Paolo Russo (Azione):"Finalmente sono nel partito della serietà e responsabilità:#sulserio"
Paolo Russo (Azione): "Finalmente sono nel partito della serietà e responsabilità: #sulserio"

On. Russo, come si trova in Azione?
“Bene, molto bene! Come trovarsi male nel partito della serietà e della responsabilità. Nel progetto delle persone che studiano, che producono e che lavorano”.
- Ha visto il suo ex partito in Campania? Azzerato
“Non amo parlare degli altri, anche se quanto sta accadendo in Campania testimonia, se mai ce ne fosse stato bisogno, che quella di lasciare Forza Italia non è stata una scelta, ma una necessità, quasi un obbligo dettato dall’esigenza di non tradire quei valori che da sempre hanno ispirato la mia azione politica e che già da qualche tempo non ritrovavo più in un partito che ha ormai perso di vista gli elementi fondanti che tanto entusiasmo avevano creato nei cittadini, nelle famiglie e nelle imprese. Senza tornare troppo indietro nel tempo basta riflettere su quanto è successo a luglio: favorendo la caduta del Governo Draghi per mera sete di potere, Forza Italia, con Lega e M5S, hanno piantato in asso i cittadini lasciandoli soli in un momento di grande difficoltà. Se un litro di latte costa più del carburante e se le scuole sono costrette ad organizzare mercatini dei libri usati perché sono sempre di più i ragazzi i cui genitori non riusciranno a far fronte all’acquisto dei testi scolastici, allora qualche domanda sull’opportunità di certe scelte pure occorre farsela. E’ per questo che apprezzo Calenda, il quale ha chiesto con grande senso di responsabilità a tutti i partiti di fermare la campagna elettorale per chiedere a Draghi interventi decisivi e condivisi per aiutare famiglie ed imprese. Ci ha visto giusto e in queste ore tutti i leader goffamente rincorrono Calenda e si stanno convincendo che bisogna dare subito risposte condivise alle famiglie ed alle imprese.
- È stato previdente: Azione-Italia Viva ha superato nei sondaggi Forza Italia. Dunque, i veri moderati sono altrove?
“I veri moderati sono quelli che non fanno il filo a Putin, che riconoscono all’Europa un ruolo importante pur mantenendo fermi i valori della distintività di ogni Paese, che hanno lavorato sodo durante il Governo Draghi per rimettere in moto una penisola fiaccata da due disastrose alleanze di potere, come quella della Lega e dei cinque Stelle prima e di questi ultimi con il Pd dopo, indebolita da una tragica pandemia e da una guerra che sta mettendo a nudo la fragilità di una nazione che a furia di far prevalere i no dei radical chic non è autosufficiente dal punto di vista energetico ed ora è ostaggio degli umori degli amici della destra”
- Renzi e Calenda dicono che il premier sarà Draghi: ma Draghi non ha dato nessuna disponibilità.
“Mario Draghi alla guida del Paese sarebbe una salvezza. Detto questo ciò che conta è il modello che l’uomo più apprezzato d’Europa ha inaugurato e che bisogna portare a tutti i costi avanti se vogliamo salvare il nostro futuro e soprattutto quello dei nostri figli”
- Quali sono le priorità da affrontare oltre la crisi energetica?
“E’ chiaro che adesso la priorità è porre un argine ai problemi di sussistenza che attanagliano famiglie ed imprese. Subito un pacchetto di misure per impedirne il default e poi una politica che voglia seriamente diventare indipendente dal gas russo attraverso il via libera ai rigassificatori, alle energie rinnovabili ed al nucleare”
- Il PNNR sarà sufficiente per dare alito al Sud?
“Abbiamo ottenuto che il 40 per centro dei fondi del Pnrr saranno destinati al Sud. Per la verità ad aver puntualmente applicato la clausola sono stati solo i ministri Brunetta, Gelmini e Carfagna, quest’ultima arrivando a stanziare delle risorse a sua disposizione ben il 79,4 per cento per le nostre terre. Non è stato altrettanto ossequioso della norma e dei cittadini del Sud il ministro leghista Giorgetti che, a fronte di una ingente quantità di risorse destinate al ministero per lo sviluppo economico, pari a 24 miliardi di euro, ha destinato al Sud solo il 24,8 per cento. Non lo è stato nemmeno il suo collega di partito titolare del dicastero per il turismo e, devo dire, neanche i rappresentanti del Pd nel Governo Draghi. Se vogliamo davvero che il piano nazionale di ripresa e resilienza costituisca l’occasione imperdibile per eliminare le disparità che esistono tra i cittadini italiani dobbiamo spendere presto e bene le risorse a disposizione, altrimenti avremmo solo contribuito a coprire di debiti i nostri figli ed i nostri nipoti. I fondi ci sono ed agli 83 miliardi del Pnrr vanno aggiunti i 48 della programmazione 2021-2027 dei Fondi strutturali e l’80 per cento del Fondo di Sviluppo e Coesione. Tutto però dovrà servire a rendere quest’area del Paese più competitiva, in grado di attrarre investimenti e soprattutto di convincere i giovani a restare e a scommettere nei luoghi in cui sono nati. Non è più tempo di trattare il Meridione come la zavorra d’Italia, da accontentare con l’elemosina delle politiche assistenzialiste. La rotta va invertita cancellando il peccato di residenza che ognuno sconta quando si reca in un ospedale della sua zona, quando non trova un asilo nel quale iscrivere il proprio figlio ed è costretto a rinunciare a lavorare, quando non c’è un bus per il trasporto del proprio ragazzo disabile, quando la scuola non supporta la crescita culturale e sociale degli studenti perché spesso non può contare nemmeno su una connessione ad internet decente. Tanta roba, insomma, alla quale proprio il ministro per il Sud Mara Carfagna ha cominciato a mettere mano vincendo importanti battaglie proprio sui livelli essenziali di prestazioni. Chissà se è per questo che qualcuno abbia deciso di fermare questa esperienza”
- Il contesto si è polarizzato: il terzo polo che partita gioca?
“Questa è una narrazione che bisogna cambiare perché rafforza i propositi di diserzione delle urne da parte di chi non si ritrova né nell’una, né nell’altra parte. La verità è che il terzo polo rappresenta l’unica vera novità nello scenario politico che si è delineato: i segnali di interesse sono crescenti e per questo sia le destre che le sinistre tentato di sminuire la nostra proposta. Vogliamo sconfiggere e cancellare la rappresentazione di un Paese diviso tra Guelfi e Ghibellini, tra fascisti, eredi di questi ultimi e comunisti. Ci sono i liberali, i popolari, i democratici, i riformisti e con loro vogliamo costruire un terzo polo 4.0, capace di essere elemento di attrazione per chi tiene alla risoluzione dei problemi e non alle promesse irrealizzabili.
- Avete intenzione di scompaginare un esito elettorale che sembra certo? E poi?
“..e poi proseguire con il governo della responsabilità e della serietà, non con quello che, e speriamo di no, da un lato scassa i conti dello Stato e dall’altro fa il filo a Putin che sta mettendo in seria difficoltà il nostro Paese e l’Europa; da una parte mostra compattezza ed unità di vedute e da un’altra litiga, nemmeno più tanto in segreto. Basti rivedere lo spettacolo patetico andato in scena a Cernobbio quando Giorgia Meloni si è coperta il volto durante l’intervento di Salvini”
- Renzi e Calenda sono due caratteri dissimili: si fa prima a dire quali caratteristiche li tengono assieme.
“Semplice: la voglia di Italia, sul serio”
- C’è il tarlo degli astensionisti. Riuscirete a portarli al voto?
“Siamo gli unici che possono riuscirci. Gli italiani non dimenticano chi ha staccato la spina non al Governo ma all’Italia”.

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