- Avv. Sanseverino, come si sta lontano dai riflettori politici?
Lontano dai riflettori politici sto davvero molto bene, mi sto disintossicando, ho recuperato serenità, mi sto dedicando alla mia amata professione e alle mie passioni e agli affetti, ma devo confessare che con la coda dell’occhio non manco di seguire gli accadimenti politici locali e nazionali.
- Eppure rumors vicini al governo che ha sostenuto, la vogliono presto in un ruolo di primo piano. Cosa c’è di vero?
Non è la prima volta che mi accostano al governo cittadino, questi rumors si stanno facendo seccanti. Io non ho mai pensato di entrare a far parte di questa amministrazione, non sono assolutamente disponibile e quindi non c’è niente di vero. Se poi questi accostamenti dipendono dal fatto che qualcuno mi riconosca un buon lavoro da assessore o della capacità, allora la cosa mi può far piacere ma non c’è nessuna possibilità che io entri a far parte di questa Giunta. Io decisi di prendere una consiliatura sabbatica e così sarà.
- Lei è amico di Armando Cesaro che ora milita in Azione. Ma prima ancora è un liberale moderato. Ha seguito le sue orme?
Armando è prima di tutto un caro amico. Alle scorse elezioni politiche abbiamo votato per il Terzo Polo perché questa è la nostra collocazione naturale dal punto di vista ideologico, soprattutto oggi che Forza Italia non è più in grado di incarnare quei valori liberali, essendosi schiacciata su posizioni troppo di destra. Non abbiamo tessere di partito, la nostra è una scelta culturale ed ideologica.
- Crede nel nascente Partito della Nazione?
Sono più di 10 anni che mi auguro la nascita del Partito della Nazione. A sinistra c’è totale subalternità e la logica è sempre quella dell’autoreferenzialità, il centrodestra è soprattutto la destra di Meloni, il partito di Renzi e Calenda può fare la differenza.
- Si è lasciato alle spalle le frizioni che ha avuto coi suoi precedenti compagni di squadra o c’è qualche ferita non ancora rimarginata?
Con tutti i miei ex colleghi di governo c’è un ottimo rapporto, ci vogliamo bene e ci frequentiamo fuori dagli ambienti politici. Questo è segno di intelligenza. Non ci sono mai state ferite.
- Dopo la fine di Di Maio, cosa resta di quell’aggregato informe che era l’alleanza tra Pd e 5 stelle?
Considero l’esperienza di questa amministrazione segnata perché si sta rivelando un fallimento ed è destinata a finire ineluttabilmente. Quest’aggregato è fallito un minuto dopo le elezioni. In realtà è successo qui quello che è stato a livello nazionale.
- Lei ha avuto autorevoli e autoritari maestri. Cosa pensa di Del Mastro?
Del Mastro è una brava persona, persona perbene, e probabilmente si trova nel posto sbagliato.
- Lei è ambizioso e prudente, quali velleità politiche coltiva?
Sono molto più prudente che ambizioso, anzi, ambizioso non lo sono mai stato, la mia storia lo dimostra. Non ho e non ho mai avute velleità politiche, sto benissimo fuori. Certo, mi manca un po' l’agone, ma non sono interessato a progetti personalistici, per me viene sempre prima l’interesse della comunità.
- Ritiene improbabile nel 2025 una ricucitura con l’area del civismo e del centrodestra?
Non è assolutamente esclusa una ricucitura, però occorre chiarire una cosa: io nel 2020 ho contribuito con altri alla formazione di una lista civica, il civismo appartiene a tutti, non è l’abito che è importante ma chi lo indossa, quindi non possiamo certo accostare il civismo solo ad alcuni, perché poi occorre sempre chi ci sta dietro questa formula. E comunque ho lasciato tantissimi amici anche nel centrodestra.
- Come immagina Pomigliano nel 2040?
Una città più sicura, più serena, più sostenibile e pedonale
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