A Pomigliano tutti i partiti, le associazioni, i movimenti di destra, di centro e di sinistra sono in attesa di capire la sinistra come si collocherà di fronte all’elettorato e ai cittadini alle prossime elezioni comunali.
Ieri Gaetano Manfredi, sindaco di Napoli, ha tentato di avviare un patto con Fico, leader residuale dei 5 stelle a Napoli: “Avanti col campo largo anche in Regione Campania”. Ciò indica che Manfredi ha le idee un pochino più chiare rispetto alle alleanze anche per la Regione dove si voterà tra due anni: “Indipendentemente da chi sarà il candidato dobbiamo lavorare tutti insieme per il campo largo anche alla Regione dove con questa formula abbiamo vinto a Napoli e governiamo abbondantemente”.
Ovviamente, bisogna fare i conti con la nuova segretaria Pd, Elly Schlein e con la tendenza, già verificata nell’ultimo sondaggio SWG, del passaggio di consensi dai grillini al Pd e, soprattutto, con Vincenzo De Luca che non ha alcuna intenzione di mollare, vista la sua storica avversione ai 5 stelle.
Quanto tutto ciò potrà influenzare le dinamiche e gli accordi sulle alleanze a Pomigliano d’Arco in vista delle elezioni del prossimo 14 e 15 maggio?
Certamente Napoli non è lontana, la regione è il tutto e Pomigliano è parte dell’area metropolitana.
L’apparente silenzio che cala sulla città in realtà sta nascondendo un’attesa spasmodica su ciò che succederà a sinistra: si attuerà il “campo largo” richiesto da Manfredi, ma non da tutto il Pd napoletano e da buona parte dei 5 stelle?
Con l’avvento di Schlein le prossime alleanze locali per Regionali e Amministrative sono tutte in discussione. Per ora, ovviamente, i dissidi interni tacciono.
Molti temono le epurazioni della nuova segretaria. Ma il fuoco cova sotto la cenere e nelle sezioni, a livello locale, là dove ha trionfato Bonaccini, c’è grande attenzione sulle prime mosse della Schlein.
A Pomigliano i gruppi più oltranzisti, tra cui Rinascita, i Verdi e SI sono pronti ad affrontare la competizione elettorale uniti, ma non è detto che Pd e 5 stelle si aggreghino, anche perché il cambio di rotta della nuova segretaria nazionale attira voti sottraendoli alle altre componenti a sinistra.
La ricostruzione del “laboratorio” appena fallito ovviamente porterebbe ad un ricompattamento delle opposizioni, dove un riavvicinamento tra i seguaci di Lello Russo e il terzo polo di Azione, di Vincenzo Romano, ed una serie di liste civiche “familiari” come quelle di Leone avrebbe buone chance di vittoria.
Resta, tuttavia, da capire il rapporto fra i partiti e le liste che hanno governato prima delle elezioni del 2020, soprattutto fra l’Udc dell’ex presidente del consiglio comunale, Maurizio Caiazzo e i “russiani”. Un gap colmabile che aveva prodotto la vittoria del “laboratorio”. A destra vi è solo il partito di maggioranza italiano, Fratelli di Italia, che a Pomigliano, ancora minoranza alle ultime elezioni, potrebbe determinarsi come ago della bilancia sulla scia del grande seguito che Giorgia Meloni ha nel paese.
Ad oggi, nomi non se ne fanno e quelli che circolano rischiano di essere bruciati, anche perché non si evidenziano personalità di spicco in grado di riportare la città ai livelli di dignità e professionalità amministrativa, in prospettiva di una ripresa soprattutto alla luce dei sostegni previsti dal PNRR che rischiano di essere perduti a danno di tutti.
Il futuro candidato sindaco non dovrà assolutamente prescindere da una visione locale a dimensione europea, valorizzando soprattutto tematiche sociali e di gestione del territorio che sappiano capitalizzare una modernità ed una coscienza comune finalizzata ad un vero ed effettivo progresso.
Giovanni Passariello
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