Milioni di piccoli pezzi, come una bella tormenta di neve. Così possono infrangersi i miti che si ritenevano solide mura a difesa delle umane convinzioni, ma è bastata una piccola spallata, come quella data dal signor Peter Bockman con la mostra Against Nature, per scuotere miti e convinzioni sull’eterosessualità del mondo animale. Peter, riferendosi al titolo provocatorio della manifestazione (Contro Natura), ha serenamente detto che tutto ciò che avviene in natura, dopotutto, contro natura non è. Del resto, autorevoli naturalisti e zoologi ci hanno riferito che l’eterosessualità non è una certezza nel mondo animale dove perfino esseri, simbolo di virilità, come i bisonti, si accoppiano con esemplari dello stesso sesso. Seguono, senza interrogarsi più di tanto, i trichechi, gli scimpanzè, i leoni. Lo fanno perfino certe specie d’insetti, per non parlare di alcuni pesci che nel corso della loro vita cambiano sesso, o del cigno nero capace di avere una vita di coppia omosessuale stabile, nel corso della quale si appropria delle uova deposte da femmine del gruppo per covarle fino alla schiusa e accudire gli anatroccoli come una mamma premurosa.
Nella lunghissima lista di animali che si accoppiano con esemplari dello stesso sesso spiccano i bonobo, una specie di scimmie molto vicine all’uomo e dal temperamento libertino. Questi primati, letteralmente, si divertono a fare sesso con qualsiasi altro membro del gruppo che gli capiti a tiro; maschio o femmina che sia, in solitaria o in allegra compagnia. I bonobo, in materia di rapporti intimi, non sono affatto schizzinosi, al contrario ne hanno fatto una pratica per tenere sotto controllo l’aggressività e cementare le relazioni nel branco, con un atteggiamento alquanto simile a quello umano. La natura, nella sua complessiva e vastità di sfumature, si esprime anche attraverso comportamenti che, ai pensieri ragionati dell’essere umano, sembrano scorretti, immorali o peggio ancora devianze da correggere, mentre non sono altro che flussi vitali per tenere al meglio l’equilibrio psico-fisico sul pianeta. Un equilibrio difficile da accettare quando investe una sfera intima come la relazione sessuale, che l’essere umano tende a schematizzare con regole, comportamenti e appropriate definizioni per assecondare gli usi e costumi di una società permeata da convenzioni artificiali che intendono regolare e legiferare su ogni comportamento fino a sconfinare nelle preferenze intime di ciascuno e protendendo verso la condizione di eterosessualità considerata la via normale, ovvero quella prevista in natura per le giuste relazioni amorose e di procreazione.
Ma come ci insegnano i bisonti, i trichechi, i felicissimi bonobo, oltre ai nostri animali domestici come i cani e gatti, l’eterosessualità non è l’unica via per le relazioni di coppia, malgrado il nostro tessuto sociale, permeato da credenze arcaico-religiose, tenda a schematizzare e giudicare sulla base del comune decoro. Buona parte della società è ancora assoggettata a vecchi pregiudizi al punto da autoconvincersi che i continui atti liberatori di coming-out, da parte di uomini e donne, possano minare le fondamenta dell’eterosessualità, ponendo ostacoli sul percorso della rettitudine. Cosa che in verità non lo è; malgrado sia stato necessario attendere il 1973, anno in cui l’American Psychiatric Association ha definito l’omosessualità come una variante del comportamento sessuale sgombrando ogni dubbio sulle errate concezioni di devianza o, incredibilmente, di patologia. Ma per il raggiungimento di una chiarezza assoluta sull’argomento è stato necessario aspettare fino al 1987, anno in cui l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha condiviso la condizione di totale normalità dei comportamenti sessuali includendone anche l’omosessualità ego-distonica, ossia la mancanza d’accettazione serena della propria identità sessuale psichica.
Dal punto di vista sociale e scientifico se n’è discusso tanto sull’argomento, cercando di stemperare intolleranze e fobie che, radicate nel pensiero eterosessuale, si contrappongono a quello omosessuale innescando focolai di soprusi e violenze, mentre l’orientamento sessuale altri non è che un modello di stabile attrazione emotiva focalizzata al naturale soddisfacimento dei bisogni relazionali d’amore, d’affetto e intimità, indipendentemente dall’essere maschio o femmine.
Per spianare qualsiasi remora sulle difficoltà nel perseguire le proprie attitudini sessuali o accettare quelle di altri nel rispetto del libero pensiero, e per avere la risposta certa che eterosessualità e omosessualità sono entrambi aspetti naturali della vita sarebbe, semplicemente, bastato chiedere al bisonte. Peccato, però, che il bisonte non sa parlare.
Mario Volpe
Testata Giornalistica con iscrizione registro stampa n. cronol. 1591/2022 del 24/05/2022 RG n. 888/2022 Tribunale di Nola