Non sarà una passeggiata di salute neppure per lui, Lello Russo, candidato a sindaco supportato da ben 11 liste. Una miscellanea umana e di valori sparsa, eterogena e con un bagaglio di istanze opportune o meno da portare in groppa, se l’esito del voto accorderà loro la vittoria. Certo, i candidati sono il plus di chi li guida, alcune volte sono decisivi per la vittoria, altre volte sono più incisivi numericamente dello stesso candidato a sindaco. E allora non sarà facile gestire innanzitutto personalità differenti, con storie e valori diametralmente distanti, e portarli ad unità nel consesso più importante della città, il consiglio comunale.
Le doti di sensale che hanno permesso a Lello Russo di spacchettare il Pd, ingurgitare qualcosa dei 5 stelle, sterilizzare il campo progressista fino a non farlo presentare, sono encomiabili e danno la conferma che lui sia un politico di razza pregiata, un uomo d’altri tempi da far rimpiangere la Prima Repubblica, quando, accanto all’astuzia e al ragionamento c’era la Politica. Il convitto largo messo in piedi che ha le sembianze di una falange macedone sicuramente sarà decisivo alla causa, considerato che dall’altra parte di ci sono solo 2 candidati sindaci con due liste differenti. Abbassate le pretese di fare i Leonida contro Serse, l’esito si configura scontato, ma la partita va sempre giocata.
Ciò che preoccupa è il coniglio della composizione del consiglio comunale che verrà fuori dal cilindro delle urne. Valori come fedeltà, gioco di squadra, bene comune, attaccamento alla città, sono peculiarità che non tutti possono vantare. E spesso coloro i quali hanno dimostrato tali valori sono stati tagliati fuori dal circolo che conta a favore di personaggi che hanno fatto della loro missione politica un bene privato. Strano a dirsi, sono spesso i più premiati alle urne e lo saranno anche questa volta, avanzando prima di tutto cariche assessoriali. La matematica ci dice che almeno 3 liste rimarranno fuori dall’estenuante fase dell’assegnazione delle cariche in giunta.
E più consenso prenderanno e più alte saranno le pretese e la garanzia di essere autonomi nel loro mandato, col rischio di trasformare l’emiciclo locale in un suk di clientele in cambio dell’alzata di mano. Questa è la sfida che si troverà di fronte Lello Russo: equilibrare i poteri, rendere vacui quelli che non perseguono l’interesse pubblico, formare una squadra che segua i suoi principi, cioè “mettere il cittadino al centro” e isolare i “mercanti nel Tempio”. Ponga un limite al supermarket di seggi e selezioni prima che si aprano le urne uomini e donne dotati di passione, senso di responsabilità e lungimiranza, che sono le condizioni di un altro corollario: costruire una nuova classe dirigente. Non si lasci assuefare dai numeri per poi cedere alle grinfie divoratrici di chi fa politica come secondo lavoro o in alcuni casi primo. Eviti la dittatura delle prebende a favore della democrazia delle idee.
Lello Russo faccia un’operazione di eugenetica sui candidati, li selezioni, gli sposti consenso, gli dia la possibilità di cui vanno in cerca anche se risultano deboli elettoralmente. Che sia una catarsi il suo lascito politico e morale. Democrazia vuole che non ci si può opporre all’isterismo di massa che vota per un candidato per mille motivi, ma un uomo politico rivolto con lo sguardo verso il futuro può frenare gli egoismi di parte e dire come Kant: “Ogni politica dovrà piegare le ginocchia davanti alla morale”
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