- On.Fassino, si avvicina la data delle primarie per la scelta del segretario nazionale del partito. Con quale spirito si appresta a scegliere ?
Non è un congresso ordinario. Convocandolo abbiamo usato una formula ambiziosa: “Congresso costituente per un nuovo PD”. Con le elezioni del 2022 e la destra al governo si è concluso un ciclo politico. I 15 anni di vita del PD sono coincisi con un periodo particolarmente travagliato: la lunga crisi economica 2008/2015, poi il Covid, e oggi la guerra e le sue conseguenze. Un quindicennio che ha visto la vittoria di Trump e delle destre in molti Paesi, mettendo in crisi la governance multilaterale del mondo. E un tempo nel quale in Italia ogni elezione non ha visto prevalere una maggioranza politica autosufficiente, obbligando a governi sostenuti da maggioranze anomale e di emergenza. In uno scenario segnato da quelle criticità si è venuto logorando il rapporto tra cittadini e politica - evidenziato dalla costante crescita dell’astensionismo - e anche il PD ne ha pagato il prezzo. Anche perché con senso di responsabilità il PD più di altri si è fatto carico di garantire la governabilità del Paese in un tempo difficile, pagando un prezzo più alto di altri. Oggi è tempo di aprire un nuovo ciclo di vita del PD, partendo dalle domande, dalle ansie, dalle aspettative di una società inquieta e insicura che chiede alla politica risposte e certezze.
- Lei ha sposato la linea Bonaccini. Ci spiega le ragioni?
Per restituire slancio e centralità al PD serve un segretario solido per esperienza politica, cultura di governo, capacità di relazione con la società’. Bonaccini e’ cresciuto nella politica, sa cosa è un partito e come ricostruirlo e guidarlo. Come Presidente di Regione ha dimostrato cultura riformista e capacità di governo facendo dell’Emilia Romagna un laboratorio delle migliori politiche economiche e sociali del Paese. Ed è leader che ha dimostrato di essere interlocutore autorevole e riconosciuto dai tanti mondi della società, capace di costruire relazione e alleanze senza subalternità’.
- Togliatti diceva che gli emiliani erano ottimi amministratori ma pessimi politici. É ancora sicuro delle sue scelte?
Parlano i fatti. L’Emilia è unanimemente riconosciuta come la regione meglio governata d’Italia. E con Bonaccini il centrosinistra ha ritrovato in Emilia il dinamismo e lo smalto dei tempi migliori.
- Quali sono i mali del Pd?
Viviamo tempi di inquietudini. Una parte larga di cittadini ha visto messe in discussione le proprie certezze - di lavoro, di reddito, di tenore di vita, di futuro dei figli - e non si sente padrona del proprio destino. È cresciuta la disaffezione e la sfiducia verso la politica. Ce lo dice l’aumento dell’astensione. E ce lo dice il fatto che, anche tra coloro che votano, un quarto ha cambiato il voto a ogni elezione: 25% nel 2013 a 5Stelle, 40% nel ‘14 al PD, 32% a 5Stelle nel ‘18, 34% nel ‘19 alla Lega, 26% a Fratelli d’Italia nel ‘22. Una migrazione elettorale che segnala una società inquieta che chiede rassicurazioni e, non ricevendole, cambia di volta in volta il destinatario di quella richiesta. E il consenso elettorale del PD è stato molto colpito da questi fenomeni.
- E allora come si sana il PD ?
Partendo dalle domande dei cittadini e dando risposte ai temi cruciali che investono la vita di molti: restituire dignità al lavoro, affrontare il nodo di salari e pensioni fermi da anni, proporre un fisco giusto, garantire che tutti i cittadini abbiano la certezza di essere curati da una sanità pubblica efficiente e che i figli possano studiare e far valere il proprio talento, assicurare alle famiglie i servizi per curare i propri anziani e i propri bambini, rimettere in moto la crescita con uno sviluppo fondato sulla sostenibilità ambientale e sociale, rendere effettiva la parità di genere con politiche di conciliazione e di sostegno alle donne, riconoscere a ogni donna e a ogni uomo il diritto di vivere le proprie scelte di vita senza costrizioni o discriminazioni. Sono questi i temi su cui il PD deve ritrovare una sintonia con il Paese.
- Lei ha dichiarato che é ora di andare oltre il Pd. Cosa intende?
Non certo recidere le radici. Le ragioni fondative del PD sono più attuali oggi rispetto a quindici anni fa. Ma la società e il mondo hanno conosciuto trasformazioni e cambiamenti continui e nuove priorità emergono. Si pensi alla centralità assunta oggi dalla questione ambientale. O a come sia urgente ridurre le enormi disuguaglianze di reddito. O ancora alla necessità di gestire in modo adeguato l’immigrazione. O a come rimettere in moto ascensori sociali che consentano a un giovane di poter scommettere se stesso e sulle proprie capacità. Per non parlare di quanto la guerra in Ucraina obblighi ripensare le politiche della sicurezza e il ruolo dell’Europa in un mondo segnato da conflitti e tensioni. Insomma, serve un pensiero e proposte adeguate al mondo di oggi. Per usare una formula “un pensiero nuovo per un secolo nuovo”. Tanto più di fronte a una destra che rischia di condannare la società italiana all’isolamento internazionale e a nuove e più acute disuguaglianze, serve un PD che dall’opposizione costruisca una alternativa
- Ha detto che una società inquieta cerca rassicurazioni e che il Pd deve aprirsi a forze nuove. Eravate alleati del M5S, vi hanno rosicchiato a sinistra
Se si vuole contrastare la destra e le sue politiche serve uno schieramento progressista largo e unito. Il PD lo ha sempre sostenuto e proposto. Non siamo noi ad aver scelto di marciare da soli. Se in Lazio e Lombardia le forze progressiste vanno divise lo si deve alle scelte di 5Stelle e di Azione-Italia viva. E’ del tutto legittimo che ogni forza politica voglia crescere. Meno legittimo è che lo si faccia a scapito dell’unità, favorendo così gli avversari politici.
- Perché il Pd quando perde entra in preda a crisi esistenziali che volete mettere sotto al tappeto coi congressi?
Ma non abbiamo messo sotto il tappeto proprio nulla ! Al contrario, Letta si è dimesso, abbiamo convocato un Congresso straordinario, vogliamo aprire un ciclo del tutto nuovo nella vita del partito con un rinnovamento radicale dei suoi dirigenti. E siamo l’unico partito che discute e decide alla luce del sole e coinvolgendo centinaia di migliaia di persone. Magari lo facessero anche altri ! La Lega ha perso il 75% dei voti conquistati nel ‘19 e tutto tace. 5Stelle ha perso il 50% dei voti conquistati nel ‘18 e oggi sembra quasi che abbia vinto le elezioni ! Forse ci vorrebbe da parte di tutti un po’ più di onestà intellettuale. E peraltro è del tutto irresponsabile l’accanimento con cui si vuole far credere che il PD non abbia possibilità di rilanciarsi.
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- Quali domande deve porsi il Pd per avere diritto di rappresentanza in questo Paese ?
Ma noi il diritto di rappresentanza lo abbiamo perché c’è lo hanno dato gli elettori. Dalla elezioni siamo usciti come il secondo partito del Paese. Governiamo oltre il 60% dei Comuni italiani. Torino, Milano, Bologna, Firenze, Napoli, Bari, Palermo e tanti altri capoluoghi di provincia sono guidati da sindaci di centrosinistra con il sostegno determinante del PD. Tutto questo non ci porta a nessuna sottovalutazione delle nostre difficoltà, ma ci consente di poterle affrontare e superare.
- Intanto Giorgia Meloni sale nei sondaggi. Come si frena questo trend?
Nei primi mesi di governo sempre chi governa gode di una “luna di miele” con l’opinione pubblica. E’ valso sempre per tutti i governi, di ogni colore. Per di più la Meloni gode di una doppia rendita di posizione: i suoi alleati sono deboli e in calo di consensi e un’alternativa di opposizione non c’è ancora. Ma non è uno scenario irreversibile. Per questo è così importante che il PD si rimetta in cammino e che l’opposizione ritrovi la strada dell’unità’.
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