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Bipolarismo, non siamo tutti Sara Tommasi

Erika Takaoshi • 5 febbraio 2023

Bipolarismo, non siamo tutti Sara Tommasi

Ho letto della malattia di Sara Tommasi, e da una malata bipolare da 37 anni, una persona del tutto normale ed anonimo, sinceramente sono perplessa, avendo conosciuto tante persone bipolari sia realmente che virtualmente in 13 anni della mia attività di Auto Mutuo Aiuto. Ho letto su di lei e del suo Disturbo Bipolare e le sue esperienze quasi estreme che stanno girando in rete in questi giorni e mi ha dato molto da pensare anche leggendo vari commenti sia positivi che negativi ,anche cattivi, soprattutto delle persone che parlano senza sapere cosa sia esattamente la malattia. Ancora non ci accettano come persone “normali” con problemi d’umore.

Per i media, soprattutto quelli che si occupano di gossip, la storia della Tommasi è una notizia succulenta, fa notizia, e da malata sono contenta per lei che ha ripreso a vivere, ma gran parte delle persone bipolari non sono sotto i riflettori, sono persone che vivono e combattono la malattia quasi in silenzio, soltanto tra le mura domestiche, e a volte non hanno nemmeno queste per rincuorarsi.


Quello che mi fa rabbia è che, chi legge senza sapere sul Disturbo Bipolare, possa pensare che per tutti i bipolari sia così, che la malattia porti alla droga o all’alcol e al sesso estremo o promiscuo. In realtà non è cosi. Tutti indistintamente, sia i malati del DB o le persone “normali” abbiamo le proprie fragilità, chi non ha avuto dei piccoli o grandi traumi durante l’infanzia? La crescita personale sta a riuscire a superare molte difficoltà e creare una propria personalità e il DB non è una malattia alienante perché la nostra personalità viene mantenuta.  Non è vero che nei soggetti bipolari esistono 2 personalità come spesso viene definito dagli “ignoranti”. E’ il disturbo dell’umore non è il disturbo della personalità, anche se a volte ci sono i malati bipolari con comorbilità e con altri problermi psicologici gravi. Ci comportiamo diversamente da ciò che ci vedono gli altri a seconda dell’umore “down” cioè in fase depressiva e in “up” in fase maniacale, che poi se si riesce ad ottenere l’eutimia, cioè “umore stabile” siamo ciò che siamo stati prima della malattia, anche se veniamo molto provati da tante sofferenze che crea la malattia, “psicologicamente” non siamo più gli stessi di prima.

Non sempre il DB porta all’alcolismo o all’uso della droga. E’ vero che le sofferenze della malattia possono portarci all’abuso delle sostanze ma non per tutti, come ci sono i bipolari completamente astemi o che non fumano nemmeno le sigarette. Non possiamo generalizzare un episodio singolo come quella della Tommasi.  Si, durante la fase maniacale la malattia “potrebbe” portare al sesso sfrenato o promiscuo, ma si tratta di episodi solo durante la fase e non è una cosa del proprio carattere, e anche questo non è detto che capiti a tutti, e tanto meno non veniamo nemmeno “abusati” per la  nostra situazione e di fare ciò che non vogliamo, come è successo alla Tommasi, per fortuna.

 

Forse la sua disgrazia era che è proprio perché un personaggio conosciuto, che è purtroppo nel mondo da fuori sembra bello “essere famosi”, ma in realtà un mondo molto spietato per poter rimanere a galla. Circa 2% della popolazione è affetta dal DB, e gran parte dei malati sono persone che hanno una vita e un lavoro o un ruolo del tutto sobrio ed anonimo. E come è successo alla Tommasi gran parte delle persone all’inizio non accettiamo di avere una malattia “mentale”, nessuno vuole vivere con i farmaci e ci ribelliamo alla cura per non sentirci “perdenti” come dice lei e solo dopo aver avuto un’altra ricaduta grave accettiamo la malattia. Sapere che anche i personaggi famosi soffrono di questa patologia e fanno l’outing ci incoraggia, ma nello stesso tempo purtroppo stigmatizza ancora i malati “anonimi”.

 

E’ una patologia che non si conosce se non sulla propria pelle, non viene capita nè dai familiari nè da chi ci circonda, ci vuole la cura farmacologica e un grande lavoro su se stessi per evitare le ricadute, perchè con questa malattia non si guarisce, ma si può tenere “silente” la malattia. Ci vuole solo l’amore e fiducia da parte di chi ci circonda. Un malato bipolare non va ne rimproverato ma nemmeno incoraggiato. Ci vuole soltanto tanta pazienza e tanta speranza.

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