“Abbiamo seri problemi nel trovare un candidato a sindaco che metta assieme le diverse anime” dice sotto traccia un militante grillino. Ed infatti di ipotetici nomi di esterni, misconosciuti uomini delle professioni a corto di politica ne sono stati fatti, ma sono girati nel vuoto nel giro di ore. Se vogliamo alla coalizione ci si è arrivati: si tratta di un Laboratorio-bis sospinto dal ritrovato idillio tra Pd e 5 Stelle, figlio della liason tra Elly Schlein e Giuseppe Conte.
Un algoritmo che scruta l’Iperuranio, lo spazio al di là delle sfere celesti, presunta sede delle idee platoniche. Ma di metodo di individuazione del candidato a sindaco non c’è traccia. Per lo più si punta su outsider, modello Del Mastro, senza però contare che i partiti che provengono dall’esperienze dell’esule di Marano, sono vittime e complici di un disastro amministrativo senza precedenti. Puntare sulla professionalità esterna è rischioso, perché poco incline alla sintesi e alle istanze dei partiti.
E nemmeno si conosce il programma, se non quello mutuato dai partiti nazionali che intravede nell’Ambiente e nel Lavoro il chakra spirituale di un cahiers de dolences vasto e avveneristico. Ci si aspetta dalla sinistra un forte contributo a queste elezioni, contro un pluridecorato candidato che potrebbe risultare indigesto, secondo i calcoli che si fanno nelle segreterie in queste ore.
Ma la fase delicata che attraversa la città ha bisogno dell’aratro di tutti, di persone che non continuino a guardare indietro, affievolendo la propria identità e sprecando energia a puntigliare la carta d’identità dell’avversario.
Le continue oscillazioni della sinistra, le altalene ideologiche impediscono di essere concludenti. La validità di un suo partito non si valuta sull’asserzioni fatte in linea coi principi nazionali, ma scandagliando i problemi locali via via che si pongono e offrendo la mano tesa all’avversario. Pomigliano ha bisogno di pace sociale e stabilità governativa. La sinistra posi il suo cembalo squillante, tenga a bada la sua frenesia propagandistica e si concentri a trovare una persona d’esperienza capace di sovvertire i responsi scritti sulla carta. Alzi il suo livello aspirazionale verso un ciclo di classe dirigente preparata e duratura.
C’è una coltre di pessimismo attorno all’Iperuranio della sinistra, forse l’implosione del Laboratorio ha visto impreparati dirigenti e militanti ed ora sono alle prese con la crisi di rappresentanza. Anche perché non erano abituati a partecipare, ogni mossa veniva da Roma, ed il Pd è stato costretto ad indorare la pillola per uscire fuori dall’anonimato. Per ora la priorità è quella di fare squadra, camuffando le divisioni interne. Sandro Ruotolo, beneficiato da Elly Schlein (genialata) suono il peana del complottismo e perservera in questa finta coreografia del male in cui è intrecciato Pomigliano.
E non è la sua chiave di lettura per uno che manco conosce Pomigliano, ma è lo storytelling a cui si rifarà la sinistra. C’è da impallidire se questi sono gli attrezzi propagandistici della sinistra. Non ultimo ci sono state sentenze che hanno stabilito che a Pomigliano non c’è il malaffare. Perseverare è diabolico. E che dire di un facilitatore figlio della sinistra gagà, mandato per mettere quiete in un Pd squadernato che vuole rifarsi all'operaismo di massa per riprendere il corso del suo destino? Sinistra, dunque, imbelle, parto della confusione.
E’ come aprire le porte ad un Del Mastro-bis. E non ci sarebbe da meravigliarsi per cui scruta l’Iperuranio con lo sguardo nel vuoto.
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