Si sente sempre più spesso parlare di industria 4.0, tanto che la locuzione sembra essere entrata nel linguaggio comune della politica e dell'economia.
L'industria 4.0 nasce dalla cosiddetta "quarta rivoluzione industriale" e possiamo definirla come la fusione del mondo virtuale e fisico, quindi dell'applicazione della creatività umana alla tecnologia e al progresso dell'intelligenza artificiale, che consente di integrare l'intera catena del valore, dalla progettazione alla realizzazione, ottimizzando un flusso continuo di dati e acquisendo informazioni preziose per prendere decisioni rapide e sicure ottenendo risultati sempre più efficienti ed efficaci.
Una tale rivoluzione nei sistemi di produzione necessita di una classe dirigente all'altezza del compito capace di dominare le strutture politiche, economiche, sociali e culturali di una nazione L'educazione alla cittadinanza quindi non deve coinvolgere soltanto la scuola ma deve essere il coacervo in un processo di relazioni che costituiscono la comunità di appartenenza e che porta alla formazione e alla costruzione dell'identità individuale.
Come in una vera impresa digitale, c'è equilibrio tra sicurezza e apertura al fine di proteggere tutti i flussi di dati continui e multidirezionali, allo stesso tempo anche la società e le sue istituzioni, compreso i partiti politici, attraverso tali interconnessioni possono ottenere e beneficiare di una collaborazione come mai prima d'ora, a patto di utilizzare pensiero ed azioni per il benessere collettivo.
Il progresso raggiunto e l'impatto della tecnologia per essere efficaci, dal punto di vista sociale, hanno bisogno di un nuovo Umanesimo che riesca a mettere al centro l'uomo con i suoi doveri, i suoi talenti ei suoi bisogni. E' la ricerca di un nuovo equilibrio sociale basato sui diritti e i doveri più che sull''ostentazione di posizioni e privilegi.
L'Umanesimo 4.0 deve essere più di una corrente sociologica o un modello a cui fa riferimento la classe dirigente, ma diventare un'esigenza condivisa e perseguita per avviare un processo virtuoso di cui beneficerà l'intera collettività.
La classe dirigente domina e dirige le strutture politiche, economiche, sociali e culturali della nazione per cui spetta proprio ad essa il compito di alimentare questa speranza collettiva creando luoghi di formazione civica interdisciplinare per creare individui capaci di prendere coscienza dei mutamenti in atto perchè la presa di coscienza è di per sè una rivoluzione
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