La cronaca delle separazioni e dei divorzi racconta le storie di tanti papà che vivono il dramma della separazione con i figli all'indomani della crisi familiare. Un rapporto padre-figli che si distrugge nei nei conflitti tra i coniugi, tra le vendette e la rabbia. E così nello sviluppo dei processi, tra ricorsi, , consulenze psicologiche e servizi sociali, ai più piccoli molto spesso viene negato un vero rapporto con la figura paterna. Altro elemento preoccupato è poi l’aspetto economico. Molti mariti/padri sono costretti a lasciare la propria abitazione ed obbligati a corrispondere assegni di mantenimento di rilevante importo. Ne parliamo con l’avvocato divorzista Rosa Di Caprio, autrice anche del libro “La Battaglia dei Papà”.
"Avvocato, è davvero così drammatica la condizione dei papà separati?
“Nonostante sia oramai da tempo in vigore la legge sull’affido condiviso, di fatto, nei tribunali esiste ancora l’adozione di provvedimento in cui la figura materna ha la preferenza. Di fatto, il padre viene allontanato dalla casa e quindi perde la quotidianità con i figli ed è obbligato a corrispondere un assegno di mantenimento. L’incidenza economica, come si può comprendere, è rilevante.
Per il rapporto padre-figli è davvero così difficile la soluzione?"
"Purtroppo, spesso i figli sono le armi di un coniuge contro l’altro. Interrompere il legame con l’altro è un trofeo da portare a casa. l'Italia annovera numerose condanne da parte della Corte Europea poiché non si adottano in tribunale misure idonee a garantire il recupero dei rapporti tra figli e l'alto genitore non convivente. Alcune delle storie che ho raccontato nel mio libro “La Battaglia dei Papà”, sstorie che ho vissuto in prima persona come difensore, sono il chiaro esempio di un sistema inefficiente."
"Però ultimamente si nega che esiste la famosa "alienazione genitoriale" dal punto di vista scientifico"
"Vi è molta confusione in materia. L'alienazione genitoriale come "patologia" non è riconosciuta. Tuttavia è innegabile che esistano delle condotte disfunzionali di un genitore verso il figlio finalizzato a recidere il rapporto con l'altro genitore. E ciò lo raccontano i numerosi fascicoli dei tribunali di Italia, le consulenze in materia, i provvedimenti di allontanamento. Se un minore rifiuta un genitore, se rifiuta il padre, il piccolo ha un problema. E ne va compresa la causa attraverso accertamenti approfonditi con consulenti competenti ed esperti anche attraverso la sottoposizione a test, a monitoraggio presso le dimore, tutoraggio dei genitori.
"Invece cosa accade quando per anni un padre non riesce a vedere un figlio"
"Accade che il minore venga strumentalizzato anche in assenza di reali violenze fisiche e psicologiche, come arma di ricatto morale ed economica nei confronti dell'altro. Pertanto deve procedersi ad intraprendere un percorso di recupero del rapporto padre/figlio presso Centri Neutri dei Servizi Sociali territorialmente competenti. E qui inizia un nuovo calvario. Se si trovano figure competenti, vi è la speranza di uscire dal tunnel.
"Altrimenti cosa accade?"
"Accade che il minore resta ostaggio di un genitore manipolatore, che continuerà a manipolare anche durante i famosi percorsi di recupero. E così il minore avrà sempre difficoltà, reticenza anche non giustificata da alcun reale motivo ma raramente si assumerà la responsabilità un operatore di richiedere un intervento efficace.
“I mariti vengono anche privati dell’abitazione in favore delle donne ed obbligati a corrispondere un assegno di mantenimento. Come è attualmente l’orientamento nei tribunali”?
La casa coniugale è assegnata solo in funzione della presenza di figli minori o non economicamente sufficienti. Poiché assistiamo ancora ad una maternal preference, le mogli risultano essere quasi sempre assegnatarie dell’immobile coniugale. Pertanto il marito è costretto ad allontanarsi anche se ne è il proprietario esclusivo. Dovrà dunque cercare altra abitazione. Spesso non hanno possibilità economiche di reperire nuovi alloggi anche perché devono corrispondere un assegno di mantenimento, quindi ritornano a vivere con i loro genitori.
Come viene calcolato l’assegno di mantenimento?
Questo è un altro punto dolente. Non esistono parametri certi. In giro circolano voci infondate su percentuali rispetto al reddito. In realtà non è così. Molto dipende dal Tribunale, dal giudice, dai convincimenti dello stesso sul tenore di vita in costanza di matrimonio. Non sono valutati esclusivamente i redditi dichiarati delle parti. In situazioni simili potremmo ottenere assegni di mantenimento diversi.
“Ma quali sono allora i diritti di un padre separato”?
Attualmente il regime di gestione della responsabilità genitoriale è quello condiviso. Ciò significa che il padre ha il diritto di partecipare ad ogni scelta relativa alla vita del figlio, prestare consenso, valutare le opportunità. Deve partecipare attivamente alle scelte educative dei figli: deve interessarsi dell’andamento scolastico, dello stato di salute. Ha diritto a vivere con il figlio in maniera adeguata e paritaria, compreso pernotto.
"Potrebbe esserci una soluzione a questa esclusione dei papà separati?"
"E' necessario avere un cambio culturale. Sento ancora nelle udienze parlare di genitore preferenziale.. Questo è assurdo nel 2023! Chiedete ad un bambino sereno se vuole più bene a mamma o papà. Non farà differenza. Se continueremo a farla noi, sforneremo una generazione di adolescenti a cui abbiamo tolto una figura genitoriale, a cui abbiamo negato tutela.
di Rosa Di Caprio, avvocato matrimonialista
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