Dunque si vota il 14 e 15 maggio e i partiti cominciano col bilancino a comporre le liste ed abbozzare alleanze, anche aleatorie. La crisi amministrativa a Pomigliano d'Arco ha scatenato, come volevasi dimostrare, un volo di stracci impressionante, un polverone che offusca responsabilità ed irresponsabilità, verità nascoste e presunte al punto di non riuscire ancora ad offrire riferimenti politici essenziali ed efficaci.
La domanda che molti cittadini si fanno è: chi si presenterà alle prossime elezioni comunali? Quali candidati sindaci? Quali liste e coalizioni? La risposta precisa ad oggi non c'è, anche se si paventa uno scenario non dissimile a quelli passati. E ciò perché la consistenza storica della politica pomiglianese si fonda esclusivamente su una divisione ideologica che fa, comunque, riferimento alle solite famiglie possessori dei voti.
Da una parte c'è la sinistra, il Pd di Eduardo Riccio, con le sue velleità malcelate, se non gli tolgono la segreteria, alquanto diviso a seguito della caduta della maggioranza che non ha visti schierati a favore tutti i dem, ed ora non sa se assorbire gli ex 5 stelle o fargli fare una lista d'appoggio. Occhio sempre ai fluidi moderati, la borghesia produttrice, che sa vendersi bene ad ogni tornata. Uno sguardo va dato sempre a ex sindaci espressione prima del Pci e poi del Pd, che potrebbero rappresentare un tassello unitario, anche se il cittadino tende a rinnegare un passato funesto. Poi c'è la sinistra-sinistra, rappresentata da Rinascita, che la sfilata di rappresentanza la vuol fare, magari trovandosi accanto ex compagni in disarmo.
Dall'altra parte sembra rimestarsi un Polo civico con l'aggiunta di Azione e Forza Italia,non proprio come quello guidato dalla sconfitta Elvira Romano, con una possibile reinclusione di buona parte di chi è stato riferimento del decennio di governo pomiglianese. Ma i pretendenti alla carica di primo cittadino sono tanti, al punto che potrebbero gettare la palla al dominus della politica locale, nel bene e nel male, Lello Russo. E chissà che non trovi questo agglomerato il placet di Vincenzo De Luca.
E, infine, c'è la destra, quella vincente nel Paese, ma non certamente a Pomigliano, se non con l'efficace aiuto di un centro democratico che senza la guida di un leader convincente non attecchisce sull'elettorato.
La divisione da parte di quella maggioranza che ha governato, fra alti e bassi, per un decennio la città, alle scorse elezioni del 2020 ha determinato la vittoria della più malandata ed inconsistente sindacatura che Pomigliano abbia mai avuto. E la prova evidente di tutto ciò si riverbera negli insulti che volano, soprattutto fra le liste che hanno in qualche misura determinato quella vittoria.
L'unico vero ed assoluto bisogno che invoca la maggior parte dei cittadini è avviare un processo di cambiamento basato innanzitutto sull'esigenza di capitalizzare investimenti con professionalità adeguate e soprattutto, con persone in grado di continuare ad auspicare un degno futuro per Pomigliano. E ciò si può fare solo se ci si presenta uniti fino alla fine.
di Giovanni Passariello - Partito Radicale
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