Federica è la sintesi di due mondi apparentemente contrapposti: scientifico e artistico. Fin da piccola ha dato sfogo alla sua vena artistica intraprendendo l’arduo percorso della danza classica che l’ha abituata al sacrificio e all’importanza di perseguire sempre i propri sogni. È passata per la conduzione radiofonica e televisiva ed è attualmente impegnata nel mondo della moda. Il suo notevole percorso artistico e creativo, unito alle sue vocazioni personali, le ha permesso di acquisire grande esperienza nell’ideazione e gestione di eventi, da cui è nata la sua agenzia “Iside”, della quale è attualmente Direttore Artistico.
Parallelamente, grazie al suo carattere curioso e determinato, ha intrapreso una fruttuosa carriera universitaria che è culminata nella laurea in biologia. È attualmente impegnata in un laboratorio di patologia clinica universitario ed ha ottenuto la grande soddisfazione di partecipare a diversi abstract di pubblicazioni scientifiche, anche a suo primo nome. Si occupa, inoltre, di nutrizione clinica, altra sua grande passione. A completare il profilo, Federica ha un istintivo ed innato amore per gli animali e per la natura; presiede un’associazione di protezione animale nata quando aveva solo 22 anni. È una donna riservata, concreta, che non ama chiacchiere e fronzoli. Sa essere semplice quando serve e sofisticata quando decide.
Federica è ospite della nostra rubrica "Donne in tailleur".
-Qual è la sintesi tra arte e scienza?
Questa domanda mi fa venire in mente una frase di Primo Levi, chimico e raffinato scrittore: “se davvero esiste una schisi tra scienza ed arte, si tratta di una schisi innaturale”; schisi è un sostantivo utilizzato in ambito scientifico, prevalentemente in anatomia, per indicare una divisione, una fessura. Egli intendeva rappresentare che la sintesi tra arte e scienza non esiste perché in pratica sono la stessa cosa ed è innaturale separarle. La storia è piena di chiari esempi, come l’opera geniale di Leonardo da Vinci, che ha rappresentato il più alto punto d’incontro tra arte e scienza, cancellando i limiti determinati da una presupposta incomunicabilità tra i due universi. Questi due mondi condividono lo stesso spirito di osservazione, alimentato dalla curiosità e dalla passione per il mondo che ci circonda. Da piccoli ci insegnano, banalmente, che il nostro cervello è composto di un emisfero più “scientifico” ed uno più “artistico”; ecco, scienza e arte sono più vicine di quanto si possa immaginare. I saperi che esse producono sono complementari e ci aiutano a capire meglio il multiforme e complesso mondo che ci circonda.
-Puoi vantare gratificazioni in entrambi i campi, ma alla base cosa sorregge il tuo impegno certosino?
La curiosità rappresenta per me un forte stimolo. Dedico un impegno maniacale a tutte le attività che svolgo perché sono sorretta da un'intensa determinazione mista ad ambizione. Mi concentro sull’obiettivo che mi sono prefissata e quando lo raggiungo penso subito al prossimo. Le gratificazioni arrivate, e che spero arriveranno, sono la mia linfa vitale; le sconfitte sono un modo per imparare e una spinta a fare meglio.
-La scoperta umana più grande che hai fatto nella tua vita qual è?
Lungo il percorso della mia vita ho incontrato tante persone, tante anime di natura estremamente varia; ho imparato a conoscere ed accettare le diversità di genere, di carattere, di temperamento, di sentimenti. Ecco, la scoperta umana più grande che ho fatto credo sia stata la bellezza della diversità, il sapore di un mondo complesso, articolato, variegato e capace di regalare emozioni, positive e negative che siano, che però rappresentano l'essenza della vita stessa che per questo vale sempre la pena di essere vissuta.
-Esiste una biologia dei sentimenti?
Sappiamo ancora poco su come i sentimenti possano originarsi dal cervello; le neuroscienze tradizionali hanno inizialmente privilegiato gli aspetti cognitivi della mente. Ogni esperienza emotiva viene tradotta in un codice somatico che resta nella memoria dei tessuti e delle cellule. Ogni emozione ha specifici pattern neurobiologici che si traducono in ondante di agenti biochimici, che fanno dialogare il sistema endocrino, nervoso e immunitario. Ciò significa che la nostra storia di vita, istante per istante, si scrive nella biologia del nostro corpo, nelle molecole, nei tessuti e negli organi. È fondamentale approfondire la conoscenza di esse, perché se le ignoriamo o se non le ascoltiamo ci disorientano, mentre se impariamo a leggerle e a riconoscerle ci orientano, facendo crescere in noi una maggiore autoconsapevolezza sia dal punto di vista personale che professionale.
-Da biologa e da essere umano, cosa c’è di spirituale oltre la scienza?
La fede, la spiritualità, l'essenza astratta dell'anima, il senso dell'esistenza non possono essere temi a cui la scienza non dedica interesse. Nel 1931, alla periferia di Berlino, Mendel, padre della genetica, mediò l’incontro tra un asceta ed uno scienziato. Erano Tagore, poeta e filosofo indiano, l’asceta e Albert Einstein, lo scienziato. Due figure così lontane, almeno in apparenza. "Credi che il divino sia isolato dal mondo?" chiese lo scienziato. L’asceta rispose “non è isolato, la verità dell'universo è una verità umana”. Io credo che non possa esistere una spiritualità oltre la scienza senza una scienza oltre la spiritualità due facce della stessa medaglia come conclusero, alla fine del loro incontro, l'asceta e lo scienziato.
- Sostieni l’aborto?
Sono decisamente a favore dell’aborto terapeutico; oggi disponiamo di tecniche di screening prenatale all’avanguardia che consentono una scelta consapevole nell’interesse e nel benessere dei genitori, ma soprattutto del feto. Per quanto riguarda l’interruzione volontaria di gravidanza si tratta sicuramente di una scelta più delicata e difficile. Non sono madre, ma immagino che portare in grembo una vita sia una delle sensazioni più intense che una donna possa provare e credo che l’aborto lasci un segno insanabile. Pertanto qualunque decisione una donna possa prendere non solo non va giudicata ed influenzata, ma va rispettata! Condivido maggiormente la scelta di una donna che decide, in valide condizioni non favorevoli, di non portare avanti una gravidanza, piuttosto che la scelta superficiale di mettere al mondo un figlio.
-Cos’è la Bellezza?
Perché sentiamo la necessità di attribuire etichette? Nella società odierna tutto ciò che non rientra nei canoni estetici condivisi, diventa un qualcosa di cui vergognarsi. Forse è giunto il momento di svincolarsi una volta per tutte da questa mentalità. Ciò di cui abbiamo bisogno è un cambiamento culturale, un nuovo modo di pensare, che ci permetta di definire la bellezza al di là dei limiti imposti dalle consuetudini e dagli stereotipi. Basta avere il coraggio di essere l’eccezione alla regola: la bellezza risiede nell’unicità.
-Ti definiresti animalista? Prova a spiegare l’empatia che si crea tra te e gli animali
Non amo questa definizione; la trovo un’estremizzazione di un comportamento che dovrebbe essere spontaneo e condiviso da tutti, che riguarda quantomeno il rispetto per gli animali e la difesa dei più deboli. Fin da piccola mi sono dedicata alla loro cura e alla loro difesa, con ogni mezzo a mia disposizione, fino a quando, all’età di 22 anni ho costituito la mia associazione di protezione animale. Prendermi cura degli animali e stabilire con loro un rapporto empatico mi ha permesso di comprendere i loro stati d’animo, di capire le loro esigenze imparando ad osservare i loro comportamenti, al di là del linguaggio verbale. L’empatia per gli animali è innata, ma va anche stimolata, soprattutto nei bambini, affinché si sviluppi in modo corretto, sia verso gli animali che verso i nostri simili. Sono convinta che il rapporto con gli animali ci insegna ad essere umani.
-Quanto è importante una corretta alimentazione e un corretto stile di vita?
Un adeguato approccio nutrizionale ha un ruolo chiave in moltissime patologie come l’insulino-resistenza e la sindrome metabolica; nella steatosi epatica, ad esempio, nessun farmaco si è dimostrato utile nel guarire il danno epatico indipendentemente dagli interventi sullo stile di vita. Sana alimentazione, esercizio fisico e controllo del peso contribuiscono anche alla prevenzione di molte patologie. Esercitiamoci ad ascoltare il nostro corpo e scegliamo cibi freschi, di stagione, possibilmente biologici e del nostro territorio, ampliamo la varietà della nostra spesa, compriamo meno ma meglio.
-Quali qualità non devono mancare in una donna di successo?
Ogni donna ha il suo personale concetto di successo. È importante restare focalizzati sull’obiettivo, ma credo che una qualità che non debba mai mancare sia un pizzico di autoironia: mai prendersi troppo sul serio.
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