Antonio Noto, sondaggista: "Strategia Pd fallimentare, campagna debole, partiti lontani dalla gente"

Felice Massimo De Falco • 3 settembre 2022

Antonio Noto, (sondaggista Noto Sondaggi): "Strategia Pd fallimentare, campagna debole, partiti lontani dalla gente, pochi temi, gli indecisivi così se ne staranno a casa. Meloni in testa e Conte gode di ottima salute. Draghi è in calo di fiducia"

Enrico Letta sta dividendo gli elettori in nero e rosso, come in tempi remoti. Così facendo non perde i voti del Centro e degli indecisi?

 

Questa strategia non ripaga perché non siamo in un sistema in cui ci sono due poli, se solamente sommiamo i voti dei 5 Stelle e di Azione-Italia Viva arriviamo a più del 20%, più un 5% degli Altri, quindi abbiamo un 25%-30%  che non vota né centrosinistra né centrodestra. Così facendo, il Pd si è creato due competitors importanti: da una parte l’elettorato di sinistra del Pd che si sta dirigendo verso il M5S, e dall’altro l’elettorato più moderato si sta decidendo verso Calenda. E infatti noi quotiamo oggi IL Pd qualche punto di meno rispetto a qualche settimana fa proprio perché l’effetto di questa campagna sta avendo un impatto negativo

 

Ci pare che la Meloni sia avanti e tutti gli altri la inseguano. E’ il leitmotive di questa campagna?

 

Così dev’essere. Ricordiamo che la Meloni ha concorrenti nel suo stesso schieramento, sia Lega che Forza Italia vogliono vincere con la Meloni ma non vogliono che questa stravinca. Oltre questi ha concorrenti fuori al suo schieramento e quindi tutti la inseguono, ed è più facile essere inseguiti che inseguire.

 

C’è una tempesta sociale in corso, secondo le vostre rilevazioni, abbiamo personale politico adeguato?

 

Non saprei, ma credo che il personale politico non si sia accorto di questa tempesta in atto. Abbiamo problemi sanitari legati al Covid, problemi internazionali di guerra, problemi economici che derivano da più fattori messi insieme, inflazione, guerra, etc, e vedo che nessun partito propone soluzioni per questi temi. I partiti oggi fanno campagna elettorale solo con gli slogan generici senza nulla di contenuto, ma soprattutto nessuno di loro ha la ricetta per far fronte ai problemi della società.

 

Che stima ha Draghi?

 

Draghi ha una stima sicuramente ancora positiva anche se in leggero calo, oggi il suo livello di fiducia è intorno al 48% ma prima era arrivato anche a 60%. Però si è un po' sedimentata la convinzione che Draghi rappresenta il passato e non il futuro, quindi non c’è più quell’attenzione che c’era prima verso di lui.

 

Mentre Letta e Meloni che gradimento hanno?

 

Meloni ha un buon gradimento, tra i leaders politici è la più quotata, ha circa il 39% di fiducia, Letta invece ha il 25%. Mentre la Meloni ha un livello di fiducia un po' trasversale, nel senso che ci sono elettori che non la votano ma che hanno fiducia in lei, la fiducia in Letta rientra nel perimetro del centrosinistra, non va oltre.

 

Secondo lei chi sarà la sorpresa di queste elezioni?

 

Non è ancora stimabile, ci potrebbe essere la sorpresa che Fdi guadagni molto consenso, oppure al contrario, magari Fdi è il primo partito ma non fa boom, magari si ferma al 23% lontano dal 30%. Ci potrebbe essere la sorpresa che il M5S superi la Lega, o che Azione superi Forza Italia. E’ ancora presto per capire, siamo in piano movimento di consensi.

 

Conte gode di buona salute?

 

Assolutamente sì, il Movimento ha raccolto consenso da quando è stato l’artefice della caduta del governo. Quando era al governo lo davamo al 9/10 ora è salito al 12/13%.

 

Sono tanti gli indecisi: saranno decisivi o rimarranno a casa?

 

Gli indecisi sono decisivi quando c’è una campagna forte e accattivante, oggi assistiamo ad una campagna molto debole, quasi scontata, lontana dagli interessi prioritari dell’elettorato. Se il tono rimarrà questo, gli indecisi se ne staranno a casa, se invece cambierà qualcosa nelle ultime settimane, allora potrebbero essere motivati a votare.

 

Che scenario prefigura il 26 settembre?

 

Beh dai sondaggi che abbiamo ci dovrebbe essere una maggioranza del centrodestra, se nulla cambia, sarà il centrodestra ad avere il pallino in mano; poi ci sono equilibri politici che vanno al di là delle proiezioni e quindi bisognerà capire se potrà essere Meloni o meno il premier.

 


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