Colpisce quindi constatare che Pomigliano sia sotto il dominio di qualche baby gang. È un triste spettacolo che ognuno di noi vorrebbe volentieri risparmiarsi. Soprattutto di sabato sera, le risse nelle strade della movida sono all’ordine del giorno. Il che vuol anche dire che, quando ci sono gli impegni scolastici, le occasioni di scontro tra ragazzi sono di meno. È un dato di fatto che tanti genitori di adolescenti vivono il sabato col patema d’animo. Soprattutto se i loro figli sono cosiddetti bravi ragazzi. Perché proprio loro sono i più esposti al pericolo di finire sotto l’attenzione delle bande di coetanei violenti e prepotenti.
Le cronache recenti ci raccontano una Pomigliano completamente in balia di bande di ragazzini criminali. Risse, danneggiamenti, minacce, aggressioni, pestaggi, porto di armi proprie e improprie. A quanto pare, la cittá subisce una situazione frutto di una gravissima degenerazione, prima ancora sociale e poi criminale.
La delicatezza del problema minorile si è tradotta dal relativo sistema di diritto in materia penale, in una sensibilitá che ha inteso questo tipo di devianza giovanile come il risultato delle condizioni sociali, familiari ed economiche i cui quei minori vivono. Per i quali lo scivolamento verso percorsi penalmente rilevanti è quasi sempre l’effetto indotto di tali fattori. Per questo, quando si tratta di minori, il ricorso alle pene che incidono sulla libertá è visto come l’extrema ratio, preferendosi quasi sempre percorsi finalizzati al recupero e al riaccredito.
Quando negli episodi di violenza ci sono di mezzo minori, il problema da affrontare è sempre spinoso e richiede un approccio bilanciato, su vari versanti.
È proprio questo tipo di sensibilitá l’elemento che fa la differenza tra un sistema penale grossolano, e uno invece la cui ponderazione è figlia della civiltá giuridica. Il nostro per fortuna appartiene al secondo genere. E costituisce un patrimonio di cui andare sicuramente fieri.
Alla coscienza di chiunque di noi, infatti, sicuramente ripugna l’idea di un ragazzo che finisce in carcere. In casi del genere, la mente corre immediatamente alle occasioni che quello sventurato ragazzo, ancorché criminale, non avrá mai avuto, in termini di contesto familiare ed educativo.
Tornando a ciò che più da vicino ci riguarda, colpisce quindi constatare che Pomigliano sia sotto il dominio di qualche baby gang. È un triste spettacolo che ognuno di noi vorrebbe volentieri risparmiarsi. Soprattutto di sabato sera, le risse nelle strade della movida sono all’ordine del giorno. Il che vuol anche dire che, quando ci sono gli impegni scolastici, le occasioni di scontro tra ragazzi sono di meno.
È un dato di fatto che tanti genitori di adolescenti vivono il sabato col patema d’animo. Soprattutto se i loro figli sono cosiddetti bravi ragazzi. Perché proprio loro sono i più esposti al pericolo di finire sotto l’attenzione delle bande di coetanei violenti e prepotenti.
In questo quadro, a quanto si apprende dalle cronache, sembra che la maggior parte del peso della lotta al contrasto di questo fenomeno criminale ricada sulla nostra polizia municipale. Dal 2022, si apprende, pare siano stati “fermati” oltre 40 minori (un numero davvero impressionante, se si trattasse di fermi precautelari). Ma, cosa molto più rilevante, secondo dichiarazioni di stampa attruibuite al capo della municipale pomiglianese, gli atti vandalici ai danni di beni pubblici sarebbero il frutto di azioni ordinate da soggetti della criminalitá organizzata.
C’è da immaginare che parole del genere siano state pronunciate con la ponderazione che meritano, visto l’elevato grado di responsabilitá ricoperto da chi le ha dette, e che ci siano adeguati indizi in tal senso. Un quadro del genere è inquietante.
Proprio per questo, la faccenda assume toni di una gravitá estrema. Non si può infatti lasciare il corpo di polizia municipale letteralmente da solo, a contrastare un fenomeno di tale portata e complessitá, sostenendone il relativo sforzo organizzativo.
L’auspicio quindi è che le altre forse dell’ordine facciano la loro parte, affiancando i municipali pomiglianesi in questo gravoso impegno. D’altro canto, è del tutto evidente che la lotta a tali fenomeni criminali finisce per assorbire energie importanti, sottraendole probabilmente ad altri compiti altrettanto rilevanti, di stretta competenza della polizia locale. Il pensiero va alla viabilitá e al traffico, settori che sicuramente risentiranno negativamente per l’impiego di uomini e mezzi della municipale per il contrasto alla baby gang nei week end. E certo non possiamo aspettarci che intanto siano carabinieri e polizia a far rispettare il codice della strada, mentre i municipali investigano contro il crimine giovanile.
di Francesco Cristiani
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