L’azione dell’amministrazione pubblica deve essere compresa nei limiti della legalitá, ma anche in quelli della competenza e della trasparenza. Insomma, un richiamo al rispetto della legge, all’interno di un quadro finalizzato alla soluzione dei bisogni collettivi. Perché il tutti contro tutti non giova mai a nessuno.
Quando oramai si profila all’orizzonte nella sua concretezza la sfida elettorale per il comune di Pomigliano, nella domenica delle Palme i parroci della cittá si rivolgono agli attori politici con una lettera aperta.
La firma innanzitutto è una invocazione, Pomigliano cittá di Pace. Non è cosa da poco, in un momento storico come questo, quando in molti italiani viene di nuovo fuori una sorta di spirito bellicista, evidentemente fuori luogo per chi si richiama all’impegno istituzionale nel segno del cattolicesimo.
Un cattolicesimo sociale che sta anche nel richiamo, sicuramente non casuale, alle parole di due padri nobili della nostra storia politica, Giorgio La Pira e Luigi Sturzo. Il primo, da sindaco di Firenze, fu infatti promotore di un singolare sforzo diplomatico, durante la guerra degli Stati Uniti contro il Vietnam.
La lettera, distribuita oggi nelle chiese tra le persone che hanno partecipato alla funzione che celebra l’ingresso di Gesù a Gerusalemme, è un accorato appello a tutti i candidati. Un decalogo etico che poggia su basi morali. E che ha come stella polare l’attenzione verso i deboli. La politica perciò come strumento di bene, nelle mani dei fedeli cattolici come dei laici. Le parole di papa Francesco sono mutuate per esortare tutti a “sporcarsi le mani”. Non perché la politica sia una cosa sporca, nient’affatto. Piuttosto perché l’impegno nelle storie del mondo non sporca mai le mani, se non sporca il cuore.
Non manca il realismo di evidenziare che i problemi delle persone non si risolvono con l’assistenzialismo delle manse Caritas, ma con scelte opportune e oculate, nella direzione del bene comune.
In questo senso, i parroci vorrebbero vedere, per Pomigliano, un progetto al passo coi tempi, una idea complessiva di cittá fondato sulla crescita integrale, sui ragazzi e sui giovani.
“Dialogate coi responsabili delle nostre gradi fabbriche, per assicurare ai lavoratori lavoro dignitoso”, questo passaggio rende pienamente la consapevolezza dei sacerdoti del fatto che oggi non basta avere un lavoro, per non rischiare di essere poveri, di non raggiungere il livello minimo della vita dignitosa che un salario dovrebbe assicurare, cosi’ come recita la nostra carta costituzionale. Evitare licenziamenti e lunghe cassintegrazioni: qui i parroci mostrano quel particolare volto della chiesa di Cristo che vuole stare al fianco di chi ha sulle mani l’unico sporco che non sporca mai, quello del lavoro.
In tanti, racconta la lettera, bussano alle porte delle parrocchie per chiedere aiuto. Per pagare una bolletta, mettere il piatto a tavola, trovare un tetto sotto cui dormire. I problemi collettivi sono evidentemente ben noti ai parroci, che li indicano esattamene come può fare solo chi vive la cittá in tutti i suoi momenti e in ogni sua articolazione. Sicurezza collettiva, ambiente e qualitá dell’aria, viabilitá, periferie, iniziative sociali di inclusione per le fasce deboli (anziani, malati, diversamente abili), le emergenze cui mettere mano.
L’azione dell’amministrazione pubblica deve essere compresa nei limiti della legalitá, ma anche in quelli della competenza e della trasparenza. Insomma, un richiamo al rispetto della legge, all’interno di un quadro finalizzato alla soluzione dei bisogni collettivi. Perché il tutti contro tutti non giova mai a nessuno.
Il decalogo del buon politico riportato nella lettera è mutuato da don Sturzo, e più che altro è una summa di buonsenso e pragmatismo etico. E alla fine di ogni giorno, fare un esame di coscienza sarebbe buona regola per il politico di qualunque colore.
La lettera conclude con una sorta di richiamo: noi pastori, insieme coi nostri parrocchiani, preghiamo per voi e per noi… ma siete voi politici a dover creare condizioni di collaborazione e partecipazione, per costruire il bene di tutti. Insomma, i parroci sembrano dire: fate in modo di non dimenticarvelo.
di Francesco Cristiani
Testata Giornalistica con iscrizione registro stampa n. cronol. 1591/2022 del 24/05/2022 RG n. 888/2022 Tribunale di Nola