C’è una sorta di feticismo per i programmi elettorali in questa campagna elettorale, stimabilissimi, utili, funzionali, ma spesso i’improntitudine della realtà, del lascito del “laborioso” Laboratorio, del preparato morfico disperso verso tutti i gangli dell’amministrazione, mette davanti a chi vince delle situazioni emergenziali che fanno spostare la prefissata traiettoria programmatica ed anche una certa approssimazione tra ideologie contrastanti, che fa spostare la battaglia politica su fronti inesplorati.
Potrebbe essere il caso della partecipate e delle fondazioni che hanno abbassato di parecchio la qualità della loro offerta e della loro funzione. Basti pensare al drastico calo della raccolta differenziata, che era fiore all’occhiello delle amministrazioni Russo. E allora toccherà rifare una governance, stabilire riunioni settimanali e lavorare sodo per portare l’indice di raccolta dov’era, cioè prossimo al 70 per cento. E a questo si aggiungeranno le nuove normative che vanno verso la transizione ecologica ed energetica, per cui bisognerà integrare il lavoro e calamitare la propria attenzione su questi versanti se si va alla ricerca di un cosmopolitismo locale.
Altro bagno di realtà è l’Asm che non gode di buona salute. Il comunista Michele Caiazzo da un giorno all’altro l’aveva privatizzata, il riformista Lello Russo l’aveva portata in attivo dando un significato civico alla farmacie comunali e ai vari servizi di acqua, luce e gas. Due visioni ideologiche che la realtà archivierà: sarà la tecnica su indicazione politica a risollevare le sorti del’Asm. Si andrà oltre la dialettica tra poli opposti, comunismo e riformismo, preverrà il conto del ragioniere.
I temi saranno brodo di coltura per chi ha una sovrastruttura ideologica di risulta buoni per canalizzare gli entusiasmi popolari. L’oratoria scalderà i peones ma le ideologie saranno relegate al magazzino delle curiosità mentali specie se al centro dei successi ci sarà l’hinterland del’eterogeneità, fortunamente ben guidata da chi usa Idea e Ragione. Dunque, si passerà dall’entusiasmo all’equilibrio, dall’equilibrio all’obiettività
C’è un ventaglio di emergenze che un sindaco dovrà affrontare prima di imprimere la sua idea di città, a ciò si aggiunge che la pubblica amministrazione, dottrina venefica, si è fatta più complicata e sposta sempre verso le dirigenze il potere di decisione. Serve un deposito di cervelli e tanta virtù. La virtù è la scienza sublime delle anime semplici.
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