Forse saranno gli anni politici più impervi per il neocandidato Lello Russo, e non perchè i suoi trascorsi decennali a combattere tra gli aeropagi cittadini, provinciali e nazionali siano stati passaggiate di salute. Sarà dura perchè guiderà innanzitutto uno squadra eterogenea, costruita pezzo su pezzo senza un mastice ideologico ma con l'obiettivo concreto di vincere e governare. Sarà dura perchè c'è da rivoluzionare la macchina amministrativa, così vetusta, monca, scarsa di figure al passo con le leggi e con la capacità di accalappiare fondi esterni all'ente. Non si capisce se Pomigliano abbia avuto accesso a fondfi comunitari e com'è la situazione dei fondi del PNRR. Sinecizzare tanti aspetti faranno di questo mandato un dispendioso lavoro iniziale, un surmenage non da poco anche per un lavoratore instacabile come Lello Russo. Dopo il Covid e la crisi bellica, la politica è cambiata, si è burocratizzata ancora di più, dunque, servirà mettere assieme aree di lavoro e persone capaci nei posti chiave, tenendo lontane le conventicole di potere politico.
Non esiste oggi un vademecum che indichi la liturgia del buongoverno, esistono i problemi e le possibilità di risolverli con lo studio ed il lavoro. La crisi è stato lo spoiler del nuovo secolo, ha digitalizzato gli usi e costumi della gente e del lavoro, rendendo ancora più evidente il ruolo della comunicazione, sopratutto istituzionale, per dare una bussola sicura alle persone sulle cose che si stanno realizzando. La recrudescenza della cattiva comunicazione rende arido l'agire politico, perchè oggi c'è aria di "guardonismo" e la gente "vuole vedere" da vicino la politica, commentare, dire la sua, contribuire. E' una sorta di partecipazionismo digitale che costruisce una comunità e del quale bisogna tener conto.
Non sarà il dies irae, ma gli anni della ricostruzione, così come quando avviene una calamità naturale. L'implosione improvvida del Laboratorio ha scoperchiato un vaso di Pandora di disastri amministrivi e di astio umano. Non è stata una claque o un concistoro a decidere le sorti di Lello Russo, ma 10 componenti che hanno istanze importanti. E non si può parlare di rentree per chi è stato sui vascelli della cosa pubblica da decenni. Piuttosto potrebbe essere una specie di revanchè per chi è stato costretto al "confino domiciliare" per quasi 3 anni da chi lo ha pugnalato alle spalle, ammiccando alle luci psichedeliche di un grillismo ministeriale.
Sono ore frementi e di cautela quelle che accompagnano Lello Russo, scelto all’unanimità dalla Coalizione Riformista come guida nelle elezioni del 14 e 15 maggio prossimo. L’iridato ex socialista appare serafico e ringalluzzito, ma consapevole della dura missione che lo aspetta nel caso di vittoria, perché si tratta questa volta di caricarsi sulle spalle una città sviata dalla sciatteria dei precedessori e portarla nel posto in cui si addice, cioè epicentro economico, sociale e culturale nella provincia di Napoli.
Lello Russo sottolinea più volte che la sfida è la vivibilità per agganciare Pomigliano all’Europa. Compito sì importante per un politico impavido come lui, ma gravoso perché Pomigliano è al bivio di una trasformazione epocale che toccherà le fabbriche, i servizi al cittadino, l'ambiente, il suo commercio. C’è da traslare le virtù di una comunità per arrivare agli obiettivi. E per farlo c’è bisogno di stabilità politica e volontà di andare tutti dalla stessa parte. C’è poi la sfida dei fondi comunitari e del PNRR, soldi da veicolare su progetti che migliorino la qualità di vita dei cittadini.
Il cahieres de doléances è vasto e non ci si può permettere funambolici propositi per mandare in sollucchero l’elettorato. L’era narcisa dell’uomo solo al comando è finita, si gioca di squadra se si vuole tirar fuori dalla risacca della neghittosità l’amministrazione della città. L’ex sindaco si sofferma sulle periferie: tutte le periferie saranno mano mano dotate dei servizi essenziali.
Punto focale da cui ripartire è l’edilizia che costituisce buona parte delle casse comunali: Lello Russo allontana le ombre della malavita e rimette a posto chi le ha create ad uso e consumo di qualche riflettore mediatico su di sè. “A Pomigliano la camorra non c’è”, dice Russo, come a distruggere quella coreografia del Male intessuta da qualcuno in cerca di vanagloria. L’ex sindaco ruota tutto il suo discorso attorno alla vivibilità cittadina, il vero mantra del suo programma elettorale.
Vivibilità porta con se tanti corollari tra cui l’ambiente, il decoro urbano, lo smog, il traffico, il commercio. Transizione ecologica, verde pubblico, raccolta differenziata ed altri strumenti di sana condotta civica, sono tutte tessere di un solo mosaico che migliorano la qualità di vita di un cittadino, senza contare che vivibilità è anche e sopratutto non lasciare indietro chi è più sfortunato e ha bisogno di essere sostenuto.
D’altronde il riformismo è cura delle fasce deboli, un modo d’intendere la politica che da 50 anni accompagna Lello Russo, lo yin e lo yang della politica pomiglianese. E poi il ritorno alla cinghia di trasmissione tra città e fabbriche, un rapporto molto ravvicinato tra i due per costruire assieme un ponte di sviluppo e formare i giovani al lavoro e alla formazione.
E in ultimo, la missione delle missioni: rinnovare la politica, forgiare una nuova classe dirigente che cammini con le proprie gambe, aprire le porte dei partiti ai giovani perché senza ricambio di classe dirigente ci sarà sempre un vuoto di potere colmato dagli avventurieri della politica.
La “spesa delle cose da fare” è davvero lunga: “non basteranno 5 anni” dice Russo, con aria da sherpa. Ai cittadini interessa che si apra l'opificio della sana amministrazione.
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