Con il ritorno della guerra in Europa, determinata dall'aggressione ingiustificata e non provocata della Russia nei confronti dell'Ucraina, nonché a causa dei significativi mutamenti geopolitici in atto, la nostra capacità di promuovere la nostra visione e difendere i nostri interessi è messa alla prova". Inizia così, con un richiamo alla drammatica realtà di queste settimane, il capitolo di sintesi della Bussola strategica, approvata dal Consiglio Ue di lunedì 21 marzo.
Il documento, in gestazione da quasi due anni, vede ora la luce in un contesto sconvolto dalla crisi ucraina, in cui si moltiplicano, anche del settore difesa e sicurezza, le iniziative dell'Unione per far fronte all'emergenza (come la decisione di fornire assistenza militare alle forze armate ucraine, nell'ambito dello Strumento europeo per la Pace). L'approvazione della Bussola avviene in una riunione dominata dalla discussione sulle implicazioni della guerra, anche se si tratta di un documento con un'ambizione di più lungo periodo.
Il suo scopo è infatti quello di definire obiettivi concreti per rafforzare la sicurezza dell'Unione e delineare le sue prospettive strategiche "per i prossimi 5-10 anni", partendo da una visione comune delle minacce che incombono sull'Europa e dei possibili strumenti per farvi fronte. Il percorso di elaborazione del documento ha preso avvio nel giugno del 2020, nell'ambito di un Consiglio cui si devono anche significative conclusioni in materia di sicurezza e difesa. Nel novembre del 2020, i ministri degli esteri e della difesa hanno iniziato a discuterne concretamente, sulla base di un documento di "analisi delle minacce", redatto dai servizi europei di intelligence.
Ne è seguito un anno di lavoro di redazione, che ha coinvolto gli Stati membri, istituzioni dell'Unione e think tanks di varia natura. La prima bozza completa è stata presentata (informalmente) al Consiglio Ue del novembre dello scorso anno. Ne è seguito un ulteriore lavoro di affinamento in seno al Comitato politico e di sicurezza (composto da rappresentanti degli Stati), che ha prodotto una seconda bozza, presentata al vertice informale di Brest di gennaio 2021. Il 15 febbraio la Commissione europea ha presentato il suo "pacchetto difesa", due comunicazioni su industria europea della difesa, tecnologie critiche e catene di approvvigionamento, i cui contenuti sono stati in parte recepiti nella terza bozza della Bussola, resa nota qualche giorno dopo.
L'aggressione russa in Ucraina ha poi mutato radicalmente lo scenario. A fronte della crisi, alcuni Paesi (Baltici e dell'est) hanno addirittura proposto di rinviare l'approvazione del documento, in attesa degli sviluppi. E' prevalsa invece la linea di procedere con i tempi previsti, anche per inviare un messaggio di unità dell'Unione. In pochi giorni si sono succedute diverse nuove bozze, che hanno inglobato anche alcuni passaggi della Dichiarazione di Versailles dell'11 marzo (in materia di spese per la difesa, investimenti collaborativi e sostegno all'industria europea della difesa).
Pur sempre con soluzioni di compromesso tra le diverse sensibilità dei Paesi Membri, i toni nei confronti della Russia si sono fatti sempre più duri (chiamando direttamente in causa anche la Bielorussia). In parallelo, sono diventati più decisi i riferimenti al ruolo della "partnership strategica con la Nato" (nonostante non si sia arrivati nel frattempo alla firma, come previsto, della terza Dichiarazione congiunta Ue-Nato) e al rafforzamento della cooperazione con gli Stati Uniti. Tranne che per il progetto sulla Mobilità militare (cui partecipano anche Stati Uniti, Norvegia e Canada), e per l'impegno ad aumentare le spese per la difesa, le proposte concrete contenute nella Bussola hanno invece subito modifiche molto più ridotte (anche perché oggetto di laboriose trattative tra gli Stati durante i lavori preparatori). In diversi punti la tempistica degli interventi previsti è stata comunque accelerata.
Sicurezza -
In questo ambito, piuttosto ampio, che comprende sia la sicurezza "interna" che la difesa vera e propria, un'attenzione particolare è rivolta ai domini cibernetico e dello spazio (quest'ultimo finora trattato dall'Ue in termini solo civili e commerciali).
Per prevenire le minacce, garantire un accesso sicuro ai settori strategici e proteggere i propri cittadini, è necessario, tra l'altro:
- rafforzare le capacità comuni di intelligence (anche attraverso il Centro satellitare Ue), anche al fine di aggiornare periodicamente l'Analisi delle minacce comuni;
- completare, entro il 2022, gli strumenti Ue contro le minacce ibride, la manipolazione delle informazioni e le ingerenze straniere;
- rafforzare le politiche Ue in materia di cyberdifesa, rendendo pienamente operativa l'Unità congiunta per il cyberspazio;
- adottare entro il 2023, una Strategia spaziale Ue per sicurezza e difesa, a partire dal meccanismo di risposta alle minacce previsto nel quadro di Galileo;
- migliorare le capacità delle forze armate di supporto alle autorità civili nelle emergenze e nelle calamità, anche con esercitazioni congiunte;
- rafforzare, entro il 2025, i meccanismi della sicurezza marittima, anche in regioni lontane come l’Indo-pacifico;
- promuovere accordi per il disarmo e il controllo degli armamenti;
- implementare le strategie per contrastare le minacce alla sicurezza dovute ai cambiamenti climatici;
- rafforzare le capacità delle Forze armate nazionali di assistere la popolazione civile nelle emergenze.
Investimenti
Per quanto riguarda questo capitolo, che ha visto trattative molto serrate tra i Paesi (visti i rilevanti interessi in gioco), la Bussola tiene conto - come detto - delle recenti prese di posizione degli Stati membri in occasione del vertice di Versailles (10 e 11 marzo). Il documento contiene in primo luogo l'impegno degli Stati a incrementare in modo sostanziale le spese per la difesa, per colmare le lacune strategiche degli strumenti nazionali e ridurre le dipendenze tecnologiche e industriali dall’esterno.
Per raggiungere gli obiettivi previsti, sono proposte una serie di azioni, tra cui:
- rivedere, entro il 2023, i processi di sviluppo e pianificazione delle capacità, intensificando la collaborazione tra le difese nazionali e tenendo conto delle esigenze operative delle missioni PSDC;
- colmare, entro il 2025, le carenze critiche della capacità Ue di dispiegamento rapido (in particolare trasporto aereo, comunicazione satellitare, mezzi anfibi, materiale medico, cyberdifesa e capacità di intelligence e sorveglianza);
- sviluppare strumenti aggiuntivi di incentivo per gli investimenti collaborativi tra Paesi, segnalando i possibili ostacoli nel Rapporto annuale sul mercato unico;
- rafforzare la cooperazione nello sviluppo capacitivo nei settori già concordati come prioritari tra gli Stati (tra cui il sistema soldato, carri da battaglia, piattaforme navali non presidiate, aerei da combattimento di prossima generazione, corvette da pattugliamento; sensori e piattaforme per l'osservazione spaziale della Terra);
- sfruttare appieno la cooperazione strutturata permanente e il Fondo europeo per la difesa per sviluppare congiuntamente capacità militari all'avanguardia, creando anche un nuovo Polo dell’innovazione (Defence Innovation Hub) in seno all'Agenzia europea per la difesa;
- promuovere l'accesso dell'industria della difesa a strumenti di finanziamento privati, anche attraverso la Banca europea per gli investimenti;
- incrementare gli incentivi al procurement condiviso dei materiali per la difesa, anche attraverso vantaggi fiscali;
- istituire, già a partire dal 2022, una riunione annuale dei Ministri della difesa, per discutere le iniziative comuni (visto che manca un formale Consiglio difesa).
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