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Life on Mars? - La rubrica di salute mentale del Dr. Vittorio Schiavone - Terapia alla carta

Vittorio Schiavone • 2 aprile 2023

Sarebbe voluta ritornare quella che era prima, prima di ammalarsi. Come se il tempo non valesse niente, come se il tempo e la vita trascorressero invano. Era stata depressa, non lo nego, ma ora non lo era più: era una giovane donna sola, spaventata e disillusa, stanca, desiderosa di amore

"Da bere nulla?".

Terminai così la lettura della terapia infinita che era stata prescritta a Camilla. Mi capitava spesso di vedere terapie articolate, ma questa le superava abbondantemente, ed in scioltezza. Non solo vi era un farmaco per ogni categoria, ma erano addirittura duplicati, come se i sintomi di questa giovane fanciulla fossero duri d'orecchi, o quasi delle divinità che meritassero una folla oceanica di molecole devote in processione.


Certo, anche la ragazza ci aveva messo del suo, chiedendo in continuazione al suo psichiatra che la mettesse a punto come si fa con un'auto d'epoca; entrambi dovevano avere una scarsa familiarità con l'articolo, in quanto avrebbero dovuto sapere che, in questi casi, l'ottimo è nemico del buono e che si si pretende una macchina perfetta bisogna acquistare un'auto nuova. Proprio come per le persone: se si pretende la perfezione, bisogna rivolgersi al campo della letteratura, del cinema o della menzogna.


Sarebbe voluta ritornare quella che era prima, prima di ammalarsi. Come se il tempo non valesse niente, come se il tempo e la vita trascorressero invano. Era stata depressa, non lo nego, ma ora non lo era più: era una giovane donna sola, spaventata e disillusa, stanca, desiderosa di amore. Quanto è banale, non trovate? Eppure i danni più gravi nella vita si fanno per una ricerca di originalità a tutti i costi. Quasi sempre la spiegazione più semplice è anche la migliore, non fosse altro per le conseguenze che comporta.


Ma qui, di semplice, non c'era proprio niente. Come potevo aiutarla a capire, ad accettare, ad accettarsi? Si sarebbe dovuta affidare ad un terapeuta, uno serio, che potesse accoglierla e restare lì, nonostante tutto. Ma avrebbe avuto anche bisogno di un contesto adeguato, di un gruppo in cui sentirsi accolta, di un lavoro diverso e più intensivo che non poteva fare da sola. Aveva bisogno di stare un po' insieme a noi, al nostro gruppo, il gruppo di riabilitazione. Sapeva cosa erano i TERP? Ovviamente no, non lo sa quasi nessuno, addetti ai lavori compresi: la riabilitazione psichiatrica, questa sconosciuta.

"Sai cosa sono i Terp, Camilla?".

" No".

"Ecco, è proprio ciò di cui hai bisogno".

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