Presidente, quali sono stati i riverberi sui commercialisti dopo la manovra approvata dal governo?
Con la legge di Bilancio approvata sono stati fatti alcuni passi in avanti significativi soprattutto per quanto attiene l’interlocuzione tra Governo e professionisti grazie anche alla presenza nell’Esecutivo di diversi tecnici con i quali ci stiamo relazionando. Per alcune misure come la revisione delle aliquote, le modifiche al bonus 110% e le novità relative al sistema pensionistico, il nostro ruolo finirà con l’essere ancor più determinante, così come per quanto attiene le misure di contrasto per gli aumenti dei costi energetici. Siamo pronti a offrire, come sempre, il nostro contributo in vista delle riforme più complessive che aspettiamo da tempo come quella del Fisco.
Vede spiragli felici per la sua categoria con questo governo?
Parlare lo stesso linguaggio di chi deve assumere decisioni importanti per la vita del Paese offre la possibilità di incidere maggiormente nelle scelte strategiche. Si tratta di un buon viatico per procedere ad una semplificazione radicale del nostro sistema fiscale e legislativo in modo da consentire un miglioramento della qualità del nostro lavoro oltre a determinare un beneficio di assoluto rilievo per tutti i contribuenti, siano essi famiglie o imprese. Per quanto ci riguarda strettamente, portare a termine la nuova legge sull’equo compenso dei professionisti, consentirebbe alla nostra categoria di ottenere quei diritti che per troppo tempo ci sono stati negati.
Come spenderebbe i soldi del PNRR?
Sicuramente per ridurre il divario tra il Nord e il Sud del Paese e per dare impulso decisivo al processo di innovazione e digitalizzazione delle aziende pubbliche e private che è alla base del rilancio dell’economia italiana. Sono temi inseriti tra le mission prioritarie del ‘Piano’ insieme alla sostenibilità ambientale che sarà un altro caposaldo del futuro della nostra economia. Su questi temi l’Ordine di Napoli da tempo si è già attivato per promuovere focus di approfondimento e consentire ai nostri iscritti di guidare le pmi verso queste straordinarie opportunità.
Questione contante: lei è per il tetto?
Il tetto al contante non può essere determinato in modo avulso da tutta una serie di misure finalizzate al contrasto dell’evasione fiscale e del lavoro nero. Di certo, bisogna seguire le indicazioni dell’Europa che sta spingendo in modo determinato sull’utilizzo del pos. L’auspicio è che su temi come questi non si facciano battaglie ideologiche ma prevalga il confronto tra imprese, professionisti e politica nei tavoli di concertazione.
Restiamo il Paese con un alto tasso di evasione. Ha una ricetta per comprimere questo fenomeno?
Per combattere l’evasione fiscale c’è bisogno di misure complessive come la riduzione del cuneo fiscale e della pressione fiscale su imprese e lavoratori, accanto alle quali bisogna portare a termine un processo di semplificazione e di revisione dell’agenda fiscale che consentano anche a noi, che siamo presidio di legalità imprescindibile, di poter svolgere il nostro lavoro con maggiore serenità. Il sistema fiscale italiano è unanimemente riconosciuto tra i più complessi al mondo. E’ su questo punto che bisogna intervenire per fare maggiore chiarezza e favorire la compliance tra Fisco e contribuenti.
L’inflazione è molto alta. Come si traduce per le imprese e come fare per ridurla?
La Bce sta alzando progressivamente i tassi per combattere l’inflazione. Ciò si traduce in aumento del costo del denaro che si abbatte su famiglie e imprese italiane che sono già alle prese con le immani difficoltà a fare fronte ai debiti e a reperire liquidità. E’ del tutto evidente che bisogna anche qui mettere in campo misure di compensazione sia da parte del governo che da parte degli istituti di credito in modo da consentire agli italiani di uscire da una morsa nella quale rischiano di rimanere incagliati pericolosamente.
Sta funzionando il Superbonus?
Ci troviamo in una situazione di empasse che di certo non aiuta a portare a termine tantissimi cantieri aperti e rimasti bloccati dall’impossibilità di procedere alla cessione dei crediti. La circostanza che il governo non ha fatto mistero di voler portare a esaurimento questa esperienza riduce in modo significativo la possibilità di sbloccare la situazione.
Voi dite che state accanto ad imprese e famiglie. In che modo? Quali sono le difficoltà che queste incontrano?
I commercialisti sono la ‘cinghia di trasmissione’ tra le scelte economiche, finanziarie e legislative adottate dai governi e l’applicazione delle stesse nella vita reale del Paese. Ecco perché è auspicabile un’interlocuzione preventiva con i commercialisti rispetto ai provvedimenti da adottare. Siamo noi ad avere il polso della situazione in cui vivono aziende e famiglie e possiamo suggerire quei correttivi che consentono a una legge di vedere piena applicazione in concreto. A beneficiarne sarebbe l’intera collettività.
È soddisfatto per le misure prese dal governo contro il caro-bollette?
Si è trattato di misure importanti che hanno consentito di dare un po’ di respiro in un periodo particolarmente difficile. Dopo due anni di pandemia e lo scoppio del conflitto in Ucraina, con l’aumento alle stelle dei costi delle materie prime e di quelli energetici, abbiamo assistito a una ‘tempesta perfetta’ di fronte alla quale bene ha fatto il governo a destinare buona parte delle risorse disponibili per limitare i danni.
Molti comuni del Sud sono in pre-dissesto. È solo la mano di cattivi burocrati?
E’ il segno evidente di un sistema che non regge più da nessuna parte. Poi, in alcuni casi, c’è stata anche la mala gestione da parte di alcuni amministratori ma direi più complessivamente che vanno rivisti gli equilibri tra spesa pubblica, pressione fiscale e autonomia delle regioni. In questo senso il Pnrr rappresenta un’occasione da non perdere, sia per colmare i divari tra comuni e tra regioni, che per procedere alla costituzione di una nuova classe dirigente più preparata in termini di progettualità e di innovazione. Le risorse devono però essere spese bene e su questo tema noi commercialisti siamo pronti ad aiutare la PA e le imprese a farlo. Sia in fase di programmazione che in quella di gestione e rendicontazione.
Lei parla della sostenibilità come un mantra: di che si tratta?
Le aziende devono avere la capacità di ripensare la strategia imprenditoriale, adattandosi ai cambiamenti epocali che stiamo vivendo. L’unica strada per mantenere la continuità d’impresa è quella di adottare scelte basate sulla sostenibilità, economia circolare, digitalizzazione e internazionalizzazione. La sfida dell’innovazione e della sostenibilità deve essere vinta ad ogni costo se si vuole davvero procedere alla ripartenza economica e sociale dell’Italia. Il ruolo dei commercialisti risulta sempre più determinante nel guidare le aziende in questo percorso di riposizionamento in mercati sempre più innovatici ed esigenti. Ci siamo mossi per tempo, grazie alla fitta rete di collaborazioni tecniche e istituzionali sulle quali possiamo contare, per offrire a tutti i nostri iscritti quella rete di conoscenze necessaria a offrire supporto adeguato alle aziende.
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