VISITE

Blog Layout

Ieri,oggi e domani: usi e costumi di generazioni a confronto che non si parlano più - di Mario Sorrentino

Mario Sorrentino • ott 28, 2024

This is a subtitle for your new post

di Mario Sorrentino, già dirigente scolastico


C'è stato un tempo in cui non esistevano smartphone, tablet e videogiochi. C'è stato un tempo in cui bastavano due bastoncini o qualche gessetto, un elastico, due biglie, una fionda, delle carte,un pallone e un gruppo di ragazzi spensierati. Momenti in cui bastavano poche cose per rendere ogni giornata speciale. Oggi ci sono gli smartphone, i tablet e numerosi videogiochi che attirano l'attenzione dei più piccoli e inoltre molti bambini passano il loro tempo extrascolastico in palestre o strutture per attività organizzate scelte e pensate dalle famiglie.


Il tempo rimanente viene vissuto per lo più dentro casa e sempre più spesso in compagnia di un mondo virtuale.Dobbiamo inoltre capire come ci sia una grande differenza dei passatempi di una volta, dove i bambini potevano giocare all’aperto e apprendere ogni giorno cose nuove a confronto dei bambini di adesso dove le loro giornate con le varie attività sono già organizzate dalla propria famiglia.ll mondo cambia.Pure noi cambiamo.Del dopoguerra, per esempio, ricordo molti cambiamenti.


Per esempio,i nostri giochi nei cortili, quei cortili chiassosi, pieni di vita che oggi attraverso e li vedo silenziosi; non ci sono più le nostre grida di gioco, le nostre rincorse su scale e ballatoi,non c’è più la “vecchietta” di turno che ci aspettava con la scopa quando ci si nascondeva nel vano della sua porta.C’era chi preferiva la libertà nei cortili,nelle strade e chi, invece, preferiva frequentare l’oratorio.


Per i bambini negli anni Cinquanta e Sessanta, il cortile rappresenta il luogo di ritrovo per eccellenza. Vero che anche il parco giochi e i campi di calcio sono luoghi di socializzazione molto importanti a quel tempo. Ma giocare in cortile dava modo alle mamme di stare tranquille anche se i bambini restano fuori fino a sera. Oggi l’universo giovanile è quanto mai frammentato, magmatico, complesso da comprendere e di difficile definizione, anche perché i giovani stessi non si dimostrano molto interessati a farsi capire dagli adulti.Si dice che i “nuovi giovani” siano violenti, distaccati e non riconoscano più il senso autentico della vita.


Certamente di fronte alle storie di cronaca, come quelle di adolescenti che consumano sempre più alcool e droghe e violentano ragazze della loro stessa età, o di ventenni che rischiano la vita tutti i fine settimana sulle strade dopo una notte passata in discoteca, è facile che nascano interrogativi su quali siano i valori e le motivazioni delle nuove generazioni. Le prime pagine dei giornali rimproverano, criticano, accusano e fanno di tutta l’erba un fascio: è facile per esperti e opinionisti parlare di “generazione vuota”, “generazione priva di riferimenti, di progetti e di scopi”.


In ambito educativo si sente spesso parlare di giovani che non sanno quello che vogliono, che non seguono principi e norme morali. Le notizie di cronaca vengono utilizzate per il classico gioco mediatico della generalizzazione: bastano uno o due episodi e subito si giudica un’intera generazione. Nessuno spazio viene però riservato alle iniziative autonome, all’organizzazione informale che ragazzi e ragazze spesso si danno per realizzare, con spirito di iniziativa e intelligenza, serate, concerti, manifestazioni sportive, luoghi di aggregazione, attività ricreative, momenti di sostegno a coetanei in difficoltà; nessuno o poco spazio viene dato alla generosità che gli adolescenti esprimono nelle associazioni, nelle cooperative, nel volontariato, nell’organizzazione culturale.


Nessuno o poco spazio viene riservato a chi, quotidianamente, nonostante le enormi difficoltà di un mondo che, per la prima volta, prospetta per il futuro un orizzonte peggiore di quello precedente, coltiva i propri sogni, i propri obiettivi, le proprie ambizioni. E’ più facile sminuire la nuova generazione quando quella vecchia fornisce un cattivo esempio ai nuovi giovani. La differenza nei modi di comportarsi, di aggregarsi, di amare, di desiderare, di prefissare obiettivi, non può e non deve divenire un giudizio di valore.

I ragazzi e le ragazze di oggi sono diversi, è vero. Ma un modo di vedere e di pensare differente consente loro di sopravvivere in una società che non fa altro che contaminare con idee, ideologie e modelli di vita utopistici le loro menti.  Un po’ di colpe le hanno il progresso della scienza e della tecnica che hanno cambiato la mentalità e il rapporto con i valori umani come l’amicizia, l’altruismo, la fratellanza, la giustizia, la famiglia, il rispetto e la religione.


Ad esempio con l’era di internet, molti giovani, (ma non tutti) preferiscono comunicare tra loro attraverso un messaggio online anziché andare in piazza come facevano un tempo prima della conoscenza dei mezzi di comunicazione informatici. Su internet, inoltre è possibile creare legami con persone che nemmeno si conoscono tramite siti web di incontri online e anche attraverso le chat.


Però,è la scuola e la famiglia che danno le informazioni più importanti, è dalla scuola che si impara a scindere ciò che è buono da ciò che è cattivo, è dalla società che si viene contaminati da idee, ideologie e modelli di vita e, ancora, è dall’appartenenza a confessioni religiose che nascono convinzioni e obblighi morali. E in tutto ciò ogni ragazzo deve compiere delle scelte, deve sviluppare la capacità di stabilire i suoi valori fondamentali, al di là di ogni imposizione.


Un compito non facile che si sono trovati ad affrontare anche i “giovani di ieri”, ma forse con una differenza notevole: oggi, messaggi pubblicitari e società esterna hanno assunto una influenza maggiore che in passato.

Share

Tutti gli articoli

Autore: Mario Sorrentino 28 ott, 2024
This is a subtitle for your new post
24 ott, 2024
Giuseppe Altamura, fondatore e titolare di Tutela +: “Molte aziende non sanno di poter recuperare i costi per l'assenza di dipendenti a causa di sinistri stradali, un diritto sancito dalla legge” 
Autore: Mario Sorrentino 21 ott, 2024
Pensare di sconfiggere il bullismo fra le pareti scolastiche è una pura illusione. D’altronde quante volte, in questi anni, abbiamo dovuto sentire o leggere i commenti di genitori che parlando di comportamenti violenti (ma anche assurdi) di ragazzini di 12-13 anni hanno usato termini come “ragazzata” o “bravata”? Lasciamo stare i genitori (anche illustri) che difendono il pargolo di famiglia accusato di stupro dicendo che tutto sommato la ragazza era vestita in modo provocante, ma ci è toccato persino leggere di ragazzi che hanno scaraventato da un ponte 4 gattini malconci con genitori che hanno minimizzato (“veramente i poveri micetti erano già morti”).V ogliamo dire che il bullismo sta fuori della scuola, nelle famiglie e in altri contesti sociali. E non sempre è collegato a situazioni di disagio sociale, tanto che le cronache sono piene di “rampolli” di “buona famiglia” che finiscono davanti al giudice per comportamenti anche gravi, compresi i reati contro la persona.
18 ott, 2024
Casa Paradiso, il nuovo romanzo di Mario Volpe, intende (attraverso la caratterizzazione del modo ti vivere dei suoi personaggi) affondare il dito nel tema della solitudine e dei ricordi, e di quanto esso sia sempre più attuale. Sembra un paradosso che in un mondo iperconnesso, dove è possibile parlarsi viso a viso a migliaia di chilometri di distanza come se si fosse vicini di casa, gli uomini e le donne si sentono sempre più soli. Perché, una volta staccata la comunicazione digitale che ci connette all’altro, la sensazione di isolamento prevarica le esistenze di chi non gode di una vita permeata da affetti disinteressati e dal reale desiderio di condivisione.
Autore: Felice Massimo De Falco 12 ott, 2024
Il giornale online www.lavoceimpertinente.it , ha il piacere di ospitare Antonio Polito, editorialista del Corriere della Sera, per presentare il suo ultimo libro edito da Mondadori, “Il Costruttore” – Le cinque lezioni di De Gasperi per i politici di oggi.
Autore: Mario Sorrentino 04 ott, 2024
I ragazzi di oggi hanno accesso in presa diretta ai conflitti in corso. Li raccontano e se li fanno raccontare senza filtri e tra un trend e l’altro e l’aspetto propagandistico, di una propaganda a senso unico che si auto-alimenta, rischia di creare un pensiero omologato che è l’opposto della complessità di approccio che richiedono le guerre. C’è insomma, nella retorica del Free Palestine, un problema di fonti informative dei giovani e un problema che richiama la cultura politica di molta intellighenzia italiana, ma non solo italiana, orientata al terzomondismo e alla critica continua all’Occidente ritenuto sempre il peggiore responsabile di tutto.
Autore: Mario Volpe 04 ott, 2024
E' per ridestare l’elettorato dal torpore in cui affonda, dopo ogni fervore elettorale, che si sguaina l’arma democratica del referendum che, spesso strumentalizzato, rischia di trasformarsi da diritto alla partecipazione attiva alle decisioni dello Stato a sotterfugio per destabilizzare esattamente quelle promesse di governo ­(indipendentemente dal loro colore politico di riferimento) che hanno portato uno schieramento politico alla vittoria elettorale. Così, il referendum da strumento diretto con cui si chiede all’elettorato di esprimersi su una specifica proposta rischia di trasformarsi in una pugnalata alle spalle per gli stessi elettori a causa della poca chiarezza con cui spesso vengono formulate le proposte di voto.
Autore: Marianna Marra 23 set, 2024
L’arte africana , con la sua capacità di semplificazione senza impoverimento, la genialità nell’astrazione dei soggetti, la piena efficienza del realismo, l’idoneità nell'assolvere al ruolo specifico della committenza, con una creatività fuori dal comune, grazie alla maestria dei suoi poliedrici artigiani, si è guadagnata il rispetto che le era dovuto. Intorno al 1906, il pittore e scultore Henri Matisse iniziò a collezionare opere africane; la prima fu acquistata per 50 franchi in un negozio di antiquariato parigino. L’incontro con l'Africanismo condizionò anche la sua produzione.
Autore: Felice Massimo De Falco 23 set, 2024
Che fare? E' il refrain leniniano ultradecennale che ci domandiamo ogni volta. Riaprire le casematte del potere e della competenza: i partiti politici e farli funzionare come tali, ossia palestre di formazione civile e politica in cui, con un filo di democraticità, si svolga un sano challenge tra chi è il migliore della classe. Selezione, merito, competitività, fornace di carisma e machiavellismo. Non più uno spogliatoio per mannequins col gallone di onorevoli.
Autore: Mario Sorrentino 29 ago, 2024
Dietro la facciata dei titoli di studio, in Italia vi è spesso una drammatica carenza di conoscenze e competenze . Il dato che meglio la sintetizza – lo prendo dall’ultimo Rapporto Invalsi - è che alla vigilia della maturità, al termine di un ciclo scolastico durato 13 anni, uno studente su due non raggiunge un livello accettabile di apprendimenti in matematica; e la quota arriva addirittura intorno al 70% in alcune regioni del Sud. Le percentuali di studenti che non raggiungono una soglia adeguata di competenze sono altissime. Soprattutto fra quelli che provengono da ambienti sociali e culturali svantaggiati, con il rischio non solo di faticare a trovare un lavoro soddisfacente, ma anche di non diventare cittadini in grado di partecipare con pienezza alla vita della comunità. Oggi la nostra scuola non garantisce efficacia ed equità nell’apprendimento : l’ascensore sociale si è arrestato. E si è arrestato, in particolare, dopo la terza media: a 14 anni si è obbligati, infatti, a scegliere l’indirizzo degli studi superiori.
Altri post
Share by: