La conoscenza della macchina amministrativa, di cui Russo si fa garante, certo rappresenta un ulteriore elemento di apprezzamento, per chi deve andare a votare.
Dall’altra parte, tuttavia, resta una fetta di elettorato molto consistente e che, è bene sempre rammentarlo, a settembre 2020 era la maggioranza. Si tratta di persone che innanzitutto, in qualche maniera sono orientati verso riferimenti politici d’ambito nazionale: PD e Movimento5Stelle. Le basi identitarie finiscono cosi’ per collocare in modo naturale il voto di queste persone in un macro-ambito contrapposto a Russo, seppur suddiviso poi tra gli antagonisti Vito Fiacco e Marco Iasevoli.
In vista delle prossime elezioni amministrative, gli orientamenti degli elettori di Pomigliano sono essenzialmente collocabili all’interno di due macro-aree.
La prima (numerale assegnato non per importanza ma solo per comoditá espositiva) è quella di chi pensa che, dopo la recente disavventura del papirologo maranese marchiato Di Maio, sia necessario innanzitutto a piazza Municipio 1, ristabilire un clima di serenitá e di efficienza. Queste persone hanno perciò salutato fin da subito con favore l’impegno personale di Lello Russo, considerato una sorta di salvagente.
O, se vogliamo restare in tema nautico, un capitano di lungo corso di collaudata esperienza, uno che non porterebbe la nave a sbattere sugli scogli, niente a che vedere con lo sventurato Schettino-Del Mastro. Questa fetta di opinione pubblica, quindi, punta molto sul fattore stabilitá, su un conservatorismo più che altro soggettivo, riferito cioè al front-man schierato in campo. Quanto invece alle cose cui mettere mano in cittá, la coalizione lellorussiana propone un messaggio piuttosto concreto, avendo in programma una serie di interventi molto mirati, per recuperare vivibilitá urbana e progredire in efficienza dell’Ente comunale.
La conoscenza della macchina amministrativa, di cui Russo si fa garante, certo rappresenta un ulteriore elemento di apprezzamento, per chi deve andare a votare.
Dall’altra parte, tuttavia, resta una fetta di elettorato molto consistente e che, è bene sempre rammentarlo, a settembre 2020 era la maggioranza. Si tratta di persone che innanzitutto, in qualche maniera sono orientati verso riferimenti politici d’ambito nazionale: PD e Movimento5Stelle. Le basi identitarie finiscono cosi’ per collocare in modo naturale il voto di queste persone in un macro-ambito contrapposto a Russo, seppur suddiviso poi tra gli antagonisti Vito Fiacco e Marco Iasevoli.
Gli esiti di previsione parcellizzata restano incerti, perché ora è difficile immaginare, tra i due, chi possa avere maggiori consensi, tenendo conto che i due sono molto diversi tra loro, per estrazione e proiezione. Sulle rispettive basi naturali di consenso si appuntano poi alcuni elementi accessori, riassumibili all’interno del più complessivo concetto di salto generazionale: tenendo conto che Fender, anagraficamente, potrebbe essere non il figlio, ma il nipote di Russo. Ma il loro dato elettorale aggregato rischia di regalare qualche sorpresa a chi all’inizio ha immaginato una partita dall’esito scontato. Perché tale area elettorale, pur con tante differenze al suo interno, ha un comune denominatore che la fonde in un blocco antirussiano, somma delle due frazioni
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È opinione diffusa che Russo, in questo quadro, goda comunque di un consistente vantaggio. Lo scenario più vivace che allora potrebbe presentarsi, al momento della conta dei voti, è che al primo turno non si riesca a raggiungere la maggioranza assoluta, necessaria per l’elezione immediatamente. In questo caso, la partita tornerebbe apertissima. Per due motivi.
Il primo è che la spinta dei movimenti civici, potente strumento ora nelle mani di Russo con le 11 liste collegate, al ballottaggio diventerebbe assai meno incisiva. Il secondo, che le forze di entrambi gli altri sfidanti, accomunate da uno spirito antagonista a Russo, facciano fronte comune, riprendendosi quel vantaggio che meno di tre anni fa si era coagulato intorno allo slogan del voltare pagina.
di Francesco Cristiani
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