Consigliere Esposito tiene banco la questione del Ddl autonomie sul quale voi avete forti perplessità. Quali sono tra le tante?
Il Mezzogiorno parte da una posizione consolidata negli anni, purtroppo, di difficoltà oggettiva in tutti gli indicatori, rispetto alla media del Paese, per numerosi fattori storici e anche scelte burocratiche che andrebbero superate, come la spesa storica.
La Lega ha voluto fortemente questo provvedimento. Si è fatto un’idea del perché?
La Lega ha fondato la sua principale battaglia politiche sull'autonomia del nord, anche se negli ultimi anni, ha tentato di darsi nuove vesti, facendo passare il Partito come un movimento nazionalista, di fatto è nel suo DNA il consolidare delle regioni del nord.
Quali sarebbero le ricadute sui cittadini?
Proprio per le condizioni di svantaggio, qualsiasi proposta di differenziazione andrebbe ad inasprire le differenze, ciò avrebbe un risvolto negativo sui servizie la vita reale dei cittadini.
Si aprirebbe un divario enorme tra Nord e Sud?
Come dicevo le differenze ci sono ed è una riforma che assolutamente non punta a ridurre le differenze.
Chi sono i nemici del Sud all’interno del Sud?
Innanzitutto la poca attenzione anche mediatica e di consapevolezza sul tema e sulle sue ricadute, questa è un limite di tutte le forze politiche e sociali.
È evidente che da un partito che si professa nazionalista è una contraddizione l'approvazione di questo tipo di misure, mi riferisco soprattutto a Fratelli d'Italia, ma anche Forza Italia.
C’è chi dice che si sta facendo tanto rumore per nulla. Senza costare un euro, infatti, questa riforma dovrebbe garantire una maggior responsabilizzazione della spesa pubblica, maggior efficienza e quindi servizi di maggior qualità offerti ai cittadini. Dimenticando che l’istituzione delle regioni è stata, storicamente, una delle cause che ha fatto esplodere il debito pubblico e ha complicato non poco l’assetto normativo e istituzionale del Paese.
I cittadini eventualmente non dovrebbero mai pagare i danni prodotti da una classe dirigente inadeguata e comunque come emerge quotidianamente la storia che a nord siano più bravi ed efficienti del sud, è una tesi ampiamente smontata dai fatti.
Parlando d’altro, a breve c’è il congresso del Pd, lei con chi sta e perché?
Sostengo convintamente Elly Schlein, perché è a mio avviso quella più capace a coinvolgere e parlare a quel mondo che negli ultimi tempi ha abbandonato l'idea di avvicinarsi e votare il Partito Democratico.
Quali sono i mali del Pd e come si sanano?
Non aver avuto una linea chiara su qualsiasi questione identitaria, di rappresentanza. Spesso ho fatto fatica anche io a capire l'inclinazione del mio Partito su temi per nulla irrilevanti.
È stato un errore l’intesa coi 5 stelle?
Contro una destra che oggi unita rappresenta la maggioranza relativa degli elettori, è indispensabile allargare il fronte delle alleanze. Territorialmente, dove ci si è riuscito, abbiamo avuto anche risultati importanti insieme ai 5 stelle, a livello nazionale, il Movimento anche se in modo abbastanza repentino è cambiato molto, non sono enormi le distanze tra noi.
Andare oltre il Pd, come dice Fassino. Oltre cosa c’è?
Oltre al PD ci sono innanzitutto gli elettori da dover rappresentare, i nuovi disagi, le nuove sfide, come l'ambiente e rappresentare in modo chiaro il mondo del lavoro, contro i molteplici contratti precari e la dignità di dover ricevere stipendi adeguati.
Testata Giornalistica con iscrizione registro stampa n. cronol. 1591/2022 del 24/05/2022 RG n. 888/2022 Tribunale di Nola