progetto?
Sicuramente vedremo il solito teatrino con centinaia di candidati : il figlio di, la sorella di, la famiglia… Bisognerebbe fare un patto per tenere fuori i “signori” dei voti che da 15 anni condizionano per fini personali le diverse maggioranze che si sono succedute. Questa volta però la gente è veramente stanca e spero che non si facciano di nuovo abbindolare
- Sul crinale di questi misfatti posa l’astensionismo. La gente è stufa delle beghe di potere e sta a casa.
Come si ricuce il rapporto con la gente?
La gente che vive quotidianamente la precarietà, la mancanza di lavoro, l’incertezza per il futuro, l’assenza di servizi, le lunghe attese per una visita specialistica, non ne può più del teatrino della politica. Bisogna ricominciare a fare politica dal basso, aprire le sedi, ascoltare e condividere i percorsi. Certo non si riuscirà a farlo per la presentazione delle liste, ammesso che si voterà a maggio. Ho seri dubbi che si andrà al voto, il rischio di una commissione d’accesso non è da escludere dopo gli esposti presentati e le esternazioni del Sindaco uscente.
- Come si riorganizza una sinistra che esce dilaniata da questa storia?
Se si riferisce al Pd non credo si possa definire un partito di Sinistra, ma comunque la Sinistra va ricostruita a prescindere dalle elezioni comunali. A Pomigliano c’è bisogno di una sinistra forte, ma radicata nella città e per farlo c’è bisogno di tempo che, ripeto, non può essere solo il tempo delle elezioni. C’è un 60% di persone che non va a votare e li dentro sono sicuro c’è tanta “sinistra” che non trova rappresentanza, tanti bisogni e tanti diritti negati. La sinistra ha il dovere di essere lì se vuole tornare ad essere utile per migliorare la condizione di vita dei ceti più fragili della società, se vuole tornare ad essere in “connessione sentimentale” con il popolo come diceva Antonio Gramsci
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