Volendo azzardare una sommaria analisi dei fattori che giocheranno un ruolo nelle prossime elezioni comunali, e prendendo in prestito una terminologia economica, diremmo che i fondamentali sono quegli elementi che influenzano in modo stabile i relativi processi, contrapponendosi ai fattori momentanei.
Nel nostro caso, essi sono rappresentati da due elementi: le propensioni e le aspettative.
Nella evidente incertezza del risultato delle prossime elezioni (perché tutte le elezioni sono incerte e non esiste mai pronostico scontato), i dati da cui partire sono legati a queste variabili.
L’elettorato di Pomigliano ha una storia recente sicuramente orientata verso una visione progressista della realtá, seppire temperata in forma moderata, strettamente legata a temi di sensibilitá sociale. Sulla formazione di una identitá del genere hanno influito diversi fattori.
Sicuramente vi è una matrice definibile come “laburista” di buona parte del corpo elettorale. Nel senso che esso è costituito da persone la cui esperienza passa per l’impegno nel lavoro, subordinato o autonomo che sia. Molto hanno contribuito, in questo senso, le realtá industriali del territorio, anche se oggi Pomigliano è sempre meno una company-town, una comunitá le cui sorti non sono più legate in maniera cosi’ stretta agli stabilimenti metalmeccanici del territorio. Ma l’impostazione individuale e familiare, legata alla regolaritá dell’impegno lavorativo, resta una costante nell’identitá pomiglianese, diversamente da moltissimi altri comuni dell’hinterland napoletano.
Ciò si traduce in una marcata propensione al progresso, sicuramente come percorso personale, ma coniugato in una particolare chiave collettiva. Per cui, volendo prendere le mosse proprio dal recente ed effimero successo di Del Mastro, può notarsi che la principale forza di spinta della coalizione che lo sosteneva è stata costituita non tanto dal desiderio di rinnovamento del personale politico che lo promuoveva, quanto piuttosto dal messaggio che il candidato papirologo era riuscito a veicolare, facendo molta leva sul sostegno del governo nazionale. Che si era tradotto in un programma ambizioso di implementazione di tutte le infrastrutture cittadine.
Oggi resta la delusione collettiva per una promessa elettorale che tuttavia non è mai riuscita a diventare progetto esecutivo. Ma è indubbio che l’elettorato ha creduto fortemente in questa illusoria promessa, ed è una aspettativa, questa, che ancora resta, e chi vincerá le prossime elezioni non potrá ignorarla.
La comunitá pomiglianese supererá presto, o forse ha giá superato, lo sbandamento determinato dalla caduta degli dei pentastellati e della sua claque locale. Oggi la cittá è alla ricerca di punti stabili, perché la stabilitá rappresenta un ulteriore imprescindibile fondamentale. E per stabilitá si intende non il conservatorismo, ma il progetto di innovazione affidata a una guida esperta, in mani sicure.
di Francesco Cristiani
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