Pomigliano, scacciare via i teoremi, far ripartire l'edilizia
Il sensazionalismo è uno dei caratteri della narrazione della realtá odierna, a tutti i livelli. E sotto questo aspetto, allora, Pomigliano si pone all’avanguardia. Diventa cosi’, nella rappresentazione mediatica, la cittá dell’abusivismo.
E poco importa, a chi scrive queste pagine di cronaca, se di abusivo tra i lavori di costruzione in corso bloccati dai sequestri, non c’è proprio nulla. Questa narrazione evita di segnalare che si tratta di edifici che hanno ottenuto il permesso dell’ufficio tecnico. Un permesso magari da verificare se sia pienamente regolare, e questo è compito che spetta alla magistratura penale o amministrativa. Ma far passare l’idea che a Pomigliano si costruisce abusivamente, è senza dubbio una proditoria offesa alla cittá, e a molti suoi cittadini.

Negli ultimi due anni e mezzo il comparto dell’edilizia privata a Pomigliano è stato l’epicentro di un vero e proprio terremoto. E i terremoti, si sa, lasciano macerie e vittime.
Tutto comincia nell’estate 2020, quando una raffica di sequestri giudiziari blocca alcune costruzioni in corso. Ce n’è abbastanza per creare immediatamente un assioma mediatico: Pomigliano epicentro di una azione speculativa fuorilegge. Ne scrivono alcuni giornali, ne parlano i notiziari, ne discetta qualche presenzialista di civiche adunanze.
Si sa che un assioma, per definizione, non necessita di dimostrazione, è veritá. Perciò poco importa se il sequestro, come provvedimento tipicamente interinale, è uno strumento cautelare a cognizione estremamente limitata, basato su qualcosa che giuridicamente è assolutamente diverso dalla prova di sussistenza di un fatto, e di colpevolezza del relativo autore.
Il sensazionalismo è uno dei caratteri della narrazione della realtá odierna, a tutti i livelli. E sotto questo aspetto, allora, Pomigliano si pone all’avanguardia. Diventa cosi’, nella rappresentazione mediatica, la cittá dell’abusivismo.
E poco importa, a chi scrive queste pagine di cronaca, se di abusivo tra i lavori di costruzione in corso bloccati dai sequestri, non c’è proprio nulla.
Questa narrazione evita di segnalare che si tratta di edifici che hanno ottenuto il permesso dell’ufficio tecnico. Un permesso magari da verificare se sia pienamente regolare, e questo è compito che spetta alla magistratura penale o amministrativa. Ma far passare l’idea che a Pomigliano si costruisce abusivamente, è senza dubbio una proditoria offesa alla cittá, e a molti suoi cittadini.
Il clima diventa cosi’ sempre più avvelenato. Insinuazioni di connivenze, accuse velate di contiguitá criminali, sono strumenti utilizzati ad arte per creare disorientamento sociale, politico e imprenditoriale. Il sindaco professore ci mette del suo, soprattutto quando, dopo aver ricevuto delle intimidazioni anonime, piuttosto che esigere dalle istituzioni deputate che siano individuati e puniti i responsabili, assume l’atteggiamento di chi si sente assediato. La debolezza della sua guida fa il resto, lasciando campo libero a protagonismi spesso sopra le righe, a ogni più ardita illazione.
La parola fine a questo capitolo è ancora lungi dall’essere scritta. La faccenda, che sicuramente in termini prettamente giuridici non si presta affatto ad una classificazione semplificata, è attualmente in mano alla giustizia, e il contraddittorio giudiziario ancora non si è del tutto sviluppato. Tuttavia alcuni segnali lasciano intendere che quell’assioma di illegalitá probabilmente tale non è, nel senso che via via stanno cadendo molti degli argomenti che erano stati posti a base dei provvedimenti di sequestro e di annullamento di quei permessi di costruire finiti nel tritacarne mediatico-giudiziario.
Sta di fatto che tutta questa tempesta lascia giá ora il segno, nella vita della cittá. L’iniziativa imprenditoriale privata, nel settore dell’edilizia, soffre di una grave crisi di fiducia nelle istituzioni. Le quali, per come la vicenda è stata orientata, sono apparse più che altro come un nemico, piuttosto che come arbitro, regolatore imparziale. Il clima che si respira è ancora per molti aspetti quello di caccia alle streghe, e probabilmente lo sará ancora per molto.
Tutto questo, paradossalmente, ha ben poco a che vedere con la vivibilitá, di cui l’assetto urbano costituisce uno dei principali elementi costitutivi. Perché la battaglia ingaggiata contro l’edilizia, a Pomigliano, non tocca nemmeno di striscio la valorizzazione, il recupero e la tutela del territorio cittadino. Aspetti, questi ultimi, che necessitano di attenzione particolare: l’inadeguatezza della struttura urbana, rivelatasi sotto la spinta delle tante attivitá economiche insediate in cittá, soprattutto nel settore food & beverage, è sotto gli occhi di tutti.
La prossima amministrazione, se vorrá lavorare per il bene, dovrá perciò ristabilire un clima di fiducia, nell’ambito di una legalitá che sia garanzia e non strumento, e recuperare il valore dell’azione politica come guida allo sviluppo urbano bilanciato e sostenibile. E sará compito tutt’altro che facile.
di Francesco Cristiani
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