Piccole storie di dignità.
“Devi farmi un piacere. Una cosa per cui non puoi dirmi di no.”
- "Cioè? Di cosa si tratta?”
-“Mi occorre la tua firma per la presentazione della nostra lista”. Al ritorno, dopo una manciata di minuti, la scena che si trovò difronte lo lasciò senza parole. Ci mise qualche secondo per capire pienamente cosa fosse accaduto.
Sulla scrivania c’era la lista che aveva appena firmato. Ridotta a pezzetti.
-“Scusa… ma che hai fatto? L’hai strappata?”
-“Si, esattamente.”
“Ma c’erano anche altre firme, ho visto quelle di tuoi familiari, era quasi completa.”
-“Si, praticamente lo era…”
-“Perché? Perché l’hai fatta a pezzi?”
Per quanto strano possa sembrare, quello che segue è il racconto di un episodio accaduto davvero. Una piccola storia di dignitá.
Siamo a Pomigliano, la nostra cittá, nello studio di un professionista. Manca pochissimo alla scadenza del termine per la presentazione di candidati per le prossime amministrative.
I protagonisti, le cui identitá resteranno anonime per ragioni di opportunitá, sono amici da quando erano ragazzi, solo una manciata di anni di etá li separano.
“Devi farmi un piacere. Una cosa per cui non puoi dirmi di no.”
- "Cioè? Di cosa si tratta?”
-“Mi occorre la tua firma per la presentazione della nostra lista”.
Queste parole lo avevano spiazzato, perché appena il suo amico aveva appoggiato i fogli sulla scrivania, aveva gettato una rapidissima occhiata sulla parte che più gli interessava. Tuttavia, non poteva rifiutarsi. Tirò fuori dal portafogli la carta d’identitá porgendola all’amico, senza tradire col viso alcuna emozione. Ma dentro, il disappunto era tantissimo. Aspettò che terminasse l’annotazione dei dati, poi appose la propria sottoscrizione.
-“Però, queste cose non mi piacciono – disse quando ebbe finito. Non mi sono mai piaciute, e tu lo sai. Ho firmato solo perché me l’hai chiesto tu, per i sentimenti fraterni che mi legano a te, da sempre. Ma francamente, trovo scorretto prendere le firme, non solo la mia, senza che sulla lista ci sia scritto il nome del candidato sindaco. Domani potreste metterci chissá quale nome, magari qualcuno impresentabile, almeno secondo il mio modo di vedere. Cosi’ non va bene, nient’affatto. Mi dispiace proprio quello che mi hai fatto fare”.
L’atmosfera fra i due si era fatta improvvisamente cupa. A stemperare il clima arrivò una telefonata, benché fosse nel suo ufficio per rispondere si spostò in un’altra stanza.
Al ritorno, dopo una manciata di minuti, la scena che si trovò difronte lo lasciò senza parole. Ci mise qualche secondo per capire pienamente cosa fosse accaduto.
Sulla scrivania c’era la lista che aveva appena firmato. Ridotta a pezzetti.
-“Scusa… ma che hai fatto? L’hai strappata?”
-“Si, esattamente.”
“Ma c’erano anche altre firme, ho visto quelle di tuoi familiari, era quasi completa.”
-“Si, praticamente lo era…”
-“Perché? Perché l’hai fatta a pezzi?”
-" Ho sbagliato io. Scusami. Non avrei proprio dovuto chiedertelo. Abbiamo sempre detto quanto fosse importante che si abbandonino comportamenti, consuetudini del genere. Firmare una lista solo per amicizia, senza che nemmeno ci sia scritto il nome del candidato sindaco. Cosi’ come dare il proprio voto solo per questo mal interpretato modo di intendere i rapporti umani. Fin quando non ci sará consapevolezza nell’espressione del mandato elettorale, le cose non cambieranno mai in meglio. Entrambi abbiamo sempre pensato questo. E poi oggi, io vengo qui da te, per chiederti di fare l’esatto contrario. Alla fine ti devo ringraziare, davvero. Perché con le tute parole mi hai fatto riflettere. Ho sbagliato, scusami. Ma forse per capire i propri errori non è mai troppo tardi, credo. Per questo ha strappato quel foglio. Ti ripeto, scusami”
Per qualche secondo ci fu silenzio.
-“Tra di noi non occorrono scuse. Ci siamo giá capiti, non dobbiamo aggiungere altro.”
-“Si, ci siamo capiti. Anzi, ci siamo sempre capiti.”
-“Però, mi chiedo, e ora? Che dirai ai tuoi, che hai strappato tutto?”
-“Proprio cosi’, esattamente. Dirò che io non ci sto più, che queste cose se le facciano loro. A queste condizioni, per me la lista possiamo anche non presentarla proprio. La politica cosi’ non mi interessa.”
di Francesco Cristiani
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