Peppì, stamm sul nuie”, diceva sardonico Lello Russo ad un militante di 1799, da dietro al desco dell’associazione, solo qualche mese prima del terremoto che ha sbalzato fuori dall’ abitacolo del Laboratorio Del Mastro, creando panico e confusione un po’ ovunque, con i partiti non ancora pronti a creare un’alternativa. La precipitevolezza degli eventi invece ha voluto rimettere in gioco il grande escluso, Lello Russo, che, assieme ad un gruppone di civiche e partiti è divenuto il metronomo dei sommovimenti di buona parte degli schieramenti.
1799 oggi è crocevia delle velleità di tanti, perchè tanti non sanno dove andare, non avendo un candidato sindaco forte nè forza numerica sufficiente per tirare uno schioppo alle novità. Proprio oggiall'Hotel Leopardi c’è il primo tavolo convocato da Pomigliano 2020 per discutere di alleanze, allargare ancora la coalizione a chi è rimasto orfano dei suoi sogni, e capire chi potrebbe guidare la coalizione. La novità assoluta è la presenza di Eduardo Riccio, a cui spetta il premio di aver mandato in aria il Laboratorio per poi fare terra bruciata attorno a se, accolto da Lello Russo quasi come vessillo da mostrare a chi aveva creduto nel Laboratorio, una figura dantesca vicina all’ignavia.
Non si sa cosa uscirà dal tavolo, ognuno avanzerà le proprio pretese e ambizioni, ma si parte da basi già solide. L’elemento danzante è il centro o centrodestra, dove si sono fatte incessanti le velleità del prof. Nunzio Testa, stimato odontoiatra, ex deputato dell’Udc, ma con un rapporto aleatorio con la sua “piccola patria”, Pomigliano, a cui non ha nel corso degli anni mostrato attaccamento o comunque non ha mai ingaggiato com essa una liason politica. Piuttosto il suo centro di gravità permanente è stato più Maurizio Caiazzo che lui, spavaldo conoscitore delle cose di casa sua. Al grande centro avrebbero aderito Sibilio e Sanseverino, coppia affiatata, e Giovanni Sgammato, legato a Fulvio Martusciello.
Sembrano serie le intenzioni del professore, ma potrebbero scontrarsi coi suoi limiti da conducator che trascina e di onesto comiziante che mette poca pelle d’oca al di fuori del recinto di centro. Dovesse ritirare il suo nome, la casa 1799 è pronta ad accoglierlo. Ma se ce l’ha fatta Del Mastro, possono farcela tutti magari. Se si ha un perimetro netto, magari sempre lo stesso. Proprio quest’ultimo potrebbe rientrare dalla finestra della sinistra, orfana di un centro e di un parterre di nomi spendibili. Rinascita, che fa la luce e il buio dell’alleanza, è stata chiara col Pd: fuori tutti quelli che hanno mozzato la testa a Del Mastro, il bisfrattato Del Mastro, ora oggetto della loro Santa Inquisizione morale.
Ma cosa è il Pd senza i congiurati? A parte il fatto che hanno fatto già altre scelte, ma cosa resta di un circolo affidato ad un facilitatore che non ha nomi da esprimere neppure se li pesca dalla società civile? Non resta altro che fare un Laboratorio-bis aggiungendo i 5 stelle, i quali vantano di essere il primo partito della città ma non hanno ancora personale politico spendibile capace di catalizzare quei voti caduti da Roma. Nel week-end scorso tutto l’arcipelago si è visto ed ha trovato un’intesa. Per il sindaco c’è tempo, forse il tempo di richiamare l’esule di Marano, al quale nel frattempo pure il teorema dei palazzinari gli hanno tolto. Intanto Lello Russo ha dovuto aprire i cancelli:’”simm tropp assaje mó”.
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