All’indomani della vittoria schiacciante del dimissionario sindaco Gianluca Del Mastro, qualche teorico del Voltiamo pagina, lo slang cucito da un bravo fromboliere di parole, ebbe a dire che si trattava della Waterloo di Lello Russo, sconfitto e confinato a casa in attesa di lavare la rabbia. Ma prima di ibernarsi e rigenerarsi per le prossime sfide, Lello Russo rispose piccato: “È la Waterloo di Pomigliano, non mia e ve ne accorgerete”. Profezia ha voluto che avesse ragione: è finita l’era più tetra e dilettantistica che la città potesse desiderare.
E non fosse altro che per un fatturato amministrativo davvero scarno e privo di ogni visione ma concentrato di rabbia nel distruggere ciò che era stato fatto prima. Ma le ragioni forse autentiche vanno ricercate nella politica. Un aggregato informe senza colore né esperienza baciato da Roma come Lavoratorio, un campo largo Pd e 5 Stelle mai seminato di sano pragmatismo, un coacervo di interessi sparsi, come poteva reggere al peso della realtà? Storie diverse, esperienze poco integrate, assessori scelti per amicizia e non per valore. Poca malizia politica, tanta boria e velleità di appuntarsi qualche gallone a blazer semindustriali.
Macchiette di un carro carnascialesco in cerca di personaggi. In poche parole, non è che non c’era il sindaco, non c’era la politica! Svanita la buona sorte di Luigi Di Maio, deus ex machina della fusione, sono iniziate le prime crepe. Gli ex 5 Stelle,orfani del vate e vaganti come nomadi, non sono stati capaci di ridarsi una collocazione, che poteva venire solo attraverso la buona amministrazione. Ne ha approfittato per un pò il Pd, che un retaggio politico almeno ce l’ha, facendo capire a più riprese a Del Mastro che serviva il classico rimpasto. Ma nemmeno quello sarebbe servito, lo iato di intenti politici era troppo grande. E cosi, via con le dimissioni di assessore e vicesindaco fino notificare nero su bianco la Waterloo di Pomigliano. Hanno perso tutti! Si torna al voto, palla al centro, riparta il cruento risiko delle alleanze. C’è poco tempo, dice la legge. C’è poco tempo per Pomoiliano.
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