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Fender (Rinascita): "Ottima intesa col M5S, il Pd faccia chiarezza al suo interno"

Felice Massimo De Falco • 16 marzo 2023

"Il Movimento 5 Stelle si è liberato di personalismi che, se inizialmente hanno permesso di accrescere notorietà e consensi, sono poi diventati dannosi. Ad oggi credo che l’epurazione che hanno subito abbia permesso di far venire avanti chi in precedenza svolgeva un ruolo principalmente di attivismo; Il PD come già detto ha bisogno di fare i conti con sé stesso: è allarmante il fatto che, dopo quasi un mese, non ci sia stata ancora una presa di posizione da parte del circolo locale. Tutta la comunità di Pomigliano aspetta un sussulto in tal senso"


- Dunque, passata la buriana dell’allarmismo, Rinascita si appresta a far parte di un Laboratorio-bis, col Pd e i 5 stelle?


Rinascita al momento sta mettendo in campo il massimo degli sforzi per riuscire a spostare il confronto politico e, dunque, delle interlocuzioni sui temi e sulle necessità della Città. È sulle possibili convergenze di intenti che si verranno a creare che si baserà ogni alleanza. Con il Movimento 5 Stelle esiste una convergenza su temi di importante rilievo come la solidarietà, la legalità e l’ecologismo.

Esistono anche altre forze sane, però, con le quali è necessario interloquire; un bel punto di partenza potrebbe essere quello di riunire in coalizione le diverse sigle di Sinistra che negli ultimi appuntamenti elettorali si sono presentate divise. Sarebbe un bel segnale.

Il PD al momento è un mondo a parte; credo che sia meglio che faccia prima i conti con sé stesso per poi poter intervenire sul campo in maniera chiara e trasparente. Sia però chiaro: non siamo disposti a sederci al tavolo con chi si è rintanato nelle stanze notarili.

- Questa volta però i volti di Pd e 5 Stelle saranno totalmente diversi


Il Movimento 5 Stelle si è liberato di personalismi che, se inizialmente hanno permesso di accrescere notorietà e consensi, sono poi diventati dannosi. Ad oggi credo che l’epurazione che hanno subito abbia permesso di far venire avanti chi in precedenza svolgeva un ruolo principalmente di attivismo, il che è positivo perché si tratta di donne e uomini spinti dal desiderio di rovesciare alcune logiche della vecchia politica in un’ottica di maggior partecipazione dei cittadini e utilizzo non personalistico della cosa pubblica.

Il PD come già detto ha bisogno di fare i conti con sé stesso: è allarmante il fatto che, dopo quasi un mese, non ci sia stata ancora una presa di posizione da parte del circolo locale. Tutta la comunità di Pomigliano aspetta un sussulto in tal senso e mi auguro che alcune figure autorevoli e di alto profilo politico che fanno parte del circolo cittadino intervengano e liberino il PD da alcune zavorre che non hanno saputo rispettare in primis i loro doveri nei confronti della comunità politica che rappresentano.

- Avete un candidato sindaco autorevole o vi rivolgerete a Del Mastro?


Esiste questa sorta di percorso prestabilito secondo il quale si debba pensare prima al nome del candidato Sindaco e poi a cosa fare. Noi crediamo che sia giusto percorrere questo percorso al contrario: capire cosa si vuole mettere in campo, avere una visione di città, trasformare questa visione in un programma, unire le forze politiche sotto quest’ultimo e alla fine individuare chi potrà essere al meglio figura di sintesi di tale percorso, altrimenti si rischia di ricadere in errori che non sono più concessi e che tutto si sfaldi il giorno successivo a quello delle elezioni. È chiaro che si dovrà trovare una figura autorevole e espressione delle miglior qualità che la Città ha da offrire ma credo che ad oggi, piuttosto che fare proclami e attendere gli annunci di discutibili profeti, si debba ascoltare la Città e capire cosa vuole la nostra comunità: è nelle strade e nelle case che si trova la risposta anche a questa domanda.

 

- Questa volta ci sarà anche un centrodestra con tutti i crismi ideologici. Sarà un bel confronto


Sarà un confronto che, inevitabilmente, porterà a spostare la discussione dai punti di vista politico-amministrativo a quelli di principio e identitari. Sarà, in questi termini, un confronto tra la solidarietà e l’individualismo, l’ecologismo e chi vive con totale indifferenza la tematica ambientale, tra il razzismo, la transomofobia, la xenofobia e l’inclusività, tra chi favorisce i più ricchi e chi si schiera dalla parte degli ultimi.

Potrei andare avanti a lungo ma credo che, seppur si parli di amministrative, ci si debba prendere la responsabilità di portare certi simboli e certi personaggi sul nostro territorio, soprattutto in questo momento storico dove il governo di centro-destra si è reso responsabile (per dolo o colpa è da stabilire) di una delle più grandi stragi avvenute al largo delle coste italiane (dove si sono perse 73 VITE) e che si appresta a portare avanti un progetto di autonomia-differenziata che danneggerebbe in maniera irreparabile il Sud Italia e, quindi, anche la nostra Pomigliano.

 

- Con quale spirito rinnovereste questo patto “già visto”?


Noi partiremo con lo stesso spirito delle scorse elezioni: quello di rappresentare un baluardo di trasparenza, etica e moralità, basando il patto su una visione programmatica chiara ed efficace, offrendo la possibilità di dare un voto a Sinistra ai tanti che oggi non si riconoscono in nessuna delle sigle principali di tale spazio politico. Starà poi alle altre forze mantenere insieme a noi le promesse e gli accordi che, eventualmente, ci porteranno a questo ipotetico patto.

- Avrete sempre lo stesso atteggiamento? Stare fuori e dentro evidenziando i limiti e portando soluzioni per voi efficaci?


Noi non abbiamo assunto questo tipo di atteggiamento. Abbiamo provato a far parte delle forze di governo di questa Città fin quando è stato possibile; solo quando si è palesata la totale non volontà di proseguire quelli che erano stati gli impegni programmatici presi durante la campagna elettorale, ce ne siamo tirati fuori. Tuttavia esistono modi diversi di fare opposizione: la si può fare cercando il facile consenso, buttandola in caciara e facendo credere di avere la bacchetta magica oppure si può criticare laddove necessario ma allo stesso tempo continuare a lavorare con proposte e progetti per il bene della Città e dei cittadini. Noi abbiamo scelto questa seconda strada nel 2021, perché crediamo che il ruolo dell’opposizione sia quello di vigilare e puntellare al fine di ottenere dei risultati e non per fare esclusivamente campagna elettorale.

 

- Cosa si muove dalle altre parti? Avete detto che civismo è restaurazione, non sarebbe democrazia?


Dovrebbero essere gli attori politici delle altre parti a dirci cosa si muove e ad essere trasparenti nei confronti della Città. L’abbiamo chiesto e richiesto ma è chiaro che gli ultimi avvenimenti hanno creato un serio danno a questi personaggi che hanno difficoltà in questo momento a presentarsi alla Città e risultare credibili. Santi, eroi, risorse e profeti ci illuminano oggi dicendo cosa serve e cosa sia giusto per Pomigliano. Gente che sparisce e puntualmente spunta da sotto terra, come i funghi, ad ogni tornata elettorale. Gente che non vive le problematiche del cittadino comune. Non si parla mai della Città, non si parla mai dei suoi problemi, non si parla mai di cosa si vuole fare. Ci si chiude nelle segrete stanze, si costruiscono le liste per spaccare famiglie e si parte con le richieste di voti. Questa è Politica? Questa è Democrazia? No, questa è la morte delle stesse. Senza favorire la partecipazione della Città e della comunità, è oligarchia messa in piedi da chi vede nella Politica locale un divertimento frivolo. Figli di Papà abituati all’agio del denaro che vedono in questa un gioco, uno svago, un passatempo. Se queste sono le dinamiche, siamo spacciati.

 

- Come condurrete questa campagna elettorale? Su quali temi?


È la Città, come già detto, che ci offre le risposte: a Pomigliano l’aria è irrespirabile, i nostri cittadini vivono il rischio quotidiano di contrarre gravi malattie. Si deve intervenire, quindi e per prima cosa, sul tema ambientale perché senza salute tutto il resto diventa inutile. C’è poi un problema enorme legato alla sicurezza e alla legalità: dobbiamo costruire una Città che faccia sentire i cittadini più sicuri e che allo stesso tempo non si fermi alla coercizione, ma che si preoccupi di formare, educare ed offrire alternative a chi scivola nelle mani della criminalità. Esiste un problema enorme legato ai servizi essenziali: dalle reti fognarie a quelle idriche fino ad arrivare a quelle elettriche. Le periferie, poi, sono totalmente scollegate dalla Città: è necessario pensare di portare i servizi comunali e di polizia locale anche nelle zone periferiche favorendo, al contempo, anche uno sviluppo economico e sociale di quelle zone. Esiste poi l’enorme tema della povertà: le politiche sociali vanno completamente riviste e costruite in maniera tale da fornire sostegno e aiuto a chi è realmente in difficoltà, partendo dal problema della Casa e del diritto allo Studio; è necessario un piano di edilizia popolare, viste anche le follie del mercato libero immobiliare e i suoi prezzi alle stelle, e un sostentamento che permetta a tutti di accedere all’istruzione e alla cultura. Aiutare i più deboli significa mettere in moto l’economia cittadina e quindi favorire il commercio, altro settore con il quale, leggendo un documento pubblicato recentemente da Confcommercio, ci sono molti più punti di convergenza di quanto qualcuno voglia far credere. Dobbiamo rilanciare la cultura: sul nostro territorio esistono eccellenze in tal senso che ogni giorno si battono per offrire alle persone gli strumenti culturali con i quali comprendere il mondo. È un peccato non valorizzare queste esperienze e favorire la partecipazione dei cittadini. Penso anche ai beni comuni che vanno sottratti alle mani dei privati e restituiti alla Città. Noi siamo pronti ad ascoltare per comprendere cosa serve alla Città: sarà poi nostro dovere riuscire a mettere insieme, con una proposta politica seria, le diverse anime e i diversi interessi della comunità.

 

- Ballano circa 60 mln di fondi comunitari (PNRR per esempio), sareste in grado di gestirli e come?


Sono lo studio, il lavoro, la competenza e l’etica che rendono in grado di gestire al meglio questi fondi comunitari. Se si approccia all’amministrazione della cosa pubblica con questi presupposti nulla diventa impossibile, soprattutto se si mettono da parte i personalismi, le spartizioni e gli incarichi assegnati secondo logiche vecchie (volte al solo mantenimento del potere) e se si mette ai primi posti nell’affidamento dei ruoli la competenza, la professionalità e l’etica che sta nel dover svolgere il proprio ruolo nell’ottica del bene comune e non del proprio interesse personale. A Pomigliano ci sono professori universitari di Economia e Diritto, esperti autorevoli del funzionamento della Pubblica Amministrazione, giovani esperti nel funzionamento e nella progettazione dei bandi europei: risorse da sfruttare e che troppo spesso sono rimaste escluse o all’ombra di raccomandati e meri “amici di”.

 

- Pomigliano è in emergenza povertà e ha perso una vocazione industriale. Ci vorrebbe un Mario Draghi per risollevare le sorti di questa città?


Ogni qual volta si presenta la necessità di rivolgersi ai tecnici, si manifesta il fallimento della politica e in particolare dei partiti, incapaci di creare una classe dirigente all’altezza del Paese, di inglobare le masse nei processi dinamici della società, nel rendere i cittadini capaci di analizzare la complessità della realtà, di rappresentare le istanze delle masse indirizzandole verso le soluzioni esatte. Quando Draghi fu nominato Presidente del Consiglio, ero preoccupato (sia chiaro, non mi permetterei mai di criticare le qualifiche e le competenze di Draghi), perché si trattava di un governo tecnico che avrebbe dovuto prendere decisioni politiche: a marzo scadeva il blocco dei licenziamenti, doveva decidersi cosa fare di una misura fondamentale come il reddito di cittadinanza, come e in cosa investire il denaro per rilanciare il paese, quali interessi tutelare e quali sacrificare in un momento di crisi. E le capacità (che però dovrebbero essere sempre un presupposto), laddove subentrano le scelte politiche, non bastano. Per questo, anche a Pomigliano, dove temi come l’ambiente, la legalità, la povertà, la sicurezza sono al centro delle necessità, non bastano le competenze: servono le Idee e la capacità di immaginare la Città secondo dei principi. In poche parole serve la Politica.

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