Tasse e pandemia: spariti 70 negozi al giorno tra 2020 e 2021. Il caso Pomigliano: da florida economia a strage silenziosa

Redazione • 31 marzo 2022

Tasse e pandemia: chiusi 70 negozi al giorno tra il 2020 e 2021.

Il caso Pomigliano, da florida economia a strage sileziosa

La desertificazione commerciale avanza, e rischia di lasciare senza accesso a beni alimentari e di prima necessità una larga parte dei piccoli comuni italiani: tra crollo dei consumi e aumento delle spese fisse, tra il 2020 e il 2021 sono sparite infatti 70 imprese del commercio al giorno.A lanciare l'allarme è Confesercenti, in occasione della conferenza stampa di presentazione della proposta di legge per la tutela delle Pmi del commercio di vicinato primario, a prima firma dell'Onorevole Martina Nardi, Presidente della X Commissione Attività Produttive della Camera.


Secondo l'analisi di Confesercenti, nel 2020 si è registrato un saldo negativo tra aperture e chiusure di imprese del commercio pari a -25.873 unità, solo leggermente migliorato nel 2021 a -25.639. In totale, dunque, il biennio ha visto sparire, senza essere sostituite, 51.512 imprese del settore.



Una crisi che ha colpito con forza anche le aree periferiche. La desertificazione appare grave in particolare nei piccoli Comuni: in Italia ce ne sono 5.532 sotto i 5mila abitanti, circa il 70% del totale, con 9.794.662 residenti, il 16,53% della popolazione italiana. È in quest'area che si manifesta, a vari livelli, il disagio abitativo e la desertificazione commerciale, innanzitutto di quella primaria, intendendo per questa quella legata alla distribuzione di beni come i prodotti alimentari. Una rete di negozi che pure durante il lockdown hanno svolto un ruolo indispensabile per la tenuta sociale e l'approvvigionamento dei cittadini.


Per avere un quadro completo di come si evolve oggi questa situazione nei mesi scorsi Fiesa Confesercenti e Federconsumatori hanno realizzato uno studio sui centri al di fuori delle grandi aree urbane, con particolare riferimento a: piccoli comuni con meno di 1.000 abitanti; comuni montani; aree colpite dal sisma 2016-2017.

Tra chiusure e (non) aperture, nei due anni presi in esame nei piccoli comuni sono sparite 228 macellerie e 509 forni/panetterie. Considerando le variabili che possono intervenire nelle dinamiche del commercio al dettaglio e nel settore dei consumi, si stima infatti che nel 2025 la riduzione degli esercizi commerciali di piccole dimensioni operanti nelle aree prese potrebbe raggiungere il -8,4%, pari a circa 11.500 chiusure.


Una tendenza che potrebbe condurre già nel 2025 ad avere nelle aree considerate poco più di 3.000 panetterie e 2.500 drogherie, con il rischio di oltre 2000 comuni senza servizi essenziali.

"L'analisi fin qui condotta rivela un quadro alquanto preoccupante", commenta Daniele Erasmi, presidente nazionale di Fiesa Confesercenti. "Nei giorni dell'emergenza sanitaria più acuta, gli esercizi di vicinato alimentare sono stati il riferimento principale delle famiglie e delle comunità, per necessità e per comodità, per la freschezza dei prodotti, per i servizi. Hanno svolto un lavoro coraggioso di vicinanza ai cittadini, nel generale lockdown del paese, come ha riconosciuto il presidente Mattarella".


Il Mezzogiorno ha patito molto di più questo tzunami, come nel'hinterland campano, a Pomigliano d'Arco per esempio, dopo negli anni precedenti alla pandemia si era costruita con rapida contagiosità un'economia commerciale molto florida che attirava gente da ogni parte della Campania. Ma qui il fenomeno Covid è stato devastante: in rapida successione hanno chiuso più di 25 negozi storici ed "un altra ventina sta per chiudere, mentre molti che sono rimasti aperti sono in gravi difficoltà per il pagamento di fitti ed utenze", dice Ciro Esposito, presidente Confcommercio Pomigliano.


"Ma basta fare un giro per la città" continua Esposito, " per rendersi conto di quante serrande sono abbassate"

C'è qualcosa ce può fermare questo fenomeno? "E' molto difficile, si tratta di un fenomeno su scala nazionale, ma sarebbero stati utili tavoli di concertazione con la politica per seguire passo dopo passo la vicenda e cercare di mettere una pezza, almeno sul caro utenze", conclude Esposito.


A testimoniare la mattanza del commercio a Pomigliano è anche Francesco Marigliano, tabaccaio nel centro storico e e Presidente FIt Napoli che dice: "A Pomigliano almeno 30 negozi in meno solo da inizio anno, questo vuol dire meno lavoro, meno sicurezza, meno servizi, meno attrattività. Commercio online, Grande Distribuzione, Pandemia, smartworking, mobilità differente, le città stanno cambiando volto rapidamente e la risposta più idonea per scongiurare il pericolo della desertificazione commerciale è possibile solo a condizione di una sempre più stretta collaborazione tra amministrazione locale e associazioni imprenditoriali.


Nel centro storico, continua Marigliano, la situazione è drammatica, in particolare su Corso Vittorio Emanuele sono decine le saracinesche abbassate. Parcheggi, viabilità, sicurezza, organizzazioni di eventi e incentivi questi restano i temi fondamentali su cui abbiamo chiesto più volte alla politica un confronto. Aspettiamo di conoscere quali strategie il comune intende mettere in campo e speriamo anche in provvedimenti di sostegno al terziario da parte di Città Metropolitana e Regione".


Parla uno dei commercianti che hanno chiuso, un barbiere molto giovane, Raffaele, martoriato dalle tasse, che s mostra attonito: "E' stato fatale, è cambiato tutto all'improvviso, mi sono ritrovato rapidamente caricato di tasse e con una clientela dimezzata perchè ho dovuto alzare i prezzi per parificare le perdite. E' necessario fare squadra tra chi è nelle mie condizioni e chiedere di essere tutelati"



Share

Tutti gli articoli

Autore: Marianna Marra 14 novembre 2025
L’incantesimo si è svolto in un bignami di vite vissute che hanno fatto la storia della tradizione e tuttora fanno scuola all’innovazione.
Autore: Redazione 6 novembre 2025
Comunicato Stampa: LINA E LE ALTRE
Autore: Felice Massimo De Falco 3 novembre 2025
Anna Poerio Riverso non scrive una biografia: tesse un arazzo familiare dove ogni filo è un documento inedito, ogni nodo un’emozione trattenuta. Con rigore accademico e pudore affettivo, l’autrice ci guida tra lettere autografe, poesie manoscritte, atti processuali, fino a farci toccare la carta ingiallita su cui Carlo, incatenato, annotava: «La catena è pesante, ma più pesante è il silenzio di chi sa e tace». In sole 128 pagine, dense come un distillato di storia vissuta, il volume si articola in capitoli che si intrecciano come i rami di un ulivo secolare, radicato nel suolo meridionale proteso verso l’epica nazionale. Ma un solo luogo accoglie per sempre i resti di una Famiglia di Patrioti: Pomigliano d’Arco. Potremmo chiamare Pomigliano in mille modi: Stalingrado del Sud per le sue lotte operaie, città di solerti lavoratori, terra di grandi figli come il presidente della Repubblica Giovanni Leone e tanti altri. Ma quando il sole tramonta dietro il Vesuvio e il vento passa tra le croci del cimitero, Pomigliano d’Arco resta la città dei Poerio e degli Imbriani. Perché qui non è sepolto solo il loro corpo: è sepolta la parte migliore di noi.
Autore: Giovanni Amitrano 23 ottobre 2025
"Chi come me ha attraversato grandi difficoltà mi affascina perché dentro di sé custodisce un sapere che non si trova nei libri: quello di chi ha sofferto, ha resistito e, nonostante tutto, ha continuato a vivere".
Autore: Valentina Manon Santini 23 ottobre 2025
Mercificare il dolore significa offendere tutte le donne che hanno subito davvero violenza — nelle mura domestiche, negli affetti, sul posto di lavoro. Anche chi, come me, ha conosciuto la violenza psicologica: la minaccia di isolamento, il tentativo di ridurti al silenzio, il ricatto sottile che ti vuole annientare, di chi ti dice “ti faccio terra bruciata, non lavorerai più. Questa è pornografia del dolore.
Autore: Felice Massimo De Falco 22 ottobre 2025
In un mondo che corre affannosamente verso l’oblio, dove il tempo divora le tracce dell’esistenza umana come un fiume in piena, Vera Dugo Iasevoli emerge come una guardiana della memoria collettiva. In questo libro, la professoressa non solo documenta fatti, ma infonde un’anima esistenzialista: il cimitero è “un silenzio che parla”, un “dormitorio” in attesa dell’alba eterna, un monito contro l’oblio. Valorizzando Pomigliano d’Arco – terra di patrioti, fede e resilienza – e i suoi avi, l’autrice ci invita a camminare tra le lapidi non come visitatori, ma come eredi di un’eredità immortale. Un’opera avvincente, essenziale per chi cerca radici nel flusso dell’esistenza: sì, si può fare, e si deve leggere.
Autore: Felice Massimo De Falco 5 ottobre 2025
In un’epoca in cui l’essere umano si riduce a un curriculum di successi effimeri, Vincenzo Siniscalchi emerge dal racconto di Domenico Ciruzzi non come un avvocato illustre – il “Maradona del codice penale” , potremmo definirlo con un’immagine che evoca dribbling geniali tra le maglie intricate della legge –, ma come un’esistenza autentica, un Sisifo napoletano che spinge il suo macigno non su per la collina del Palazzo di Giustizia, ma attraverso i vicoli della condizione umana, senza la paura di rotolare giù.
Autore: Redazione 19 settembre 2025
«Io non so perché mi sta succedendo questa cosa, so soltanto che ogni volta che guarisco qualcuno perdo un senso».
Autore: Marianna Marra 30 agosto 2025
Il film non si limita a rappresentare un caso isolato, ma dispiega inevitabilmente il racconto di realtà drammatiche più ampie che, con minuzia di particolari e sfumature emozionali, si fanno corpo e carne attraverso lo schermo.
Autore: Redazione 7 agosto 2025
Sorella Morte è un romanzo che sfida il lettore a confrontarsi con il mistero della vita e della morte, intrecciando il razionale e l’irrazionale in una narrazione avvincente. Il romanzo lascia una domanda esistenziale che risuona oltre le sue pagine: Se il male è un’eredità che scorre nel sangue, possiamo davvero sfuggire al nostro destino, o siamo condannati a ripetere gli errori dei nostri antenati?
Altri post