Dott. Del Gaudio, che idea si è fatta del caso Cospito?
Il caso Cospito è una grande strumentalizzazione che entra in un discorso più ampio: quello legato all’ergastolo ostativo e all’eliminazione o attenuazione del carcere duro. Un discorso che emerge per la prima volta in Italia con la strana profezia di Salvatore Baiardo, l’ex mafioso che a Giletti - lo scorso novembre - rivela cose inedite: dalla malattia di Messina Denaro, alla possibilità di mettere a segno una cattura da esporre come trofeo dopo 30 anni di ricerche.
- Pensa che la vicenda sia stata volutamente politicizzata?
la vicenda è politica in tutti i sensi. Riguarda la credibilità del governo al cospetto dell’elettorato moderato, specie in materia di ordine pubblico, ma anche la capacità di questa nuova classe dirigente di mostrarsi all’altezza del proprio ruolo e di una decorosa grammatica istituzionale.
- E' lecito che un politico vada a trovare in carcere qualcuno ma non tutti i detenuti possono godere di questi privilegi. E' così?
Qualunque esponente politico ha il diritto (e anche il dovere) di entrare nelle nostre carceri e svolgere il proprio ruolo di controllo e verifica delle condizioni di vita nei penitenziari. L’auspicio è che queste visite abbiano un carattere istituzionale, che rientrino in un ruolo di controllo destinato a migliorare le condizioni di vita di detenuti e agenti di polizia penitenziare e non solo per una rendita di consenso da spendere sotto il profilo elettorale. Ben vengano le visite anche per i tanti Gennaro Esposito che attendono un verdetto giusto e sono ristrette in attesa di giudizio.
- Cosa pensa della linea tracciata da Nordio sulla giustizia?
Della linea Nordio sulla giustizia condivido l’esigenza di rendere più spediti i processi. Tutto il discorso legato alle intercettazioni lo trovo un po’ strumentale, perché - da cronista giudiziario - so perfettamente che le fughe di notizie non sono giornalistiche, ma sono costruite e controllate da apparati deviati, da pg infedele o da soggetti che non fanno bene il proprio dovere. Quando leggiamo intercettazioni sui giornali, il più delle volte, si tratta di atti ostensibili, depositati in modo corretto nella disponibilità delle parti.
È giusto separare le carriere dei magistrati?
non trovo giusto la separazione delle carriere, perché da cittadino avrei paura di un pm disancorato da una cultura della giurisdizione. Il pm è tale quando si fa giudice e assume il punto di vista del cittadino; quando è rispettoso degli interessi delle parti in campo, quando - per essere chiaro - riesce anche a sconfessare se stesso se, nel corso dell’inchiesta o del processo, trova un elemento di prova a favore dell’imputato.
- Al di là di tutto una giustizia che non funziona non attrae forze economiche. Pensa che neanche la Cartabia risolva le tante aporie della giustizia italiana?
Al di là dei princìpi di base, che possono essere più o meno condivisibili, le riforme si fanno con investimenti concreti. Non si può pretendere di abbattere il contenzioso e ridurre i processi in pochi anni, senza investire sul personale amministrativo.
- Il tema del giorno è l’autonomia differenziata? Il Sud ci guadagna?
Stesso discorso per l’autonomia differenziata. Se i lep sono finanziati, va bene anche una certa autonomia assicurata alle regioni. Vede, i lep sono i livelli essenziali delle prestazioni da erogare sul territorio, in materia di formazione, istruzione, sanità e trasporti. Possibile dividere il paese in venti repubbliche, quante sono le regioni?
- Qual è la sua idea di giustizia giusta?
Una giustizia al servizio dei cittadini. Rapida ed efficace, in grado di garantire il rispetto della dignità dei cittadini, a partire dalle parti offese e dalle fasce deboli.
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