- On.Lupi, impazza una tempesta globale. Serve la politica, quella credibile. La sua coalizione come affronterebbe questa situazione?
Bisogna fare come con la prima ondata di Covid, un decreto ristori per le imprese aiuti alle famiglie. Questa crisi è più grave di quella pandemica. Non serve lo scostamento di bilancio, basta che l’Europa autorizzi, come già fece per il Covid, l’uso dei fondi europei già in possesso delle Regioni. Sono immediatamente utilizzabili.
- Lei crede che ci sia in atto una speculazione sui prezzi in generale? Perché vi è sfuggito di mano?
La speculazione è sotto gli occhi di tutti. Ci sono Paesi dell’Unione europea che ci stanno guadagnando, e tanto. Il problema energetico o viene affrontato a livello europeo, e con una vera solidarietà, o ci lascia in balia della Russia di Putin. Draghi, e io ero e sono d’accordo con lui, chiede il price cup da mesi. C’è un oggettivo ritardo dell’Unione, non so se per timidezza o per egoismi nazionali, comunque va superato con decisione.
- Dopo il lockdown, il razionamento dei beni primari. Dove sta andando questo Paese e come cambiare rotta?
La situazione è seria ma non va drammatizzata oltre misura. Per ora c’è un’ipotesi di piano che prevede l’abbassamento di un grado del riscaldamento, ma il vero obiettivo deve essere la diversificazione delle fonti energetiche, sia come tipo (solare, eolico, idroelettrico, gas e io aggiungo il nucleare, sia come paesi di provenienza. In più dobbiamo sfruttare il gas che abbiamo: 40 miliardi di metri cubi in alto Adriatico non possono restare inutilizzati e a disposizione solo della Croazia, che lo estrae regolarmente.
- Si stimano 4 milioni di persone che andranno in povertà energetica, rimarranno senza luce. La politica che deve fare?
Un decreto ristori per le imprese e di aiuti alle famiglie che sia immediatamente operativo.
- Va di moda il termine moderato, ma esiste una fenomenologia del moderato?
Una persona responsabile, che vive del suo lavoro, certa dei suoi diritti ma anche conscia dei suoi doveri, che considera importante il merito e la competenza, disposta a fare sacrifici per la sua famiglia e per il suo paese, odia ideologie e preconcetti ed è piuttosto pragmatica, ama il confronto anche con chi è molto diverso da sé perché sa immedesimarsi nella posizione dell’altro, non gli interessa tanto avere ragione, ma risolvere i problemi. Come vedein molti si possono ritrovare in questa descrizione, sono i tanti moderati che magari non votano più. Che cercano rappresentanza, Noi moderati nasce per dargliela.
- Il moderatismo, l’apertura liberale fa a pugni col conservatorismo all’italiana della Meloni?
La risposta precedente già le dice che in un’alleanza di centrodestra, che ha sottoscritto un programma comune, c’è posto per gli uni e per gli altri, c’è una proposta di governo del Paese e ci sono identità differenti, storie culturali e politiche diverse di cui si può fare sintesi. Non faccio a pugni con gli avversari politici (avversari da sconfiggere, non nemici da abbattere), figuriamoci se lo faccio con gli alleati.
- Il contesto elettorale si è polarizzato: c’è la Meloni e c’è Letta che traccia una dicotomia tra rossi e neri. Voi dove vi collocate?
Una cosa è polarizzare il voto, il nostro sistema elettorale lo richiede, altro è radicalizzare lo scontro ideologico riportando l’Italia indietro di decenni. È l’ultima cosa di cui abbiamo bisogno. E non corrisponde alla realtà dell’Italia di oggi.
- Ha del vero, come dicono Renzi e Calenda, un ritorno in campo di Draghi?
Bisognerebbe chiederlo a Draghi. Io sto a quello che Draghi ha detto al Meeting di Rimini, cioè che non esiste un’agenda Draghi, l’agenda la decideranno gli italiani con il loro voto. Lui semmai rivendica un metodo. E poi mi lasci dire che non ho mai visto fare campagna elettorale tifando che non vinca nessuno così si ripropone l’ingovernabilità e proviamo a richiamare Draghi, non è una proposta di governo è l’irresponsabile tifo per un’anomalia della democrazia, come se il voto degli italiani fosse una formalità inutile.
- Cosa risponde all’appello di Calenda di formare un governo di unità nazionale compreso la Meloni?
Mi sembra di essere stato chiaro.
- La Meloni sarà premier o indicherà un federatore?
Aspettiamo il 26 settembre, vediamo i risultati e se Fratelli d’Italia sarà il primo partito della coalizione vincente non vedo perché il centrodestra non la debba indicare Giorgia Meloni al presidente Mattarella, il quale poi deciderà. È una regola condivisa che è valsa per Berlusconi e per Salvini, non vedo ragioni per non usarla anche con Giorgia Meloni. Se poi lei ha in mente altro, non lo so.
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