Visite
VISITE

Marco Follini: "La Dc scuola insostituibile, oggi non formiamo classe dirigente"

Felice Massimo De Falco • 14 febbraio 2023

Marco Follini: "La Dc scuola insostituibile, oggi non formiamo classe dirigente"

On. Marco Follini, chi era antropologicamente il democristiano: quali vezzi e virtù aveva?

 

I democristiani erano tanti e quindi c’erano anche tanti vizi, però c’era una cultura comune e cioè la capacità di ascoltare il prossimo che fosse un elettore democristiano o un militante di altra parte politica, che fosse a favore o che fosse contro. Si possono dare molti caratteri all’esperienza democristiana, ma se debbo trovarne uno che ne spieghi gli altri direi proprio la capacità di ascolto.

 

Cos’era la Dc nell’immaginario collettivo e cos’era la Dc nelle istituzioni?

 

Nell’immaginario collettivo è stata, specie negli ultimi anni, vissuta come un blocco di potere, era il partito dominante e quindi era oggetto di fiducia da parte di chi la votavano ma anche di diffidenza di chi ha voluto sperimentare strade diverse. Il ricordo della Dc ancora oggi è molto legato all’insofferenza verso i democristiani. Il giudizio storico dovrà attendere qualche anno per raffreddarsi e consolidarsi. Tuttavia è stato un partito che ha coinciso con un periodo di crescita un po' tumultuosa e disordinata ma molto importante nella vita del Paese.

Se si pensa alla DC la mente va subito a personaggi di grande levatura come Andreotti e Moro. Quanto erano antitetici?

 

Erano molto diversi, peraltro non si amavano così tanto, avevano fatto insieme l’esperienza della FUCI. Nella Dc Moro ha iniziato sotto l’egida di Dossetti, Andreotti con De Gasperi, per molti anni si erano dati battaglia nello stile morbido tipico democristiano. Andreotti era più pragmatico,Moro aveva un tratto di profonda identità ideologica. Erano caratterialmente agli antipodi, però nei partiti di quella stagione le persone si abituavano a convivere e a trovare del buono anche tra i loro avversari interni, una caratteristica che col senno di poi non avremmo dovuto disperdere.

 

La Balena Bianca era popolata da personaggi emblematici. Chi ricorda con rispetto?

 

La Democrazia cristiana aveva una grande quantità di leaders importanti ed ingombranti, ricordo Fanfani e Moro, protagonisti principali poi De Gasperi, e tutta la leva della costituente, la classe dirigente che si andava formando. In seconda fila, c’erano molti dirigenti che hanno avuto un ruolo storico importante nella vita del paese. Tuttavia io insisto molto sul fatto che la forza della Dc erano le quarte, le quinte e le seste file, un fitto reticolo di dirigenti, amministratori, parlamentari, assessori, segretari di sezione: un tessuto molto ricco e radicato, gente che aveva competenza sugli argomenti, erano espressioni di comunità locali che decretavano il loro successo e la loro esclusione.

 

Lei descrive il rapporto tra Dc e Pci come “un’insieme di avversione e sottaciuta complicità” e come “una quasi benevola inimicizia”. Come si riverberava nel paese reale questa falsa contiguità?

 

Entrambe discendevano dall’assemblea costituente, avevano salvaguardato il principio che sulle regole si doveva decidere insieme. Questo patto, che è all’origine della vita repubblicana, aveva creato una sorta di complicità. Tuttavia, al di questa, c’era poi un conflitto ideale molto acuto perché la Dc era l’Europa, l’atlantismo, il Pci viveva nel mito della Rivoluzione sovietica; c’era una diversa idea della democrazia, secondo noi democristiani i comunisti per un pungo periodo sono stati tutt’altro che democratici. L’avvicinamento non poteva essere né troppo disinvolto né troppo affrettato, c’era rispetto, c’era la convinzione che bisogna vivere sotto il tetto delle stesse istituzioni, e c’era anche la consapevolezza di un antagonismo che era meno acuto, meno stridente di quanto non fosse tra gli elettori ma era tuttavia un’antagonismo di vita ideale che non merita di essere cancellato dalla leggenda del consociativismo che è appunto una leggenda. Dc e Pci si combattevano ma sapevano che c’erano frangenti nei quali bisognava andare d’accordo o almeno trovare il modo in cui il loro disaccordo non fosse troppo rovinoso.

 

Riferimenti culturali come democristianeria e comunismo sono saltati. Ad oggi nascono partiti senza identità o ce ne sono già e non ne trovano una, come il Pd.

 

Perché nascano nuove formazione politiche occorre cambiare le regole e le consuetudini. E’ ovvio che in una politica così priva di ancoraggi al territorio non si va lontani. La politica ha bisogno di alimentarsi del rapporto con gli elettori, della quotidianità, dei legami. La politica ha bisogno di ritrovare dei luoghi in cui le persone s’incontrino anche fisicamente, Un po' il venir meno di quella classe dirigente che era più attrezzata a questo e un po' le illusioni seminate dalla rete, dall’idea che la virtualità posso prendere il posto del contatto diretto, hanno creato una condizione che rende difficile immaginare nuove iniziative politiche, perché esse nascono dalla consuetudine che si è persa.

 

Oggi dove si formano le nuove classi dirigenti?

 

Non si formano e il risultato è sotto gli occhi di tutti, occorre riaprire le scuole-partito, le sezioni non per tornare al passato, ma per ricreare un contesto di quotidianità condivisa che è alla base dell’agire politico.

Quali sono stati i suoi principali riferimenti nella Dc? Quali insegnamenti preziosi ha ricevuto?

 

L’influenza di Aldo Moro per me è stata preziosa perché è stato un insegnamento dedicato all’ascolto, alla sensibilità, alla curiosità verso il prossimo. Moro era uno straordinario ascoltatore. I colloqui che ho avuto con lui non erano mai dei monologhi erano piuttosto degli interrogatori, a lui ogni persona diceva qualcosa. Dopodichè quello che mi ha colpito in quegli anni è come una classe dirigente che era al culmine del potere, sapeva interrogarsi con curiosità sull’universo giovanile.

 

Secondo lei la Dc è stata “picconata” da Tangentopoli?

 

No, la Dc è stata logorata da se stessa e da un’incapacità di risolvere il problema principale di quegli anni, cioè non poteva darsi a lungo andare uno schema secondo cui la Dc stesse sempre al potere e il fronte sinistro all’opposizione, Occorreva realizzare quello che si dice il compimento della democrazia, sbloccare un meccanismo che imperniato così. Questo processo lo hanno realizzato, a loro modo, Berlusconi e Prodi. Era un processo che andava realizzato dalla Dc, non essere riusciti in questa impresa ha determinato la fine di un po' di tutti, a partire dai democristiani.

Share

Tutti gli articoli

21 febbraio 2025
"Per quanto si possa prendere d’esempio qualcuno, ho sempre creduto che si impari solo dagli sbagli che tu stesso commetti".
Autore: Marianna Marra 12 febbraio 2025
"Succede che quando inizi a frequentare un mondo, diverso da quello che hai vissuto fino a quel momento, non capisci più dove stia la verità. Letteralmente".
shrek, shrek the musical, graziano galatone,
Autore: Marianna Marra 17 gennaio 2025
shrek, shrekthemusical, fiona, ciuchino, graziano galatone, musical, notredame de paris, frollo, febo, esmeralda, quasimodo, cocciante, i promessi sposi, renzo e lucia.
Autore: Anna Poerio 10 gennaio 2025
La miniserie “Leopardi. Il poeta dell’infinito” è stata liberamente ispirata alla vita del grande poeta, tuttavia, sarebbe stato opportuno non trascurare alcuni elementi che avrebbero potuto arricchirla. Nel film vediamo Poerio proferire solo poche parole; le uniche di rilievo sono quelle con cui prende le difese del Leopardi, offeso dal Tommaseo, definendolo giustamente il più grande poeta del tempo. Nelle poche scene in cui appare il poeta napoletano, egli è sempre silente, sembra quasi un personaggio ininfluente, cosa che non gli rende giustizia, in quanto a Firenze il Poerio era preso molto in considerazione e godeva di notevole rispetto e ammirazione.
Autore: Felice Massimo De Falco 31 dicembre 2024
Micaeala Ottomano: "S ono percepita come un’aliena e devo riconoscere che trovo molto più osteggiante il comportamento dei colleghi uomini rispetto a quello delle donne, con le quali la competizione e’ molto più sana. La maggior parte degli uomini in Italia non ama la donna in carriera, poiché rappresenta un problema, l’uomo vuole competere con un uomo e non con una donna che spesso percepisce, inconsciamente, come una minaccia al suo ego. Il nostro Paese è più che impregnato di patriarcato, da Sud a Nord è sempre più frequente che sia l’uomo a decidere le regole in società. Basti pensare alle piccole questioni giornaliere, se hai un uomo accanto tutti ti mostrano maggior rispetto, farsi valere da sole per noi donne e’ difficilissimo. Ora con Giorgia Meloni premier la situazione e’ in miglioramento ma sono molti, troppi i suoi detrattori; ovvero quelli che non vogliono riconoscere le sue straordinarie capacità solo perché è donna: una stortura del nostro tempo".
Autore: Mario Sorrentino 24 dicembre 2024
Nelle mani di Dickens, il Natale torna ad essere un tempo per riunirsi con la famiglia, celebrare lo spirito di generosità e festeggiare allegramente.Soprattutto, il periodo natalizio è un’opportunità per sintonizzarsi su una frequenza più alta e per prestare le nostre voci al ritornello che canta uno dei brani più antichi e migliori di tutti: la canzone del potere redentore dell’amore. E oltre al fuoco acceso di un focolare, è soprattutto al calore che abbiamo dentro che penso. Un calore che si alimenta con le cose semplici, essenziali, autentiche. Un sorriso, uno sguardo, un abbraccio. Quelle che fanno emergere il nostro lato migliore. Le cose che ci fanno volere più bene a noi stessi, da Seneca,”si vis amari ama”. Penso agli occhi di chi ci guarda con amore, di chi ci incoraggia sempre, di chi alzando un calice, cercando il nostro bicchiere, brinda ancora alla vita.
Autore: Felice Massimo De Falco 24 dicembre 2024
In un’intervista approfondita al Prof. Andrea Spiri, storico e docente alla facoltà di Scienze politiche alla LUISS di Roma, sono emerse riflessioni significative sul legame culturale tra il Partito Socialista Italiano (Psi) e la destra italiana, con particolare attenzione alla figura di Bettino Craxi e alle sue eredità nel contesto politico attuale, rappresentato da Giorgia Meloni. Per Spiri, oggi, il riformismo di Giorgia Meloni presenta alcune affinità con il pensiero di Craxi. Entrambi condividono l’idea di un riformismo che risponde a una realtà in evoluzione, ponendo l’accento sull’autonomia e sul primato della politica.
intervista a Sabrina Musco di Marianna Marra
Autore: Marianna Marra 11 dicembre 2024
Nella seconda parte dell'intervista a Sabrina Musco si parla di Arkane, Fika, disabilità, strutture turistiche di ricezione, sharenting, decorazioni natalizie, viaggi, albero di natale, content creator, travel writer, cotswolds, inghilterra, blogger, fashion, moda, styling, marianna marra, strutto & parrucco, rubrica, emozioni, makeup, cucina, costume, gioielli, svezia, lapponia, natale, aurora boreale, telese terme, napoli, milano, blogging.
Autore: Marianna Marra 3 dicembre 2024
Sabrina Musco: “I numeri sono importanti e molto per il tipo di lavoro che faccio perché ciò che un’azienda ‘acquista’ durante una sponsorizzazione è il legame che si ha con le persone che si seguono. Grandissimi numeri non vuol dire per forza ottimi risultati, ma è normale che i numeri siano anche di influenza per un’azienda che ti sceglie (oppure no) credo che l’aspetto fondamentale sia non guardare ‘solo’ ai numeri”.
Autore: Felice Massimo De Falco 3 dicembre 2024
In un’epoca caratterizzata da rapidità e oblio, emerge una domanda cruciale: stiamo davvero costruendo una società che non lascerà tracce nel futuro? Questa riflessione proviene da un’analisi profonda della nostra cultura contemporanea, che “sembra abbandonare le proprie eredità, sia culturali che storiche”. É il tema a cui risponde Marcello Veneziani, scrittore e filosofo, nel suo nuovo libro “Senza eredi, Ritratti di maestri veri, presunti e controversi in un'epoca che li cancella”, edito da Marsilio.
Altri post
Share by: