Che ne pensa della linea tracciata dal ministro Nordio?
Sostengo da lungo tempo ( interviste, articoli anche di 20 anni fa)molte delle misure che il Ministro Nordio ha prospettato, quali la separazione delle carriere, l'abolizione o una rivisitazione dell'obbligatorietà dell'azione penale, la riduzione del catalogo dei reati. Sono misure necessarie per consentire agli uffici giudiziari di occuparsi efficacemente dei fatti che sono espressione di reale portata criminale e deflazionare il carico di lavoro insostenibile per il buon funzionamento del sistema giustizia.
Cosa pensa dell’uso improprio delle intercettazioni e della perversa catena di montaggio tra certa stampa e certa magistratura?
Il più grave dei rischi connessi al sistema di rapporti tra stampa e organi inquirenti è evidentemente che la pubblicazione delle conversazioni captate potrebbe essere utilizzato come strumento di ricatto o quantomeno pressione. Credo che per spezzare la catena sia necessario circondare delle dovute cautele il ricorso alle intercettazioni, ma anche assicurare che i pubblici ministeri non diano corso ad indagini pretestuose. L'abrogazione della obbligatorietà dell'azione penale e la formulazioni di criteri di priorità per le indagini potrebbero essere utili in questo senso anche in chiave di riduzione dei costi
Nordio non toccherebbe le intercettazioni riguardanti la criminalità organizzata. Ma in tal modo la farebbero franca i colletti bianchi?
Non necessariamente. Le intercettazioni costituiscono un importante strumento investigativo, ma richiedono un lavoro di contestualizzazione e talvolta possono risultare fuorvianti come la concreta esperienza giudiziaria insegna. Una maggiore cautela nel loro utilizzo sarebbe auspicabile quando sono disponibili altri strumenti investigativi, spesso più oggettivi, oltre che meno incisivi dei diritti fondamentali dei cittadini
Cosa pensa del caso Cospito?
Ritengo che il 41 bis sia uno strumento su cui bisogna discutere con estrema responsabilità per le necessità innegabili che soddisfa in un Paese afflitto dalla emergenza criminalità organizzata e le gravi compressioni sui diritti che implica. Non credo che discuterne alla luce di uno specifico caso di cronaca, con tutte le limitazioni e le questioni mediatiche e propagandistiche che ne derivano, sia di aiuto nella direzione indicata.
Carlo Alemi, Aldo De Chiara e Franco Roberti si dicono contrari alla separazione delle carriere. Lei di che parere è?
Rispetto la posizione dei colleghi e amici con i quali ho condiviso esperienze associative, ma penso che la separazione delle carriere sia una riforma necessaria per due ordini di motivi. Il primo è che attualmente i pubblici ministeri godono delle stesse garanzie previste per la magistratura giudicante e questo rischia di favorire l'esercizio pressoché incontrollato dei poteri inquirenti e accusatori del pm. Ritengo che si debbano diversificare le garanzie in base alle funzioni giudicanti e requirenti, senza che questo significhi minori garanzie per il pm, ma al contrario migliori garanzie per entrambe le funzioni
.Inoltre, la saparazione delle carriere è necessaria per garantire un processo veramente ad armi pari tra accusa e difesa e davanti ad un giudice realmente imparziale, perché impedisce che il giudice ed il pubblico ministero continuino a percepirsi come colleghi, appartenenti ad un'unica categoria
.In uno studio sull'articolo 107 comma 4 della Costituzione pubblicato a giugno 22 ho anche spiegato perché non è vero che il costituente intendesse precludere la separazione e che anzi questa è già indicata dalla Costituzione nella sua attuale formulazione.
Matteo Messina Denaro godeva di uno scudo sociale vasto che gli ha consentito una latitanza di 30 anni. La mafiosità è insita nella cultura popolare?
Escludo che si possa parlare di una mafiosità insita nella cultura popolare perché questo implicherebbe un' adesione spontanea e generalizzata ai falsi valori dalla mafia. È evidente, però, che nella società convivono comportamenti omertosi, alimentati dal timore di ritorsioni e da una profonda sfiducia verso le istituzioni, altri conniventi, di chi pur non condividendo i metodi mafiosi non li ostacola perché ne trae un qualche beneficio e infine le vere e proprio condotte di complicità di chi partecipa almeno ad un segmento della condotta mafiosa per sostenere i propri interessi
È giusto dire come fanno in molti che la magistratura ha soppiantato la politica, sottomettendola al suo volere usando la scure del suo vasto potere?
Direi piuttosto che la politica e i pubblici ministeri, in particolare, sono percepiti e si atteggiano molto spesso come due fronti contrapposti. Una parte della magistratura associata, inoltre, intende la funzione giurisdizionale come un potere da esercitare in confronto dialettico con la politica, facendosi portatrice di proprie posizioni ideologiche
.Personalmente, però, sono convinto che ogni confronto con la politica dovrebbe avvenire all'insegna della neutralità ideologica e che bisogna restare fedeli all'impostazione costituzionale per cui la magistratura non è un potere dello Stato in senso stretto, ma un ordine autonomo e indipendente.
Come finirà questa diatriba? Berlusconi ha impiegato 20 anni ed ha perso, la Meloni non cerca lo scontro ma alla fine la magistratura, o parte di essa, è in sommossa.
Già dal periodo di Mani Pulite, ho ravvisato la necessità di un maggior self restraint della magistratura. Questo non significa evitare il confronto, né limitare le indagini e i procedimenti nei confronti di politici, se dovuti, ma mantenersi saldi a quella posizione di neutralità e indifferenza a cui mi riferivo nella risposta precedente
Qual è la sua idea di giustizia giusta?
Parlo sempre di giurisdizione come comparto fondamentale della amministrazione pubblica, la giustizia è un ideale, un concetto astratto e una ambizione sensoriale, e perciò dico, come ho scritto sempre, che occorrono investimenti , risorse umane e strutturali, mezzi adeguati a fronteggiare la enorme domanda di un servizio che deve sostenere il peso della inefficienza e carenza degli altri ambiti amministrativi.
Quali difficoltà *incontra nell’applicare le disposizioni della riforma Cartabia?
Ancora presto per esprimere un parere tecnico esaustivo, di sicuro una normativa con tanti aspetti negativi quanto a formulazione e visione d'insieme, verosimilmente viziata da un deficit di conoscenza dei reali problemi e dalla fretta nella pubblicazione.
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