Era trascorso più di un anno da quando avevo preso a lavorare a Milano. Mi era scaduto il primo contratto. Ero tornata a Roma per circa due mesi.
Avevo trovato Carlotta in attesa di un bambino e in procinto di matrimonio. Con chi? Ma che domande, con Marcello, il fidanzato storico. Come non ricordate? Quello che lei aveva mollato perché dinanzi ad una presunta gravidanza aveva omesso ogni responsabilità. Beh si! Dopo qualche anno erano cresciuti. Lui era diventato uomo, lei finalmente annichilita da meetic e quel tipo di incontri! E avevano deciso di ricominciare proprio da dove lasciato
. Rebecca continuava a cambiare fidanzato… ma pare che questa volta con Adriano si trattenesse più del solito
… Ero scesa a Roma non soltanto perché avevo concluso un contratto. In realtà la cosa coincideva con la fine della storia con Simone e con il mio ritardo
… Non appena a casa sentii l’esigenza di confidarlo alle mie amiche che sarebbero state pronte a capirmi e sostenermi in qualunque caso. Era un sabato pomeriggio, chiamai le ragazze sorprendendole col mio arrivo… le convocai a casa in un momento di assenza dei miei genitori e di mio fratello. Preparai del buon the, le accolsi e le feci comodamente sedere sul divano
. Rebecca: “ Mio Dio amica, quanto sei bella e che felicità rivederti” – bagnando il suo volto con qualche lacrima
. Carlotta: “ non immagini neppure quanto si senta la tua mancanza! Si certo ci si sente al telefono ogni giorno… ma non vederti spesso è davvero doloroso!
” Rebecca: “Ma dai, dimmi, firmerai un nuovo contratto o rimarrai con noi per sempre!... E comunque dovrai aiutarci per il matrimonio di Carlotta, sai!?
” “Ancora non so cosa accadrà – risposi con aria pensierosa e chinando il capo – in realtà però ho un’urgenza. Si, insomma vi ho chiamate per farmi aiutare in un problema.
” Carlotta: “Che succede amica, su dai non farci preoccupare…
” “Beh abbiamo tantissimo da raccontarci – aggiunsi quasi in lacrime – ma io… in questo momento…
” “Piccola cosa succede ti prego… - replicò Rebecca prendendomi le mani – ed ora perché piangi? – rivolgendosi a me
. “Ragazze – presi a dire tirandomi su e facendo un bel respiro – promettetemi che non lo saprà nessuno!
” “Su via Chiara – disse Carlotta – ora non farmi arrabbiare! Sputa il rospo!
” “Ok – dissi guardandole fisse negli occhi – Ho un ritardo!
” “Un ritardo!? – esclamò Carlotta, sedendosi sul divano
. “Insomma un ritardo… ma hai controllato? E come può essere!?” – aggiunse Rebecca cercando di farsi notare tranquilla
. “In verità no! Non ho controllato, ho troppa paura e non voglio vedere mai più Simone, neppure per una cosa del genere!” esclamai irrigidita
. Ci fu un attimo di silenzio. Poi mi alzai e chiesi cosa volessero se del the o qualcos’altro
. “Il the va benissimo – proruppe Carlotta – ma su vieni qui ed affrontiamo bene la questione.
” Si capiva che ero agitata
. “Cosa dicono le tue amiche a Milano?” – continuò Carlotta
. Presi un vassoio con dei biscotti e del the e lo adagiai sul tavolino di cristallo dinanzi ai divani. Versai il the nelle tazze, lo servii alle amiche e mi sedetti. Avevo le gambe strettamente accavallate col capo chino a guardare le mani che stringevo l’una contro l’altra. Poi alzai il capo e dissi
: “Beh Lucia è molto materna, l’avete conosciuta. Lei mi è molto vicina. Con lei ragioniamo sull’eventualità che… Nadia invece…
” “Nadia?” – interruppe Rebecca
. “Si Nadia ha le sue teorie. Cioè per lei non è la fine del mondo anzi…
” “Anzi cosa? – continuava a chiedere Rebecca
. “Anzi! Perché lei lo terrebbe senza neppure avvertire lui… lo sai com’è Nadia, no!? Sai che nessun uomo ha alcun valore e nessuna incidenza sulle sue scelte!” – affermai distendendomi e poggiandomi allo schienale del divano – “La sua teoria è che oggi per una donna avere un figlio è comunque una gioia, e di questo ne sono convinta! Il fatto di non avere un padre, un riferimento e comunque un compagno di questi tempi non è un problema…
” “Ma tu per te cosa vorresti?” – la interruppe ancora Rebecca
. “Mah! La vita te la cambia eccome!! Non saprei neppure come affrontare la cosa al lavoro…” – sospirai e si capiva che ero confusa
… “Si certo, quello che vuoi. Ma non siamo già a questo punto! – disse Rebecca
. “Infatti, cerchiamo prima di capire cosa sta accadendo. Si, insomma, se questo bambino c’è o è solo un falso allarme!” – continuò Carlotta, che in passato aveva sperimentato quelle sensazioni, ma con un soggetto completamente diverso e soprattutto che lei stessa amava
. Carlotta per quei giorni si tenne ben lontana dal dirmi che lei stessa fosse in attesa di prole. Questo per non appesantirmi, si, insomma, forse per non creare differenze e “tristezze”
. Decidemmo comunque di aspettare senza dir nulla che trascorresse il week end. Il lunedì avrei fatto un test e delle analisi. Incrociando le dita
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