- On.Danti, dopo Biden, la Meloni a Kiev. Soldi e armi dall’Ue, ma nessun filone diplomatico come richiesto da Berlusconi. Si andrà avanti per logoramento?
Il fatto che prima Biden e poi Meloni tra ieri e oggi siano andata a Kiev è motivo di grande orgoglio, come lo è stato mesi fa quando Draghi vi si è recato insieme ai leader europei Macron e Scholz
.Purtroppo ci dispiace che Meloni non possa dire di rappresentare tutta la sua maggioranza, che mi pare abbia delle venature filo putiniste molto consistenti. In questo mi sembra che il filone diplomatico richiesto da Berlusconi vuole essere solo un inchino a Putin.
La guerra finirà quando finirà l’aggressione russa al paese libero dell’Ucraina. L’Europa smetterà di supportare militarmente l’Ucraina quando questa riacquisterà il proprio territorio e la propria indipendenza, e i valori democratici saranno quindi messi al sicuro.
- Esiste una soluzione diplomatica?
Come dicevo, la soluzione diplomatica esiste solo nel momento in cui Putin riconoscerà l’integrità e l’indissolubilità dell’Ucraina. Una soluzione che passa innanzitutto dalla cessazione immediata dei bombardamenti sui civili, sulle case e gli ospedali ucraini.
Fino ad allora sosterremo in maniera convinta e assoluta la difesa della libertà del popolo ucraino, che è anche la difesa della nostra libertà e dei nostri valori.
- La Ue blocca le auto diesel e benzina. Siamo pronti all’elettrico?
Abbiamo un grande obiettivo, ridurre in maniera consistente le emissioni di Co2 nell’atmosfera, che significa anche migliorare la nostra qualità della vita. Il raggiungimento di questo scopo fondamentale passa anche dalla circolazione di veicoli meno inquinanti e possibilmente a emissioni zero. Il traguardo tracciato al 2035 dall’Unione Europea, sullo stop alla vendita di veicoli con motore a scoppio, serve proprio a stimolare, senza perdere tempo, a una riconversione del sistema produttivo in questo senso. Il tempo per adeguarsi c’è.
- Ci sono in ballo tanti posti di lavoro. Lo cediamo alla Cina?
Non difenderemo i posti di lavoro se rimarremo fermi mentre il mondo va avanti. Se raggiungeremo gli obiettivi che ci siamo dati, l’Industria europea e quella italiana saranno capaci di primeggiare non per le tecnologie del passato ma per quelle del futuro.
Un grande Paese come l’Italia e soprattutto una realtà come l’Unione Europea non possono avere paura del confronto con nessuno e tantomeno di accettare sfide ambiziose e importanti
.Un percorso da accompagnare con un’azione europea più forte per il reperimento delle materie prime e degli elementi essenziali che servono alla produzione delle auto elettriche, supportando l’innovazione delle piccole e medie imprese, riportando in Europa lo sviluppo di settori produttivi, che avevamo abbandonato da molti anni, come ad esempio i semiconduttori. Tutto ciò creerà nuove occasioni e posti di lavoro
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- La farina di grilli sui nostri scaffali è un attacco al Made in Italy?
L’Europa ha come priorità quella di garantire due elementi: la libertà delle proprie scelte e la sicurezza alimentare. In questo senso i cittadini europei che vogliono alimentarsi con determinati prodotti, come quelli a base di farina di grillo, possono farlo, sempre che questo non metta in pericolo la loro salute.
Garantire libertà e sicurezza alimentare, che è ciò che chiediamo all’Europa, non vuole dire in nessun modo abbandonare i prodotti tipici e le eccellenze, come quelle del nostro Made in Italy. Questa è un’immagine fuorviante che vuole dare la destra per alimentare la narrazione e la propaganda contro l’”Europa cattiva”.
Oggi l’Unione Europea continua a investire infatti in agricoltura sostenibile, in denominazioni di origine, nelle grandi produzioni che sono alla base della valorizzazione dei nostri prodotti. Su questo nessun passo indietro.
- Così come il vino: in Europa dicono che fa male. Non si scalfisce il nostro patrimonio enologico?
Innanzitutto bisogna specificare che questa questione non riguarda solo il vino ma tutte le bevande alcoliche in generale. E, dobbiamo dirlo in modo chiaro, è l’abuso di ognuna di queste sostanze alcoliche che fa male, non l’uso. In una visione europea dobbiamo inoltre tenere di conto che il tema dell’alcolismo in alcuni Paesi è molto sentito. Detto ciò l’errore sul tema delle etichettature è stato fatto dalla Commissione, permettendo a un Paese membro di scegliere un indirizzo che va contro ciò che invece ha votato il Parlamento Europeo, dove ci siamo battuti, infatti, promuovendo l’idea che le etichette dovessero contenere indicazioni su un uso consapevole, basato su criteri scientifici, e non, quindi, folli slogan inutili e allarmistici. In questo senso la Commissione deve impedire che si creino situazioni come quelle che hanno riguardato l’Irlanda, anche per tutelare, aggiungo, l’idea di uniformità alla base del mercato unico.
- Le piace un’Europa senza radici culturali? Penso al discorso di Ratisbona di Benedetto XVI respinto dalla Francia.
L’Europa è nata come idea che trova le sue radici in due cose: le università che nel Rinascimento nacquero in tutto il continente e dalle grandi abbazie che avevano accumulato una grande rete europea.
Un continente che è la somma di tante lingue, culture, anche diversità, ma che tuttavia trova condivisione e forza nei valori dello Stato di diritto, delle libertà individuali, della giustizia sociale. Elementi che abbiamo il dovere di mantenere vivi ogni giorno, difendendoli dagli attacchi di chi invece, strumentalizza le tradizioni in modo errato compromettendo l’integrazione europea, e negando così di fatto la nostra stessa cultura.
Dopo le elezioni Calenda preme per il Partito della Nazione, Renzi frena. Prime frizioni tra caratteri rocciosi? Come stanno le cose?
Nessuna frizione, capisco che per molta della stampa scrivere della morte del Terzo Polo sia un ottimo titolo, ma spiace deluderli non è così. Proprio il fatto che ci sia un confronto dialettico quotidiano testimonia la piena vitalità del progetto di costruire un grande partito liberale e riformista in Italia sulla scia di Renew Europe. Da Renzi più che un freno mi pare arrivi l’opposto: la risposta convinta a fare un partito forte e capace di avere grandi ambizioni. In questo ci preme di discutere più del come che del quando, e di farlo coinvolgendo gli iscritti nelle sedi adeguate, non su twitter. Insomma, nessuna scissione, anzi direi che ci aspetta un rilancio in grande stile.
Che caratteristiche avrà questo soggetto e a chi si rivolgerà?
Il nostro obiettivo è fare un grande partito che sia aperto, radicato nei territori, e che coinvolga tante persone. Per fare questo è evidente che serve un po’ di tempo, per evitare di fare la semplice somma di due classi dirigenti. Non preoccupiamoci di farlo in fretta quindi, preoccupiamoci di farlo bene.
È un dato di fatto che la strada che abbiamo imboccato, sotto l’insegna di Renew Europe, sia senza ritorno, e sono orgoglioso che siamo tutti d’accordo di andare avanti su questa strada. E in questo senso se per arrivare al partito ci vuole un mese in piu o un mese in meno non credo sia questo il problema, dobbiamo rispondere a un progetto politico che raccolga non tanto pezzi di classi dirigente di qualche partito confinante ma bensì che sappia rispondere alle preoccupazioni e alle richieste di tanti cittadini italiani.
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