Il diritto alla felicità, la storia di Martina
Il diritto alla felicità, la storia di Martina

Ho conosciuto Martina durante il mio percorso di studi, credo che merita di esser conosciuta anche da voi che leggete.
Martina è una giovane donna con una storia di vita forte.
“Si rinasce dalle ceneri per diventare più forti” è quello che vi racconterà Martina.
Buona lettura.
1. Ciao Martina, i nostri lettori non ti conoscono, ti andrebbe di parlarci un po' di te?
Ciao Alessia, grazie per la tua proposta è stato bello poterla ricevere ed accettarla!
Cari lettori mi presento, sono Martina ho venticinque anni e sono nata e cresciuta a Napoli insieme a mia madre, mio padre e mio fratello Ciro ventiduenne. Per un anno ho avuto la possibilità di abitare nella bellissima città di Cuneo e provincia. A quattro anni ho iniziato a frequentare presso un istituto religioso, la scuola per l’infanzia e la scuola di danza classica, sogno non realizzato di mia madre. In questi due ambienti mi sono formata il carattere, mi sono istruita e con motivazione e sostegno della mia famiglia che ha seguito ogni mio passo, ho raggiunto traguardi brillanti, nonostante le difficoltà quotidiane vissute tra periodi alti e bassi, poco tempo dedicato al divertimento e rinunce per conseguire il sogno di allora, il diploma in danza. Col tempo ho acquisito sempre più maturità, spirito di sacrificio, dedizione e passione per la danza che ahimè ho interrotto a quattordici anni per l’insorgere di una patologia inaspettata, la sindrome bipolare. A ventun anni ho conseguito la maturità in servizi enogastronomici ed ospitalità alberghiera, ho fatto la babysitter, mi sono presa cura di un anziano. Ho conseguito il titolo di coordinatrice amministrativa, certificazioni informatiche ma anche di primo soccorso quali BLSD per adulti e bambini, una formazione complementare di Prehospital Trauma Care da effettuare al paziente incidentato- politraumatizzato per lesioni di varia origine e causa. Attualmente sto concludendo gli studi per diventare un’operatrice socio sanitaria per lavorare successivamente in quest’ambito, collaborando in equipe con medici ed infermieri.
2. Se dovessi raccontarci qualcosa di te davvero importante, cosa scriveresti?
Se dovessi scegliere cosa raccontare di davvero importante al mio riguardo, sicuramente direi che, l’autonomia, il saper cavarsela da soli, risolvere e affrontare i problemi nel modo più equilibrato e sereno possibile, sia uno dei segreti fondamentali per vivere bene. Infatti per arrivare a questa consapevolezza ho dovuto lavorare molto su me stessa, dato che come accennavo prima, improvvisamente la mia vita si è fermata; ho scoperto d’essere affetta da bipolarismo in fase adolescenziale. Essere dipendenti da cure pesanti e sfiancanti mi ha reso dipendente su vari aspetti, non solo dal punto di vista farmacologico ma anche sociale dove molto spesso mi sono sentita emarginata, sfruttata e presa in giro. Al mio fianco a combattere questa battaglia, da me oggi vinta, fortunatamente ci sono stati i miei genitori, mio fratello Ciro e qualche parente. Dopo ben 12 anni di cure e ascolto individuale con lo psicologo, ho accettato e imparato a convivere con la patologia, curando gli aspetti comportamentali i quali hanno pesato come un macigno, pressoché da gestire e vivere autonomamente la mia esistenza.
3. Questa rubrica parla di "diritto della felicità", non in senso economico, ma in senso pratico. Qual è il tuo sogno di felicità?
Beh! Oltre la carriera lavorativa, adoro viaggiare, amo il mare e la montagna, le immersioni subacquee, mi incuriosisce il paracadutismo, vorrei continuare a ballare! Avrei voluto essere un pilota di aerei di linea, sogno che rimarrà nel cassetto. Scrivo, penso e rido, magari questo accadrà in un’altra vita e sarà possibile!! In futuro, il mio sogno più grande sarebbe sposare un uomo con il quale poter condividere tutto; spero di mettere al mondo dei figli, crescerli, amarli, trasmettere loro i miei valori.
4. Abbiamo ben chiaro che sei un vero esempio di resilienza e determinazione: qual è il messaggio per invitare i giovani di oggi, affinché seguano esempi positivi?
Prima di tutto penso che i giovani d’oggi debbano essere meno insicuri e codardi, inviterei loro ad essere coraggiosi, prendersi il rischio e le proprie responsabilità per crescere e maturare, dare un senso alle loro vite, di non dipendere da un gruppo, non seguire cattive strade come lo è ad esempio il denaro facile, dall’alcool, da tutti i tipi di droghe, di non arrendersi, sentirsi sconfitti solo perché il sistema vuole così! Una gioventù bruciata, senza speranza! Sognate amate e soprattutto ditelo, non abbiate timore di esternare i vostri sentimenti, è angosciate e triste tenerseli per sé!
Alessia De Filippo
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