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"Perchè mi piaci" - La rubrica di Simona Sanseverino

simona sanseverino • 19 aprile 2023

Mi disse che era uno di quelli che riuscivano in tutte le cose che si prefiggevano come obiettivo.“Tutto ciò che mi ha penalizzato nei rapporti sentimentali mi ha invece facilitato nella vita professionale.” Disse “L’incapacità di gestire un’emotività fragile come la mia mi ha costretto a dedicarmi totalmente al lavoro. Nel lavoro ho trovato il mio rifugio. Ho sempre avuto la convinzione di possedere l’assoluto controllo della mia vita e dei miei sentimenti, e così ho sempre pensato che l’avrei vissuta. Ma ora mi sento attratto da te.

Mi disse che era uno di quelli che riuscivano in tutte le cose che si prefiggevano come obiettivo.
“Tutto ciò che mi ha penalizzato nei rapporti sentimentali mi ha invece facilitato nella vita professionale.” Disse “L’incapacità di gestire un’emotività fragile come la mia mi ha costretto a dedicarmi totalmente al lavoro. Nel lavoro ho trovato il mio rifugio. Ho sempre avuto la convinzione di possedere l’assoluto controllo della mia vita e dei miei sentimenti, e così ho sempre pensato che l’avrei vissuta. Ma ora mi sento attratto da te.


” Ero incredula, sconvolta. La sua dolce, tranquilla confessione mi colpì a un livello primitivo e profondo. Non riuscivo a lasciarmi andare. Lui parlava con aria seriosa e convinta. Di tanto in tanto mi fissava, mi sorrideva e mi teneva la mano. Era così accorato tuttavia così razionale nell’esprimere con tanta chiarezza le sue emozioni. Eppure era da tanto che io non vivevo una cosa così vera ed intensa. Mi sembrò un altro Claudio. Non proprio. Nel senso che era il mio solito Claudio. Ma un Claudio che teneva a parlare di noi. Quello io ancora non lo avevo visto.


Aveva le idee chiare riguardo a noi. Io credo che lui avesse le idee chiare per ogni cosa che facesse o pensasse. Io lo fissavo mentre nella mia testa mi ripetevo: “ci prova o non ci prova… ci prova o non ci prova… ci prova o non ci prova!” Con Claudio avevo capito, sin dal primo incontro, che forse per la prima volta nella mia vita mi trovavo di fronte un uomo e non un ragazzo. Non saprei come spiegare la differenza. Era una sensazione, il modo di parlare e forse quello di guardare. Era uno sguardo. E sicuramente la consapevolezza. È quella che rende uomo un uomo di qualsiasi età. Claudio era uomo e lo capivi da come si muoveva, come parlava come attraversava lo spazio e muoveva l’aria.


Non saprei forse per lui era arrivato il momento di smettere di giocare e cominciare a pensare cose più concrete come trovare una compagna e avere dei figli. Ma come al solito andavo avanti con i pensieri. Mi capitava spesso di fantasticare su di lui, ma soprattutto su di noi. È bello avere una persona sulla quale fare delle fantasie durante il giorno. Non so perché, ma quando pensavo a lui i miei pensieri non avevano mai il punto. Mi faceva compagnia. Lo respiravo nella testa e nel cuore. Eppure il nostro rapporto era stato fatto solo di sorrisi baci e piccoli sguardi muti. Comunque in quello che diceva c’era solo il fatto che si fosse accorto che io gli piacessi e voleva vivere con me quella emozione. Insomma fu difficile stare dietro ai suoi concetti ed alle sue parole. Un po’ mi sembrò come se mi avesse fissato in uno schema. Ma era una mia sensazione. Quello fu solo il suo modo per dire mi piaci

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