Il segretario dem Letta si è autodefinito "occhio di tigre", personalmente penso sia più vicino ad "occhio di pipistrello": considerati ciechi la maggior parte delle persone pensa che i pipistrelli abbiano a disposizione un sonar per orientarsi nel buio. Vero, ma gli occhi li hanno anche loro. Funzionano perfettamente, anche se soffrono di una forte miopia.
Il segretario dem in questa campagna, elettorale condotta all'insegna della mistificazione e demonizzazione dell'avversario, con punte di rancore politico e scarsa chiarezza di programmi, ha atteggiamenti da tigre ma ha la visione da pipistrello.
Osservando il suo comportamento dal punto di vista fenomenologico, si nota un sapere politico opposto tra soggetto e oggetto che lascia un vuoto che in realtà è il pernio della negatività dialettica che forse da ragione a Renzi circa la capacità delle scelte politiche attuate per affrontare le prossime elezioni. Infatti, giustamente asserisce che la campagna elettorale va fatta su programmi chiari e precisi orientati al futuro e non sui fantasmi. Salvini e Meloni non sono un pericolo per la democrazia.
Letta, da buon "borghese" privilegia l'osservazione dei fenomeni politici così come appaiono, indipendentemente dal fatto che corrispondono o meno a una realtà oggettiva. In effetti per lui non esiste una realtà in se, ma solo una realtà in me: sono io che do significato all'esperienza così come la percepisco.
Il tema di un governo forte è stato affrontato da uomini di destra e di sinistra, il premierato forte non c'entra nulla con il fascismo, è solo l'idea di dare al paese governi più stabili e sollecite risposte ai bisogni sociali con chiare e sollecite decisioni.
La destra non reclama pieni poteri, ma vuole affermare in modo chiaro e deciso i suoi programmi e le sue idee che, piaccia o no, hanno coerenza nel corollario di scenari di politica economica, di alleanze internazionali, nella visione di un Europa federata, e nella regolamentazione della vita sociale.
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