Insomma, la partita per le elezioni amministrative di Pomigliano è giá chiusa prima ancora che sia giocata? Lello Russo, con la sua armata di liste e candidati, ha giá vinto?
A guardare bene le cose, ora che gli schieramenti sono completi, il risultato sembra molto meno scontato di quanto non potesse immaginarsi appena una settimana fa.
Paradossalmente, i fattori che giocano contro lo storico “Sindaco” di Pomigliano sono molti, e difficilmente controllabili. Proviamo a indicarne qualcuno.
Primo tra tutti, il fattore etá. Pomigliano è una cittá giovane, il suo elettorato è composto da una buona fetta di persone che anagraficamente si collocano nella fascia 18-35 anni, e sui quali candidati come Vito Fender e Marco Iasevoli possono avere molto appeal, per semplici ragioni di immedesimazione, a prescindere dal dato strettamene politico. Sentirsi più vicini dal punto di vista generazionale, per esperienze e formazione, per gusti e abitudini di vita, per linguaggio e codici comunicativi, può influire sul voto, e molto.
Ma anche sotto il profilo più strettamene politico, e quindi programmatico, ci sono elementi che possono turbare i sogni di Lello Russo. La voglia di “voltare pagina”, che tanto aveva determinato per il successo di Del Mastro, potrebbe tornare di moda, magari sotto altri slogan. Perché comunque è un fatto da non dimenticare che meno di tre anni fa, col papirologo maranese scoperto e regalatici da Luigi Di Maio, l’idea di inaugurare un nuovo corso amministrativo aveva fatto molta presa. Un desiderio che potrebbe rianimarsi, ora, con rinnovata spinta viaggiante sulla ali degli antagonisti di Lello Russo.
A ciò deve aggiungersi un dato più strettamente politico, perché l’impegno di alcuni degli sfidanti poggia su basi identitarie di una indubbia consistenza, contrapponendosi allo schieramento russiano che fa invece del civismo un dato più essenziale.
Fender, nella cittá delle fabbriche, con una posizione personale apertamente schierata a sostegno dei grandi temi sociali della sinistra, è sicuramente in grado di intercettare molti consensi.
Esattamente come, per altro verso, può fare anche Iasevoli, i cui legami col mondo del cattolicesimo sociale possono avere una valenza di grande rilievo, in termini di consensi.
Certo, si tratterá ora di vederli tutti all’opera. Lello Russo è, in qualche modo, una specie di familiare di ogni pomiglianese, nel senso che praticamente tutti lo conoscono, lo hanno giá sentito parlare, ne conoscono luci e ombre. Fender e Iasevoli invece ancora devono farsi vedere ed apprezzare, e non è scontato l’effetto che fará vederli cimentare sul campo concreto del dibattito. Ma proprio questo effetto sorpresa potrebbe rivelarsi un’arma vincente, mettendo in discussione il favore del pronostico che, in molti, a bocce ferme assegnano a Lello Russo.
Senza contare che c’è un vero e proprio esercito in libera uscita: i voti di PD e Movimento 5 Stelle, rimasti orfani di liste e simboli. La scorsa volta, non molto tempo fa, a Pomigliano erano maggioranza. Di tempo, in fondo, non ne è passato troppo. Per cui, pensare che rinunceranno completamente alla partita, potrebbe rivelarsi un errore di valutazione fatale per qualcuno. D’altro canto, si sa, chi entra in conclave papa ne esce cardinale.
di Francesco Cristiani
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